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Era lunedì mattina e come ogni giorno Ava si era svegliata alle 7.00 di  mattina per andare a scuola.
Quest'anno si era promessa che si sarebbe impegnata con tutta se stessa per prendere i voti migliori.

Saltò dal letto e con l'energia che le stava offrendo il mattino andò in bagno per prepararsi al meglio.

Quel giorno ci sarebbe stato un piccolo cambiamento: un nuovo compagno di classe che proveniva dalla città di Swelviu, una delle città più povere tra quelle che ci sono sarebbe stato trasferito nella loro classe.

Quando fini di darsi una sestimata scese le scale di fretta, la fame la stava divorando e non sarebbe riuscita a sopravvivere.

-cibo, datemi cibo, o morirò-

-oh, ma come sei melodrammatica Ava- disse sua madre dandole il piatto con 2 waffal e un cioccolatino vicino ad esse.

-latte?- le chiese.

-no grazie-

Iniziò a divorare quello che c'era nel piatto.
Sarebbe stata una lunga giornata, lo sentiva nel profondo del anima.

-finito- lasciò il piatto dove stava e senza troppi giri di parole prese il zaino e uscì di corsa.
Ava sapeva che di mattina è meglio stare lontano da sua madre, avvolte da task non skipabili o task che non taskano.

Per strada Ava incontro le sue 2 amiche: Carol e Jessica.
Le sue 2 uniche amiche.

-secondo voi il nuovo arrivato sarà bello?- chiese Carol iniziando la conversazione.

-lo spero- rispose Ava.

Al entrata della sua scuola si intravedeva già un gruppetto di ragazze circondare un ragazzo alto al incirca 1.85 tatuato e con la pelle olivastra.

Al suono della campanella tutti entrarono persino Ava, Carol, e Jessica che erano le solite a entrare per ultime.

Per il corridoio si sentivano urlare di qua e di là ragazze che pronucciavano solo due frasi  " È belissimo"   "il ragazzo dei miei sogni".

in classe Ava non aveva fatto granché, la prof di robotica continuava a ripetere e ripetere che il loro passato si è creato e si era tenuto in piedi solo grazie ai robot.

Ava si sentiva persa, tutti che parlavano di robot ma nessuno che parlava del fatto che sono sempre tenuti d'occhio.
gli guardavano sempre, ma non per proteggerli.
gli guardavano per assicurarsi che non guardino mai oltre. ma oltre cosa?

Ava lo sapeva, qualcosa non andava.

al ritorno a casa durante il passaggio dal aprire la porta e entrare dentro casa una lettera volante ha iniziato a parlare con la voce di sua madre Alina: SISTEMA IL SOFFITTO PER BENE.

Ecco la task, quella non skipabile, pensò Ava.

in cucina aveva trovato il piatto di pasta e la medicina perdi memoria.

queste medicine una volta presa ti fanno dimenticare le cose più importanti di tutta la giornata tranne i compiti, quello che hai studiato, la tua famiglia, i tuoi parenti passati, e i tuoi amici.

Ava ha smesso di prenderle al età di 15 anni e non le ha mai più prese e non ha intenzione di farlo ora.

dopo aver mangiato si alza e sale per le scale che portano alla soffitta, appena dentro vede che è un disastro, scatoloni di qua e di là.

inizia con quelli più grandi.

nel primo ci sono i giocattoli che usava da piccola per giocare e altre cose vecchie, lo prende e lo mitte vicino alle scale, andranno donati ai più poveri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: a day ago ⏰

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