12. 🏠

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Le fresche e grigie giornate d'autunno volarono via insieme alle foglie, trascinate dal vento e presto si accorciarono, trasformandosi in gelide giornate d'inverno.

Duccio aveva passato i pomeriggi di quell'ultimo mese a procrastinare i compiti, rifugiandosi sempre più spesso a casa di Marco, più precisamente nella stanza di Andrea, abbracciato insieme a lui sotto le coperte.

In quel momento, erano sdraiati proprio sul suo letto, aggrovigliati come cuffie in tasca e, con le braccia del suo fidanzato intorno ai fianchi e la sua bocca che gli lasciava pigri baci sul collo, Duccio pensò che non avrebbe potuto spendere il suo tempo in modo migliore.

"Andre'" chiamò piano, accarezzandogli la mano che aveva posizionato sul suo fianco.
"Mhh" rispose solamente lui, non intenzionato a staccare le labbra dal suo collo.
"Dai Andre'" protestò il più piccolo ridendo.
"Mh-mh" ripeté il moro muovendo la testa, passando la bocca più vicino al suo orecchio, facendogli venire la pelle d'oca.
"Mi fai il solletico." rise Duccio, e cominciò a muoversi fra le sue braccia, cercando di staccarsi dalla sua presa e sfuggire ai suoi baci-agguati. Ormai conosceva i suoi punti deboli. L'altro lo strinse ancora più forte, continuando a fargli il solletico sul collo con il viso, facendolo ridere ancora di più.
"Dai!"

Quando Duccio riuscì a liberarsi da lui, ancora con il fiato corto per le risate, si mise a sedere, e guardò come il più grande ridacchiasse appagato.

"Sei soddisfatto?" chiese ironicamente il rosso, dandogli una pacca sulle spalle.
"Molto." rispose Andrea, mettendo in mostra le sue fossette.

"Volevo farti un discorso serio." disse Duccio, puntando i suoi occhi luminosi sull'altro. Lui lo scrutò attentamente, cercando di capire se volesse veramente parlargli o se fosse solo una scusa per scappare dalla prossima ondata di baci con solletico a sorpresa che lo aspettavano.

"Ghera ha organizzato una cena al bunker per la Vigilia." continuò il rosso, osservando le luci natalizie sfarfallare all'esterno della casa, attraverso il vetro appannato della finestra.
"Scusa se te lo dico con così poco preavviso. Vuoi venire?"
"Tranquillo. Ci sarò." rispose Andrea, ancora sdraiato, mentre gli accarezzava il fianco.

Il Natale era alle porte. Andrea aveva passato l'ultima settimana a scervellarsi per scegliere il regalo perfetto per il suo fidanzato (perché, come al solito, si era ridotto all'ultimo) ma, nonostante avesse girato come un'anima in pena ogni centro commerciale e negozio della provincia, niente gli era sembrato adatto. Duccio era speciale, e si meritava un regalo altrettanto speciale.
Era così disperato che aveva persino chiesto consiglio a Dario.

"Dici che andrà bene?" aveva domandato il moro infilando il pacchetto nel sacchetto di carta.
"Stai tranquillo. Potresti regalargli un paio di calzini bucati e sarebbe comunque felice. Sono sicuro che gli piacerà." lo aveva rassicurato il più grande da dietro il bancone, sistemandosi gli occhiali sul naso.

"Non pensare che la tua domanda possa salvarti da quello che ti aspetta." sogghignò Andrea, e prese Duccio per un braccio, facendolo sdraiare al suo fianco, solo per ricominciare a baciargli il collo.

Da parte sua, Duccio aveva trovato immediatamente il regalo perfetto per il suo ragazzo. Sperava non fosse troppo cliché, ma il ragionamento che aveva fatto quando aveva pensato a quel regalo giustificava definitivamente la sua banalità.

Lasciò che Andrea gli portasse la bocca sul pomo d'adamo, dove aprì leggermente le labbra, per lasciargli un segno rosa con i denti. Duccio emetté un piccolo verso di piacere e, proprio quando sentì le mani del più grande infilarsi sotto la sua maglia e il calore iniziare a pervaderlo, il rumore di una nocca che bussava sulla porta li interruppe.

Mani Strette | Faster/PiccoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora