Capitolo 19 NOAH

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NOAH

La via del ritorno a casa avvenne in un silenzio imbarazzante. Ero grata che mia madre non continuasse a picchiarmi, ma sapevo che non lo faceva perché William era davanti. Non avevo dubbi che non appena avessi messo piede in casa, sarebbe salita nella mia stanza per continuare la discussione.

Non appena Will ha parcheggiato nel vialetto, sono scesa e ho corso fino al piano superiore. Non volevo parlare con mia madre, non volevo davvero parlare con nessuno, da quando ero arrivata tutto era andato storto, non vedere Nick all'aeroporto, trovarlo tutto ferito e picchiato, la discussione che avevamo avuto, poi il litigio con mia madre e sentire in prima persona cosa pensava di Nicholas... Avevo bisogno di allontanarmi da tutti, avevo bisogno di spazio.

Quando entrai nella mia stanza, la prima cosa che vidi fu una grande busta sopra il mio letto. Veniva dall'università. L'ho aperta e ho sentito un nodo allo stomaco quando ho visto i documenti sulla mia residenza. Quando avevo fatto domanda mesi fa avevo indicato con una croce l'opzione di condividere una stanza, che era stato il piano fin dall'inizio, di vivere con un coinquilino in una delle residenze del campus, ma ora tutto era cambiato, stavo per andare a vivere con Nicholas, dovevo chiamare l'università e chiarirlo.

Temevo il momento di dirlo a mia madre. Stava per uccidermi, e una parte di me, quella che era ancora una bambina, aveva paura di dirgli che sarei andata a vivere con il mio ragazzo al primo anno di college. Non potevo credere che tra due settimane me ne sarei andata... Avrei voluto fare le valigie in quel momento e partire, ma dovevo ancora resistere per qualche giorno. Mia madre aveva bisogno di imparare a stare senza di me, ed ero sicura che William volesse poter vivere con lei da solo; Da quando eravamo arrivati avevamo portato solo problemi, soprattutto io.

Ho preso tutti i documenti e li ho messi nel cassetto della mia scrivania.

Mi sono messa il pigiama anche se non avevo affatto sonno, dato che avevo dormito per circa quattordici ore e ho tirato fuori il cellulare.

Ho ricevuto due chiamate perse da Jenna e un messaggio da Kat.

'Voglio vederti! Sei scomparsa, se ne hai voglia saremo a casa di Colin stasera, spero che verrai, devi raccontarmi tutto dell'Europa!'

Mi aveva mandato il messaggio mezz'ora prima. La casa di Colin era il luogo in cui l'estate scorsa avevano festeggiato il compleanno di Nick, che tra l'altro stava per arrivare.

Ho deciso di chiamare Kat prima di vedere se sarebbe andata o meno a casa di Colin.

-Ciao!-

Ho sorriso al modo in cui rispondeva alle chiamate.

-Ciao Kat, ho appena letto il tuo messaggio-, dissi, cercando di non fargli notare il mio umore.

-Noah!- gridò eccitata, dietro di lei si sentiva il rumore della musica e anche le urla dei bambini quando sentivano il mio nome; Ho sentito come mi chiamavano in lontananza. Kat iniziò a ridere, -Tutti vogliono che tu venga, dai, non ti vediamo da mille anni!-

-Che cosa stai facendo?- chiesi un po' esitante. Non sapevo se andare a una festa fosse la cosa più appropriata da fare considerando che mia madre era arrabbiata per essere scomparsa ieri sera, ma non poteva aspettarsi che rimanessi rinchiusa qui, ero stata con lei per un mese intero, volevo vedere i miei amici.

-Colin e i ragazzi hanno comprato delle pistole da paintball, non sai cosa hanno messo insieme, Noah, questo è un campo di guerra, devi venire! Saremo ragazze contro ragazzi!-

Ho riso, sembrava così divertente. Fissai il soffitto della mia stanza e mi morsi il labbro con indecisione. Volevo vedere i miei amici, specialmente Jenna, ed ero sicura che se non me ne fossi andata, mia madre avrebbe ripreso la discussione nell'appartamento di Nick e, ad essere onesti, non so come avrei reagito se l'avessi sentita parlare di lui di nuovo in quel modo.

COLPA TUA ( VERSIONE ORIGINALE RITRADOTTA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora