18.

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I giorni passarono problematici, mentre mi divincolavo tra un grattacapo e l’altro, senza che Vanessa e Nicolas si facessero vivi. Non avevo prove che fossero opera loro, ma una cosa era certa: non avevo mai avuto così tanti problemi da risolvere come nell’ultimo periodo.
Perfino di notte non avevo pace. Lo stress accumulato, i ricordi risvegliati, le nuove paure sbloccate mi regalavano incubi su incubi.

<<Accidenti…>> dissi mettendomi seduta al centro del letto per l’ennesima volta in poco più di due ore. Avevo la pelle imperlata di sudore e il cuore in gola. <<Non ne posso più…>> continuai stringendo il cuscino al petto. Mi sentivo al limite fisicamente e mentalmente. Respirai a fondo e aspettai che sorgesse il sole. A quanto pare anche quel giorno avrei sfoggiato un altro bel paio di occhiaie scure.

<<Victoria dove vai così di corsa?>>

<<Ehi Federico, ciao. I miei vestiti di scena sono stati ridotti tutti a brandelli e devo correre in sartoria per trovarne almeno uno che mi permetta di registrare le scene di oggi>>

<<Credi che sia ancora opera loro?>>

Federico era stato messo a corrente di tutto.

<<Ne sono sempre più convinta ma come al solito non ci sono prove che lo dimostrino>>. Storse le labbra.

<<Ora però scusami ma devo scappare. Ci vediamo questa sera>>

<<Okay, a stasera>>

Svoltai l’angolo e dopo un lungo rettilineo fui in sartoria. Risolta la seccatura dei vestiti ritornai sul set ma ci furono incidenti con i prodotti per il make up e i capelli, con le attrezzature di scena, con le luci e infine con la cinepresa. Tutte rogne apparentemente inspiegabili che non mi permisero di terminare nemmeno una scena.

<<Sono esausta>> dissi lasciandomi cadere sul divano del mio camerino ma questo fece uno strano scricchiolio, si ruppe e finii per terra. Lorenzo e Federico corsero subito in mio soccorso. Quando Daniele non poteva essermi accanto c’erano loro a proteggermi. O almeno ci provavano.

<<Credo che tu sia vicina al record>> scherzò Federico controllando le altre sedute insieme al fratello. <<Per il momento hai rotto tre sedie, un tavolo, un letto e due divani.>>

Lorenzo ne trovò una sicura e mi fece accomodare.

<<E vogliamo parlare del cibo e delle bevande?>> disse, <<Tutti manomessi! O esplodono non appena li tocca o sono stracarichi di lassativi>>

<<E il faretto?>> continuò il biondo guardandosi intorno in cerca di qualche altro scherzetto. <<E’ caduto a pochi centimetri da lei>>

<<Il nido di vespe qui nel mio camerino, i topi nella mia stanza in albergo, l’ascensore che si blocca ogni volta che ci entro, i taxi che mi conducono dall’altra parte della città, le tinte colorate al posto dello shampoo, gli irritanti nei saponi, la polvere orticante nel letto, gli ingaggi inesistenti e quelli che cambiano di continuo data e luogo per poi arrivare nel posto sbagliato al momento sbagliato e perderli definitivamente, i vestiti ridotti a brandelli, i trucchi rovinati e molto altro ancora>> sospirai avvilita prendendomi la testa tra le mani.

Lorenzo mi si inginocchiò davanti. <<Presto si tradiranno e noi saremo pronti per incastrarli>>

<<E se decidessero di perseguitarmi per sempre? A loro non interessa che io abbandoni questo film. Loro vogliono che io interrompa definitivamente la mia carriera>>

<<Non essere sciocca>> intervenne Federico, <<E non osare nemmeno lontanamente pensare di dargliela vinta>>

Scossi il capo: <<Questo mai. Sono solo stanca. Giocano con la mia vita come se fossi un burattino nelle loro mani. Riescono ad arrivare ovunque. E l’agenda di Daniele ne è una prova. Il poverino ancora non si spiega come siano riusciti a metterci mano e a monopolizzare tutti gli appuntamenti facendomene perdere più della metà. Come se non bastasse, oggi, con quel faretto, sono passati dall’ostacolarmi a minacciare la mia incolumità. Un chiaro segnale che sono pronti a tutto>>

Ciak...Amore! (1° Parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora