La cella alla quale mi avevano assegnata puzzava terribilmente; un odore talmente pungente da portarmi a storcere il naso. Lo spazio circoscritto dalle quattro pareti non era molto grande, permetteva giusto di percorrere una decina di passi prima di raggiungerne il fondo. Sul muro che si affacciava alle sbarre, in alto, chiusa dal ferro arrugginito, vi era una piccola finestrella che lasciava passare un solo debole fascio di luce.
C'erano tre letti: uno singolo, posizionato vicino al gabinetto, e gli altri due uniti dalla struttura a castello, posti accanto alla parete opposta. Il mio, per fortuna e sfortuna, era quello singolo.
Presi un respiro profondo e mi sedetti sul bordo del materasso, posando il sacchetto con all'interno quelle poche cose che mi erano state date accanto a me. Non mi permisero nemmeno di tenere i boxer, e i mutandoni di simil stoffa che mi avevano dato prudevano terribilmente."Hey, tu devi essere Selena."
"Selene."
Corressi ancora prima di rivolgere il mio sguardo verso le sbarre, ora aperte per permettere ad una ragazza piuttosto alta di accedervi. Aveva un enorme sorriso sul volto e portava una catenina al collo con un piccolo crocifisso come pendente. Mi fece un cenno del capo a mo' di saluto; saluto che non tardai a ricambiare.
La vidi togliersi la maglia sporca di terra, permettendo ad un'enorme cicatrice che aveva sulla schiena di rivelarsi. Mi stupii quando notai che non indossava il reggiseno e ancor di più quando si girò nella mia direzione con una tranquillità impressionante.
Avevo avuto modo di vedere un numero spropositato di donne nude, eppure il suo corpo tonico e ben definito mi rese quasi difficile mantenere la mia solita compostezza, impedendomi di distogliere lo sguardo."Hey, bellezza. I miei occhi sono qua su."
Indicò il suo volto con indice e medio per poi scoppiare a ridere divertita mentre il mio sguardo assunse un'espressione confusa. Si sedette sul letto inferiore, si legò i capelli in una coda di cavallo bassa e si sdraiò sulla schiena, estraendo poi un libro piuttosto rovinato da sotto il cuscino.
Rimasi immobile per un bel po', osservando con sguardo perso le mie mani poste salde sulle ginocchia, alzando il capo solo dopo aver sentito nuovamente la voce dell'altra ragazza rivolgersi a me."Maria."
"Cosa?"
"Mi chiamo Maria, tesoro."
Il silenzio sembrò cadere nuovamente padrone della stanza mentre la mia mente cercava di capire come addattarsi alla nuova situazione.
Al mio arrivo, mi fu concessa una chiamata. Il mio primo pensiero fu rivolto a Shamira, ma sapevo che non avrei dovuto sprecare quella mia unica occasione. Chiamai Trevor."Pronto."
"Trevor, sono io."
"Ah Selene, la mia unica erede che è riuscita a farsi prendere. Grazie a te sono dovuto partire in fretta e furia. Cosa vuoi adesso? Mh? Non pensare che ti darò una mano, non finirò dentro anch'io. Ma guardati, non sei riuscita a terminare il più semplice degli incarichi, eppure da quanto è stato dichiarato in aula non hai battuto la fiacca. Non ti funziona forse? A saperlo prima avrei preso un altro bambino, tanto con te la mia eredità sarebbe andata comunque a puttane."
Non ebbi tempo di rispondere in alcun modo che sentii subito dopo la chiamata interrompersi e il suono assordante della linea interrotta ripetersi insistente nell'orecchio. In quel momento percepii una strana sensazione di umido sul mio volto e mi resi conto poco dopo che, per la prima volta in molti anni, i miei occhi lasciarono cadere libere delle lacrime amare. In quel momento, la mia mente comprese di essere completamente sola.
Mi ripresi da quel mio stato di trance solo dopo aver sentito una mano sulla spalla; alzai di colpo il capo e mi separai astuta dal contatto."Stai bene? Eri completamente immobile, facevi paura."
Maria mi guardò fissa negli occhi, cercando forse di guardarmi dentro; azione che ben pochi riuscirono a portare a termine. Deglutii pesantemente e mi passai una mano tra i capelli come a cercare di ripristinare i pensieri.
"Sì, sto bene. Devo solo andare in bagno."
"Oh, prego. Non guardo, tranquilla."
Si girò verso le sbarre, dando le spalle al gabinetto, continuando a leggere indisturbata il suo libro sgualcito. Mi girai verso la tazza mal tenuta ed abbozzai una smorfia disgustata.
"Intendevo un bagno vero."
Maria rise sonoramente, attirando quasi l'attenzione delle guardie che passavano di lì. Chiuse con forza il suo libro e si mise seduta, lanciandomi uno sguardo difficile da decifrare.
"Beh, principessa, sei in una fottuta prigione e quello è un bagno vero, quindi o pisci lì oppure ti fai esplodere la vescica. Nei "bagni veri" che ci sono qui ci sono solo le docce e puoi andarci solo la mattina e la sera."
"Da quanto sei qui?"
Chiesi io di punto in bianco, ignorando quasi del tutto il suo piccolo sfogo. La domanda improvvisa le portò confusione sul volto, ma la sua risposta non tardò ad arrivare.
"Due anni."
"Che hai fatto?"
"Semplice spaccio di droga."
Rispose tranquilla, portando le dita ad afferrare la catenina intorno al collo. Rimase seria per qualche istante, poi sorrise e tornò a guardarmi.
"E tu, dolcezza? Cosa avrà mai fatto un bel faccino come te?"
D'improvviso, mi resi effettivamente conto del perché fossi lì ed una nube di vergogna e rimorso si fiondò famelica su di me. Abbassai il capo colpevole, lasciando che delle ciocche ribelli di capelli coprissero il mio volto.
"Sequestro di persona e stupro."
"Sai, me lo aspettavo."
La guardai sorpresa dalla tranquillità della sua risposta. Lei sorrise calma e si sedette accanto a me. Il profumo del suo corpo, così delicato ed invitante, scosse qualcosa dentro di me e mi trovai quasi ad arrossire. Non ero abituata a quelle sensazioni e non avere il completo controllo di me stessa mi stava facendo impazzire.
Maria allungò una mano verso il mio volto, liberandolo da quei fili di capelli che avevano deciso di occultare parte della mia pelle; portò l'indice sotto il mio mento, alzandolo di poco come a voler scrutare con attenzione ogni centimetro della mia faccia, per poi sorridere quasi amareggiata."È un peccato per questo tuo bel faccino."
Disse solo, lasciando a me il compito di interpretarne il significato. Si alzò poco dopo e si coricò nuovamente sul suo letto, riprese il libro saldo tra le mani e, dopo aver attentamente inumidito le dita con la lingua, prese a sfogliare le pagine per raggiungere il punto in cui era stata interrotta.
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My Monster
Romance!!!SEQUEL DI "SARA"!!! Selene è stata condannata; Shamira è finalmente libera ed ora la sua tiranna si trova a dover affrontare la vita in prigione, facendo i conti con I suoi demoni e con il suo mostro interiore. La galera, si sa, non è facile; ma...