Capitolo 5 (L'edificio abbandonato)

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PDV Christina

Stavo aspettando che Nicole si cambiasse, non vedevo l'ora di provare con lei, ero molto curiosa. Non mi aspettavo che accettasse così facilmente il mio invito, solo ieri non era poi così convinta... ero andata con la consapevolezza che avrei faticato un po' prima di convincerla, ma meglio così. Prima mi ha confermato di aver avuto una brutta giornata, questo sicuramente avrà inciso sul suo cambio di programma.
«Ciao...»
«C-ciao!» fui colta di sorpresa ma la riconobbi, era una delle ragazze di ieri sera.
Ero così assorta nei miei pensieri che non sentii neanche aprire la porta d'ingresso.
«Christina, giusto?»
«Sì! Se non sbaglio, tu invece dovresti essere... Julia?»
«Esatto! Ieri non abbiamo avuto molte occasioni per approfondire meglio la conoscenza.»
«Direi di no...»
«Ad ogni modo, che ci fai qui?» mi chiese curiosa.
«Ah sì, ecco, io sto aspettando Nicole... andremo a fare un po' di riscaldamento e proveremo qualche passo. Alla fine si è lasciata convincere.» spiegai sorridendo.
Mi scrutò un attimo e non so perché, ma qualcosa nel suo sguardo mi stava mettendo a disagio.
«Capisco! Dove hai lasciato il tuo ragazzo?»
«Credo sia in giro con qualche suo amico.»
«Credi? Lui sa che ti saresti vista con Nicole?»
Non capivo il motivo di tutte quelle domande e il suo tono sembrava quasi ostile.
«Non capisco perché dovrei informarlo su una cosa del genere... non ci comunichiamo tutti i nostri spostamenti.»
«Quindi glielo stai nascondendo...»
«Cosa? Perché dovrei nascondergli una cosa del genere?» Quella conversazione stava cominciando a irritarmi.
«Non lo so, dimmelo tu!»
«Ma è ridicolo.»
«Sai, io sono una persona che osserva molto... e ieri il tuo ragazzo mi è sembrato giusto un po' geloso delle attenzioni che hai riservato a Nicole, a cominciare dalla storiella del vostro interessante incontro.» sembrava che mi stesse stuzzicando.
Ma poi di quali attenzioni stava parlando? Io credo di essermi comportata normalmente. Poi ci pensai giusto un attimo e forse inizia a capire da dove provenisse quell'ostilità.
«Lui ti è sembrato geloso? O forse lo eri tu?» ribattei, ricambiando con una leggera provocazione.
«Perspicace.» sorrise Julia, dandomi così la conferma che avessi colto il punto.
«Beh, non vedo di cosa dovresti preoccuparti... io ho un ragazzo, non mi piacciono le ragazze e in ogni caso non credo di poter interessare a Nicole.»
«È qui che ti sbagli... dite tutte di essere etero e poi sappiamo come va a finire. E per quanto riguarda Nicole, sembri proprio il suo tipo ideale, potrebbe anche interessarsi a te...» disse Julia, provando a mascherare un po' di quella preoccupazione che le si leggeva in faccia.
«Vai dritta al punto.» cercai di trattenermi, chi meglio di me poteva sapere se mi piacessero i ragazzi o le ragazze? Non mi piaceva essere messa in discussione.
«Il punto è che non credo tu sia interessata a stringere solo una semplice amicizia con Nicole.»
«Penso di sapere quello che voglio e soprattutto penso di essere a conoscenza dei miei gusti sessuali.» ribadii sicura.
«Anche io pensavo di esserne a conoscenza... prima di conoscere Nicole.»
La conversazione terminò lì, perché fummo interrotte dal rumore dei passi veloci di Nicole che scendeva le scale.
Nicole si era messa addosso un abbigliamento più comodo per muoversi, indossava un pantalone grigio, una t-shirt nera che le lasciava scoperta la pancia e un cappellino da baseball. Mi piaceva molto il suo stile.
«Eccomi! Spero di non averci messo molto!» mi mostrò un sorriso impacciato, poi si accorse che ero in compagnia «Julia! Sei tornata adesso?»
«Sì... e volevo chiederti scusa per prima e per aver parlato troppo davanti a Josh...»
«No, è colpa mia, ma ne riparliamo dopo! Ti ricordi di Christina?» disse indicandomi.
«Come potrei dimenticarmene? Soprattutto dopo la storia del vostro interessante incontro...» lo sentivo quel suo tono provocatorio e mi dava sui nervi.
«Beh, sì... stiamo andando a provare qualche passo! Vuoi preso qualcosa per dopo?» le chiese Nicole.
«No, grazie, ci ho già pensato!» indicò una busta che reggeva in una mano «In realtà ho preso qualcosa anche per te e Josh. Vi metto tutto da parte.»
«Sarebbe il top! Grazie.»
«Comunque mi piace molto il tuo abbigliamento! Tu che ne pensi Chris? Non è figa?»
Avevo capito che Julia volesse mettermi alla prova, ma per me non era mai stato un problema fare un complimento a una ragazza. Mi chiedevo solo a che gioco stesse giocando.
«Sì, sei molto figa! Ma non è solo merito dell'outfit...» iniziai a giocare anche io, ma il complimento era sincero.
Vidi Nicole arrossire e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, forse l'avevo messa in imbarazzo? Magari non era abituata ai complimenti... no, impossibile, Nicole è molto bella. Forse semplicemente non se l'aspettava.
Tornai a fissare Julia e davvero non capivo quale fosse il problema di quella ragazza. Mettere in dubbio il mio orientamento sessuale e tutte quelle provocazioni mi irritarono e non poco.
«Ok! Allora andiamo?» sembrava che Nicole avesse fretta e anche io volevo andare via da lì.
Annuii.
«Comunque è stato un piacere chiacchierare con te, Chris...» disse Julia prima che uscissimo da quella casa.
Io non risposi, la ignorai e credo che Nicole mi stesse fissando confusa, ma quando qualcosa mi infastidisce per me è difficile nasconderlo e il mio umore era decisamente cambiato.
«Andiamo in auto?» propose Nicole.
Io continuai ad annuire, senza dire altro e salimmo nella sua Jeep. Era un modello vecchio, dell'80 o 90, ma era ben curata e l'adorai da morire.
«Ehi, è successo qualcosa?» mi chiese Nicole prima di mettere in moto.
«Cosa? No, no! Ero soltanto sovrappensiero, scusami!» scossi la testa, cercando di non pensare più alle parole di Julia, d'altronde non avevo motivo di farmi rovinare la giornata da quelle stupidaggini.
«Ok, ma dovresti farmi strada!» sorrise Nicole.
«Giusto! A proposito, bello questo giocattolino.»
«È soltanto una vecchia auto, ma ci sono affezionata.»
«Scherzi? Questa tra qualche anno varrà una fortuna se continui a trattarla bene.»
«Ah sì? Non pensavo fossi un'esperta di auto d'epoca!» mi guardò come se volesse scoprire se ne capissi davvero qualcosa.
«Beh, diciamo che mio padre è un venditore d'auto, quindi un po' me ne intendo.»
«Caspita, sei piena di sorprese tu.»
«Non sai quante! E potrei offendermi, considerando che hai dubitato...»
«Perdonami, sono stata scortese! In realtà sono io che non capisco nulla di auto, ma se dici che un giorno varrà una fortuna me la tengo bella stretta... anche perché è l'unica che ho.»
Scoppiammo a ridere, poi Nicole accese lo stereo ad un volume non molto alto e si concentrò sulla strada, mentre io le davo indicazioni. Pochi minuti dopo le dissi di posteggiare. Scendemmo dall'auto e ci fermammo davanti un enorme edificio, ormai abbandonato.
«È questo il posto?» mi chiese confusa.
«Questa era una scuola di danza un tempo, è abbandonata da circa 4 anni, era di mia zia.» le spiegai.
Nicole aveva uno sguardo che brillava, chissà a cosa stava pensando, guardò quell'edificio, poi guardò me e ancora una volta l'edificio, come se ne fosse affascinata.
Poi si bloccò un attimo e tornò a fissarmi.
«Aspetta... era?»
«Era. mia zia non c'è più, era malata da tempo! Lei non solo era la proprietaria, insegnava danza e ha trasmesso anche a me quella sua passione.»
«M-mi dispiace...»
«L'ha lasciata a me, forse pensava che un giorno avrei continuato io quel suo sogno. Purtroppo durante il periodo in cui era malata, non riuscì ad occuparsi della scuola e tutto quello che aveva costruito morì con lei. Spesso vengo qui, quando voglio stare sola o provare qualche passo nuovo senza che nessuno mi veda.»
«E sei sicura di volerci portare me? Voglio dire, questo posto è importante per te...»
Fissai negli occhi Nicole, in effetti era strano per me portarci qualcuno e le parole di Julia tornarono a rimbombarmi in testa per un attimo, poi pensai che l'avessi invitata perché ero davvero felice di aver conosciuto qualcuno con la mia stessa passione, quindi chi meglio di lei? Anche se la conoscevo appena, sentii come se qualcosa mi legasse a quella ragazza e poi sarebbe stato divertente.
«Entriamo!» le dissi.
L'edificio si presentava come l'avevo lasciato l'ultima volta, vuoto e triste, come mi sentivo io quando ripensavo alla mia cara zia.
La sala era enorme e piena di specchi impolverati, qualcuno spaccato, c'erano anche diversi attrezzi dimenticati e sparsi all'interno della stanza.
«Caspita! È enorme.»
«Bello vero? Peccato che adesso sia un po' malconcio. Avresti dovuto vedere questo posto nel suo momento migliore, lo avresti adorato. Sai, non mi sono trasferita qui soltanto per studiare in un'accademia prestigiosa, ma perché vorrei che questa scuola, un giorno, avesse una seconda opportunità. Certo non sarà l'Havana, ma sarebbe bella lo stesso.»
«Lo credo anche io.»
«Ok, basta! Preparati, vediamo cosa sai fare.» la sfidai con un sorriso.
«Cos'è? Non starò mica facendo un provino?»
«La giuria è molto esigente, quindi prova a starmi dietro!» volevo provocarla un po'.
Tirai fuori dal mio zainetto uno speaker bluetooth, lo collegai al cellulare e feci partire la musica.
Cominciai a muovere i primi passi sulle note di bop on broadway di DaBaby.
«Wow partiamo col botto.» mormorò Nicole, che inizialmente si limitò ad osservare.
«Troppo difficile per te?»
Nicole sorrise e subito dopo mi andò dietro, seguendo ogni mio passo.
Si muoveva bene.
Così poco alla volta aumentai il ritmo.
«Questo è solo riscaldamento.» le feci un occhiolino, ma non si lasciò intimidire, anzi restai colpita da quella ragazza.
Le mostrai una coreografia che imparai in accademia e Nicole mi seguiva perfettamente. Quella ragazza era incredibile, io ci avevo dedicato diverso tempo per apprenderla e a lei veniva così naturale, era davvero brava.
Ci fermammo un attimo, giusto per sfidarsi ancora con lo sguardo, ma in realtà ci stavamo divertendo da morire.
«A te l'onore di iniziare...» fu Nicole a dare inizio a una nuova sfida, invitandomi ad aprire le danze, quelle vere stavolta.
Non me lo feci ripetere due volte, cominciai con qualcosa di semplice, le mostrai un passo chiamato running man, dopodiché le puntai il dito contro, facendole intendere che toccasse a lei.
«Tutto qui? Puoi fare di meglio!» stavolta fu lei a provocarmi e mi mostrò un passo altrettanto semplice come il reject, con tanto di arm wave finale, ovvero l'onda con le braccia.
Ci stavamo andando piano, per poi scatenarci sempre di più, continuammò con quelle sfide per un po', avevamo una grande sintonia, sembrava ballassimo insieme da anni.
Io rimasi molto sorpresa dal talento di Nicole, imparava in fretta e mi stava dietro in modo impressionante.
Non mi aspettavo di passare un intero pomeriggio così.
«Dove hai imparato?»
Le passai una bottiglietta d'acqua e sorrise alla mia domanda.
«Guardando video su youtube.»
«Non puoi essere diventata così brava "guardando solo video su youtube"»
«Guarda che in rete ci sono ottimi tutorial.»
Ero perplessa e lei scoppiò a ridere vedendo la mia faccia fin troppo seria.
«Ok, non ce la posso fare, la tua espressione era tipo "ma che cazzo dice questa?"»
«Ah ah... divertente! Ho capito che è una cazzata.» feci la finta offesa.
«Ovviamente è una cazzata! O meglio, è vero che ho guardato tanti video e mi hanno aiutata parecchio, ma certamente non potevano bastare solo quelli. La verità è che fin da piccola ho frequentato delle scuole di ballo, che adesso non frequento più. Però molte cose le ho imparate anche per strada! Ho conosciuto dei ragazzi davvero in gamba, degli artisti di strada. Ho imparato quasi ogni cosa da loro, si esibivano in cambio di qualche moneta lasciata dai passanti. Ti giuro, avresti dovuto vederli, ballerini pazzeschi! Adesso staranno girando l'America o addirittura il mondo, chissà. Mi hanno insegnato davvero tutto, meglio dei miei vecchi insegnanti.»
«Ha ancora dell'incredibile... penso che il tuo sia davvero un dono.»
«Penso che tu stia esagerando!»
«Affatto! Unisciti all'Havana Academy.» le dissi, mentre riprendevamo fiato, sedute a terra con le spalle poggiate alla parete.
«Cosa?»
«Hai più talento della maggior parte dei ragazzi che la frequentano, mi hai fatto dei passi che anche io per impararli ci ho impiegato settimane se non mesi.»
Nicole rimase quasi spiazzata dalle mie parole.
«Non starai esagerando?» ribadì timidamente.
Ma io ero seria, eppure lei non credeva di aver fatto nulla di eccezionale.
«Neanche un po'. Ti sottovaluti molto, ma sei fantastica quando balli.»
«Non prendermi in giro!»
«Non ti sto prendendo in giro, dovresti vederti!» la fissai negli occhi.
Una con il suo talento doveva studiare nella migliore accademia e l'Havana era in grado di aprire grandi porte.
«Sono contenta che pensi questo, ma non posso permettermelo... tu meglio di chiunque altro dovresti sapere che stiamo parlando di un'accademia prestigiosa e molti di quei ragazzi sono sostenuti da genitori che gli danno un grande aiuto economico, io non ho questa fortuna... non vedo e non sento i miei da tre anni. Non fraintendermi, non disprezzo chi possiede tale fortuna e sicuramente non avrei voluto che pagassero loro per me, avrei ridato indietro fino all'ultimo centesimo, ma con quello che guadagno lavorando al ristorante, aiuto Josh con le spese e qualcosa la tengo per me.»
Non potevo darle torto, ma pensavo che fosse davvero un peccato.
«So che non ci conosciamo quasi per niente, non vorrei essere scortese o indelicata, quindi sentiti libera di non rispondere. Cos'è successo ai tuoi genitori?»
«Non sono morti, se te lo stessi chiedendo... hanno scoperto che mi piacevano le ragazze e mi hanno cacciata fuori di casa.» mi spiegò facendo un sorriso amaro.
«Che tristezza... sapere quanta ignoranza ci sia ancora oggi, è davvero deprimente.»
«Già... oggi all'uscita del locale, mi hai trovata strana perché sono stata insultata sul posto di lavoro, da un ragazzo che mi ha sempre dato il tormento a causa del mio orientamento sessuale.»
Fissai attentamente Nicole, quei racconti mi fecero provare sgomento e le afferrai istintivamente una mano.
«Sai Nicole... sei davvero una persona forte e sono contenta di averti conosciuta.»
«Ti ringrazio, anche io ne sono f-felice...» disse Nicole abbassando lo sguardo sulle nostre mani, mi resi conto che stavo stringendo ancora la sua e mi scostai, avevo reagito d'istinto e per qualche motivo calò uno strano imbarazzo.
«Posso farti un'altra domanda?» le chiesi dopo qualche istante di silenzio.
Nicole annuì.
«Julia è innamorata di te, vero?»
Sgranò gli occhi, forse non si aspettava questa domanda.
«Sì, credo di sì...»
«E tu?»
«È complicato. Lei è stato il mio primo amore! Sono stata davvero male quando mi ha lasciata e adesso è tornata... e non è facile spiegarti cosa sia Julia per me. Immagino che prima, quando siete rimaste da sole, ti abbia detto qualcosa... non è così?»
«Sì, ma niente di importante. L'ho solo intuito, si vede che ti sbava dietro.» cercai di mascherare ciò che mi disse Julia e poi non volevo creare inutili malintesi per delle cose a cui nemmeno io credevo.
Quel pomeriggio ci divertimmo da matte a ballare, scherzare e raccontarci qualcosa di più su di noi. Stavamo creando un bel legame, lo sentivo.
«Adesso dovremmo tornare, si è fatto tardi e c'è una serata che ci attende.» disse Nicole.
«Cavolo, ma è tardissimo!» esclamai, guardando l'ora sul cellulare.
«Fammi nuovamente strada che ti accompagno a casa.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07 ⏰

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