1

1 0 0
                                    

1 mese dopo:
Luna pov's:

La mia sveglia suona, la stessa cantilena ogni mattino, vorrei soltanto che un buco nero mi risucchiasse insieme al mio letto, così da poter fare sogni tranquilli per poi non riaprire gli occhi mai più, l''unica cosa che mi consola è che oggi è l'ultimo giorno in cui dovrò subire quell'inferno chiamato comunemente "scuola" anche se il sonno è tanto non voglio fare incubi anche quest'oggi perché ormai è da un mese che ricorre lo stesso incubo. Mi alzo dal letto, scendo le scale per andare in cucina e preparare la colazione, anche se mio fratello non mi ringrazia sono comunque felice che mangi senza buttarla o lasciarla lì a pendere aria sul tavolo. Mentre ero girata ai fornelli ed impegnata a cucinare, il rumore dello scoppiettio dell'olio copriva il resto, mi piaceva cucinare, era la mia valvola di sfogo in cui l'odore del cibo era troppo forte per pensare ad altro, mi girai per apparecchiare e sobbalzai perché vidi Omar che mi stava osservando, lo trovai strano perché di solito se voleva qualcosa o voleva dirmi qualcosa non si faceva problemi a dirmelo in faccia, per qualunque cosa.

O- Luna?
Mi parlò lui per prima.
L- Sei sveglio? Di solito dormi molto di più.
Dissi mentre apparecchiavo la tavola.
O- Quindi sei tu a cucinarmi sempre la colazione?
L- Chi sennò? Viviamo solo io e te in questa casa Omar.
Dissi leggermente divertita.
O- Sì, lo so però... Non c'è bisogno che fai questo so cucinare da solo.
La prese come al solito sul personale, come qualunque cosa.
L- Non la prendere sul personale, se non ti preparassi la colazione quasi sicuramente non faresti in tempo ad andare a scuola e a prepararti considerando i tuoi soliti ritmi.
O- Se me lo avessi detto non ti avrei fatto sempre cucinare per me, da quando vado al liceo c'è sempre quel piatto sulla tavola.
L- Io e te non parliamo quasi mai, ti ho mai chiesto qualcosa?
Dissi abbassando la testa, realizzando ancora quanto il nostro rapporto facesse schifo. Lui fece altrettanto per pensare se effettivamente lo avessi fatto o meno.
O- Posso anche fare colazione al bar qui vicino non c'è bisogno che ti scomodi tanto per me Luna.
L- Mi piace cucinare, non c'è problema, spero almeno ti siano piaciute le uova strapazzate, ti faccio sempre le stesse perché so che le adoravi, quando mamma te le faceva da piccolo ti brillavano gli occhi..
O- Quindi è per questo che lo fai, è inutile che provi ad essere lei, quelle stupide uova non possono essere paragonabili a quelle che faceva mamma, le ho mangiate solo per fame.
Mi interruppe con occhi pieni di rabbia per poi iniziare a salire le scale.
L- Omar, scusa!

Gli dissi lasciandomi scappare un urletto cercando di fermarlo ma non lo inseguii perché non ne ero nelle condizioni avevo le lacrime agli occhi e lui era già corso di sopra, sapevo che a lui non importava di questo litigio, ma era il primo litigio e avevo l'impressione che non sarebbe mai finito e senza rendermene conto le lacrime iniziarono a rigare le mie guance, da qualche tempo avevo iniziato a fumare era l'ennesimo segreto che nascondevo a Maya ed anche se mi sentivo in colpa quando accendevo quella sigaretta stavo finalmente bene con me stessa, ma al momento non ne avevo una con me mi sentii ancora peggio, le lacrime continuarono a scorrere mentre, avendo finito di apparecchiare, mangiavo da sola, come al solito, ma sta volta con del vuoto in più. Appena finii di mangiare non sparecchiai e nemmeno mi truccai, quel giorno volevo solo sprofondare nel letto, pensai anche di non andare a scuola ma ci andai per Maya, o forse avevo bisogno solo del tipo del quinto anno che mi vendeva i pacchetti di sigarette, non potevo dire fosse un tipo apposto ma almeno lui si faceva i cazzi suoi e non faceva domando riguardo alle sigarette non preoccupandosi nemmeno se fossi maggiorenne o meno. Andai alla fermata del bus e mi ricordai di quel ragazzo, non lo vedevo da un mese e pensai che mi avesse solo presa in giro o fosse un play boy, mezz'ora dopo ero già a scuola e al posto di dirigermi direttamente al luogo d'incontro con Maya andai a cercare Tom il venditore, così lo chiamavano a scuola infatti lo conobbi da delle voci della mia classe. Andai nel giardinetto alla sinistra della scuola e lo vidi, era abbastanza alto dagli occhi nocciola e dei capelli scuri abbastanza lunghi da poter fare un codino da cui lasciava uscire una ciocca al lato destro della testa, stava vendendo pacchetti ad altre persone, lo richiamai da dietro e appena mi vide sorrise, sapendo di poter guadagnare altro denaro.

L- Il solito pacchetto Tom.
T- Subito Luna.
Disse frugando nel suo zaino.
L- Come fai a sapere il mio nome? Non mi pare di avertelo mai detto.
T-  Voci.
Cacciò fuori la mano dal suo zaino estraendone il mio pacchetto di sigarette e io gli diedi in cambio il denaro.
L- Ci sono anche delle voci su di me? Cosa dicono sentiamo?
T- Voci di corridoio, dicono che stai insieme a Maya solo per popolarità.
L- Mi sorge un altro dubbio così, come lo hai ricondotto a me?
T- Vi ho viste parlare di fronte la vostra aula, Maya permette di far avvicinare solo te.
L- Non lo so nemmeno io, è sempre così ben voluta da tutti.
Mi fermai un attimo a riflettere
T- A proposito, lei sa che fumi? Non penso che ti voglia stare accanto anche se hai l'alito che sa di tabacco
L- Lei non è così superficiale e no non lo sa ma questi non penso siano affari tuoi.
Cercai di rimanere il più calma possibile ma quella conversazione stava iniziando a darmi sui nervi.
T-  Penso siano affari miei visto che ti ho sotto scacco.
L- Che vuoi Tom?
T- Voglio uscire con te.

Pronunciò con tono abbastanza alto e io rimasi stupita, era la prima volta che un ragazzo chiedeva di uscire con me, ma prima che potessi rispondere un ragazzo dietro di me volle comprare delle sigarette e io sgattaiolai via senza rispondere, andando da Maya per raccontargli l'accaduto, mi avvicinai al nostro luogo ma udii delle voci, pensai subito fossero degli audio che stava ascoltando Maya e non mi preoccupai, ma affacciandomi leggermente vidi Maya che stava limonando con un ragazzo, sapevo che lei era una ragazza stupenda e quindi sapevo fosse normale che piacesse a dei ragazzi, ma portarli lì, nel nostro posto, quello che un tempo era esclusivamente mio, restai lì a guardarla per un paio di secondi trattenendo le lacrime questa volta, lei mi vide, e quando lo fece si stacco dal bacio guardandomi con espressione colpevole mentre io mi voltai e andai via, per la prima volta pianificai di saltare scuola ma non volevo far preoccupare i professori, loro erano gli unici a conoscenza che io avessi un fratello, ne rimasero più sconvolti loro che io al momento e se non mi fossi presentata a scuola lo avrebbero chiamato e io volevo evitare il problema. MI presentai in classe e per la prima volta  mi sedetti in un banco lontano da quello di Maya, lei era evidentemente dispiaciuta ma io lo ero ancora di più e per di più ancora scossa dagli eventi di questa mattina. Era la prima ora, e Maya stava provando a scusarsi in tutti i modi mandandomi fogli e cercando di attirare la mia attenzione ma io decisi di andare in bagno, avevo bisogno di prendermi una pausa da tutto, volevo solo fumarmi una sigaretta e dimenticarmi di tutti, fumare era liberatorio come cucinare per me o forse anche di più, alzai la mano e uscii dalla classe per andare in bagno, tenevo il pacchetto in tasca così che nessuno sospettasse niente, ero troppo assorta tra i miei pensieri, tralasciavo tutto il resto, ogni rumore e sensazione, mi chiusi del bagno ma stranamente non c'era la chiave, ma pensai che essendo la prima ora nessuna sarebbe entrata qui, tirai fuori il pacchetto e accesi la sigaretta per poi portarla alle labbra inspirare e lasciai uscire le lacrime, sentivo che mi rigarono le guance e guardavo il fumo che provocavo io stessa, inspirai per la seconda volta e chiusi gli occhi ma li riaprii di scatto quando sentii la porta spalancarsi, non era una ragazza, lo osservai aveva i capelli mossi, moro, che risaltavano i suoi occhi luminosi di un verde chiarissimo, ed aveva delle lentiggini intorno al naso, che facevano risaltare la sua perfezione, labbra evidenziate da un piercing, un anellino, al lato sinistro della bocca, ci guardammo per un momento e realizzai di averlo già visto prima, lui si avvicinò a me ed io invece continuavo a chiedermi senza parlare, perché lui fosse nel bagno delle ragazze, restando ferma e permettendogli di avvicinarsi. Continuò ad avvicinarsi e le sue mani sfiorarono le mie guance per poi rubare la sigaretta dalle mie labbra

- Sei decisamente troppo piccola per fumare.
L- e tu troppo stronzo per parlarmi.
Gli risposi a tono, ero stanca, e aveva rubato la mia sigaretta mi avvicinai io sta volta cercando di riprenderla dalle sue labbra.
- Non ancora piccoletta.
Disse soffiandomi il fumo in faccia e accarezzarmi la testa mentre alzava la sigaretta non permettendomi di riprenderla
L- Piccoletta... Tu sei quello del bus di un mese fa!
- Che soprannome indecente, sono così brutto? Il mio nome è Jason piccoletta.
L- Nemmeno io mi chiamo piccoletta, mi chiamo Luna stronzo.
J- Vedo che usi ancora dei soprannomi poco appropriati, ti devo insegnare io come si pronunciano le lettere.
Disse guardandomi con un accenno di malizia negli occhi chiarissimi che li facevano scurire leggermente.
L- Più tosto perché sei nel bagno delle donne se sei un uomo, a meno che non hai il cazzo così piccolo che nemmeno sembra che c'è l'hai.
J- Beh, se proprio insisti puoi verificare.
Disse con un sorriso di lussuria mentre i suoi occhi si scurivano ancora di più.
L- Non hai risposta alla domanda-
Non mi fece continuare, mi prese la mano, la sua presa ferrea contro la mia mano e la spostò sul suo cavallo e io arrossì totalmente.
L- Cosa fai?!

Dissi totalmente imbarazzata mentre cercavo di ritrarre la mano ma lui la spingeva contro, sentii il rumore della sigaretta, l'aveva spenta, sentii la sua testa avvicinarsi alla mia mentre cercavo ancora di ritrarre la mano mentre ero totalmente arrossita per l'imbarazzo.

J- Quindi? Pensi sia abbastanza grande?
Sussurrò seducentemente al mio orecchio.
L- Smettila... Non è divertente...
Lui incominciò a muovere la mia mano sul suo cavallo facendomi sentire la sua lunghezza e arrossii ancora di più.
L- Volevo solo fumare in pace... 
J- Se non stai zitta ti metto qualcos'altro in bocca.
Mi zittì all'istante, solo all'imaggine arrossì maggiormente.
J- Cazzo... Non riesco a smettere... Hai delle mani divine Luna.
Disse con un lieve gemito finale.
L- Devo andare in classe...

Cercai ancora di ritrarre la mano ma lui aveva una presa ferrea sopra la mia, riuscivo a sentirlo duro e robusto sotto la mia mano, era la prima volta che facevo una cosa del genere, in più quel giorno che era andato tutto così male.

J- Non hai ancora detto il mio nome...
L- Non te lo meriti.
J- Dillo o te lo tiro fuori io. Ora.

Mi rifiutai di dirlo di nuovo e girai la testa per evitare qualsiasi cosa potesse fare, con la mano con cui mi teneva ancorata al muro mi prese il mento e mi girò il volto verso di lui, ma misi il polso sopra le labbra, subito dopo mi spostò il polso e io rigirai la testa.

J- Vuoi davvero giocare a questo gioco?
L- Io voglio solo finire tutto ciò...
J-  Io invece voglio qualcosa per cui combattere.

Non prestai attenzione alle sue parole poiché stavo cercando di liberarmi dalla sua presa, agitando il mio corpo, abbassai la guardia, per un momento, per riprendere fiato e lui di scatto si avvicinò a me per poi posare le labbra sulle mie, io cercai di staccarmi dal bacio ma lui mi mise una mano dietro la nuca e continuò a divorarle come peggio poteva, arrossì di nuovo pensando che quello fosse il mio primo bacio, ma quel dettaglio ovviamente lo tenni con me subito dopo mise le mani intorno alla mia vita e incominciò a strusciarmi contro la sua durezza, lui non si staccò, e continuò divorarmi le labbra, per poi alzarmi e io per la paura di cadere mi aggrappai con le braccia attorno al suo collo e riuscii finalmente a staccarmi dal bacio.

L- Jason ma cosa cazzo vuoi da me... Non mi conosci nemmeno.
Dissi evidentemente senza fiato ansimando.
J- Non mentire a te stessa, sta piacendo anche a te.

Disse, anche lui stava riprendendo fiato, lui continuava a strusciarsi contro di me e io avvertii una strana sensazione, di calore, in mezzo alle  gambe, mi stava realmente piacendo quell'atto vergognoso, ero davvero una cazzo di egoista per pensare di poter davvero godere in una giornata simile, avevo litigato con la mia migliore amica e con mio... Non riuscivo a pensare lucidamente con il suo respiro caldo sul collo, cercai di ricompormi prima di dire qualcosa senza lasciarmi scappare nessun gemito e sempre come ogni frase che dissi, con tono freddo gli dissi:

L- Jason smettila, se il tuo modo di fare è questo capisco perché non ti abbia mai sentito nominare eppure sulle labbra degli alunni di questa scuola ci sono anche io.
A quell'affermazione lui si fermò improvvisamente, le mie parole taglienti erano riuscire a far breccia nella sua pelle d'acciaio, dopo dei secondi che sembrarono un'eternità lui finalmente mi lasciò posandomi a terra con una strana delicatezza.
J- All'anno prossimo piccoletta.

Disse per poi abbandonare la stanza lasciandomi lì, sola, con il suo profumo tra le vene e lui, che mi stavano fottendo la testa, mi guardai allo specchio e mi sistemai i capelli, avevo le labbra gonfie per il bacio, ed ero ancora leggermente scossa e sulle mie guance si intravedeva un leggero rossore.

SPAZIO AUTRICE:
 Questo è il primo capitolo della storia, spero vi piaccia davvero perché ci sto mettendo tutta me stessa, e anche a me sta piacendo molto questa storia però purtroppo il mio parere non conta molto ma il vostro sì, quindi spero la adoriate come faccio io e ditemi cosa ne pensate nei commenti, mi fareste davvero felice, votatela se vi piace e se volete che la continuo e lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate o per altro.


Oscuro DesiderioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora