Afrodite spesso durante la notte faceva inquietanti sogni, tutti sulla maledizione che aveva subito e sulla Moira che si era divertita a sfigurarle il viso

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Afrodite spesso durante la notte faceva inquietanti sogni, tutti sulla maledizione che aveva subito e sulla Moira che si era divertita a sfigurarle il viso.

La sognava sempre nella stessa posizione la dea per terra e la strega accovacciata vicino, mentre giocava con il coltello passandolo da una mano all'altra.  La sua risata era sempre presente nei sogni e durava per tutto il sogno senza mai darle un attimo di pace.

La donna si svegliava così terrorizzata e scossa da non riuscire più a riprendere sonno, tanto da stare con gli occhi spalancati fino al sorgere del sole.

Una volta alzata dal letto fingeva che nulla fosse successo, ignorava ogni domanda o espressione confusa che Karan le faceva durante il giorno, vedendola assonata e stanca.

Quella notte nulla cambiò quando la dea si stese sul letto con un respiro stanco, quando senti
piovere contro la finestra vicino al letto fece un sospiro stanco.

Man mano che la dea si appisolava si raggomitolava su stessa stringendosi le gambe contro lo stomaco. Si svegliò di scatto per l'ennesima volta per poi sussultare successivamente quando sentì il letto abbassarsi alle sue spalle.

Quando una mano grande le fece una carezza sui capelli si girò di scatto per vedere un incerto Karan, che la guardava con occhi preoccupati.

Sembrava incerto sul toccarla avendo timore di spaventarla o farla sentire a disagio, ma quando la dea si ristese sul letto, l'uomo sospiro di sollievo e riprese ad accarezzarle piano i capelli.

"Era così brutto come sogno? Ti ho sentito urlare dall'altra stanza"

La dea si limitò ad annuire senza dire nient'altro e rimase tranquilla anche quando l'uomo si stese di fianco a lei, ma rimanendo a una distanza da non toccarla oltre che con la mano sui cappelli.

Karan abbassò la mano verso il viso, timorosi sulla reazione della piccola donna rannicchiata vicino a lui, quando la vide tranquilla prese ad accarezzarle il viso, passando le dita in modo delicato sulla mascella della donna, sulle guance, sul naso piccolo e infine sulla cicatrice sull'occhio da cui, inspiegabilmente l'uomo pareva affascinato.

"Chi ti ha fatto questo?"

Il silenzio che ricevette Karan in cambiò lo portò alla conclusione che la donna non avrebbe risposto ai suoi dubbi, ma quando sentì la sua voce la guardò sorpreso, senza mai allontanare la mano dal suo viso.

"Ho fatto arrabbiare la donna sbagliata, sapevo molto bene il tipo di persona che era, visto che dalle mie parti tutti la evitano come si evita una malattia, ma io ero arrogante, egoista e piena di me tanto da mancarle di rispetto guadagnandomi questa."

La donna si toccò a sua volta la cicatrice scontrandosi le dita con quelle dell'uomo, che non aveva smesso un attimo di toccarla, con le carezze più delicate che Afrodite ebbe mai ricevuto nella sua secolare vita di divinità.

Love God: Jeon JunkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora