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L'essere umano sa essere coglione. E' un insulto che viene usato spesso.

Anche se non sono sicuro che sia esattamente un insulto. A volte esserlo ti porta a fare cose di cui potresti pentirti, o come nel mio caso, no.

Andai a letto tardi, e si, mi svegliai tardi nonostante sapessi che sarei dovuto andare a scuola, ma ormai i miei professori erano abituati ai miei sgarri, quindi come ogni giorno, mi presi tutto il tempo di cui avevo bisogno per prepararmi.

Non ci tenevo al diploma o all'università, al college o qualsiasi altro modo per sopraelevarmi dopo aver finito il liceo, l'unico vero motivo per cui andavo a scuola, era il corso di teatro.

Amavo recitare, era stata la mia
passione fin da piccolo, adoravo mettermi in mostra e avere tutti gli occhi puntati addosso, mi piaceva calarmi nel mio personaggio e vivere la sua storia come se fosse mia, soprattutto se era qualcuno di importante, qualcuno capace di farsi valere.

Però detestavo i ragazzi e le ragazze del mio corso, erano incompetenti e recitavano solo per avere crediti extra, tanto che poi, alla fine dell'anno, la maggior parte di loro, quando arrivava il giorno dello spettacolo, lasciava il corso e toccava agli insegnanti riempire i buchi.

Infatti, grazie alla mia perenne presenza, diventai il punto di riferimento, l'esperto e l'insostituibile protagonista di ogni copione.

Divenni un principe, mi misi nei panni di un semplice spazza camini, presi in mano l'arco dell'indimenticabile Robin Hood, arrivai al punto di interpretare pure Maria Antonietta d'Austria.

Ma infondo la mia vita era una merda anche con il teatro.

Dopo aver dichiarato ai miei la mia omosessualità, incominciarono a guardarmi in modo diverso e a non portarmi più insieme a loro alle cene con gli amici di famiglia, quando ero con loro non mi presentavano neppure più come loro figlio ma "fratello di Gemma", mia sorella.

Gemma, meno male che c'era lei, mi ha aiutato parecchio quando ero nel periodo in cui non ero ancora sicuro di tutto quello che stavo provando, quello che stava accadendo, quello che mi stava accadendo.

Non mi ha mai visto come fratello sbagliato o stronzate simili, semplicemente mi ha accettato senza problemi.

A scuola non avevo molti amici a parte Niall, anche lui faceva parte del corso di teatro, non lo ha mai lasciato perché non aveva nient'altro da fare, anche lui era bravino, ma modestamente eravamo su due piani diversi.

Era il mio migliore amico dalla prima liceo, non ho mai avuto amici di vecchia data, ho avuto conoscenti, conoscenti particolarmente irritanti, irritanti fin da quando erano dei fagottini.

Il primo della lista era Louis, Louis tutto il resto del mondo rispetto a me è una merda Tomlinson.

Pieno di piercings e tatuaggi, così dannatamente e inconsciamente ripugnane che il solo pensarlo mi faceva venire i brividi.

Che poi, ripugnante caratterialmente, perché di aspetto era tutt'altro che brutto.

Occhi blu come il mare, la pelle leggermente ambrata e i capelli color cioccolato davano vita ad un essere umano meraviglioso e tremendamente ben proporzionato.

Infatti, nonostante la statura, tutte le sue forme erano da mangiare con gli occhi...lui era da mangiare con gli occhi.

Ci conoscevamo fin da piccoli, quando era un marmocchietto di tre anni era molto più simpatico e cordiale.

Ci vedevamo al parchetto vicino al nostro asilo e giocavamo per ore insieme, non ci stancavamo mai, non sprecavamo l'occasione di incontrarci da qualche parte, questo fino ai quattordici anni, poi tutto cambiò.

Violet Kisses || larryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora