My light in the dark

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ESTER

Sento le palpebre pesanti,il rumore di un macchinario,e qualcuno che mi tiene la mano,ma oltre a questo non sento o percepisco nulla

Solo il rumore del mio battito e di un piede ripetuto molte volte per terra

Rivivo tutto in pochi secondi,le mie urla mischiate al mio pianto,il mio corpo e miei occhi che lo pregano di fermarsi,i ripetuti colpi che mi assestava.

Lo sento ancora,sento ancora le sue mani sporche su di me,la mia schiena sbattuta contro il muro ripetutamente,le sue mani che stringono forte le mie braccia fino a lasciare il segno.

Ma in realtà il segno lo aveva già lasciato,aveva lasciato le sue tracce sul mio corpo per sempre.

Lasciandomi parole impresse sul mio corpo,come una firma indelebile

mi ha fatta sentire usata,debole,incapace.

Non sono nemmeno riuscita a fermarlo,mi ha sfinita per poi lasciarmi senza mangiare per quasi due giorni,lasciata su una sedia,oggetto di divertimento,ma a differenza sua io morivo dentro,perché mi ha tolto la cosa più pura che avevo.

Mi ha tolto la possibilità di scegliere,e mi ha tolto la possibilità di farlo con una persona che amo,per me la prima volta sarà un incubo non un ricordo

Anche se tra qualche settimana questi lividi se ne andranno, sarà perché sono arrivati fin dentro la mia carne,sparendo tra i miei pensieri.

Piano piano le mie palpebre si alleggeriscono, inizio ad aprire lentamente gli occhi

La luce della stanza mi colpisce in pieno viso e i miei occhi chiedono pietà.

Sono su un lettino di un ospedale e davanti alla finestra c'è Ryan.

«che cosa ci faccio io qui?»dico con la bocca ancora impastata dal risveglio

«sei svenuta»dice senza guardarmi negli occhi,come se l'immagine di me lo spaventasse

Di sicuro non mi guarda per come sono ridotta

«che ci fai tu qui?»chiedo stranita

poi cerco di scendere dal lettino,ma mi viene un capogiro che mi fa quasi cadere, mi rimetto dritta e mi accorgo che Ryan non era più di fianco alla finestra ma era vicino a me,che mi sorreggeva

«fiocco di neve stai attenta,hai combinato fin troppi guai non credi?»dice sorridendo «comunque è stata la tua amica Solar che mi ha detto di stare qui con te»la cosa mi sembra strana,Ryan che ascolta Solar mi sembra improbabile

Ma io lo scosto da me «levati Ryan Davis non cambio idea su di te»dico rimettendomi seduta sul lettino

«di questo ne sono certo,sei sempre la solita testarda Ester Brown»dice mettendosi sempre più vicino

«ah si almeno io Ryan Davis non cambio mai»dico di rimando incrociando le braccia,ma quando faccio questo gesto mi accorgo dei lividi evidenti sulle braccia

Lo sguardo di Ryan barcolla per qualche istante
«mi dispiace»dice mettendosi in mezzo alle mie gambe

«mi dispiace per questo»mi indica le braccia, inseguito indica le gambe

«di questo»dice toccandomi la schiena

questo contatto mi fa rabbrividire e mi causa anche dolore per il livido dietro la schiena

«ma sopratutto mi dispiace per questo»dice toccandomi la guancia «Ester non pensare mai e poi mai che tu sei solo oggetto,mi hai capito?»mi chiede mentre mi accarezza lievemente la faccia

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