Introduzione

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Non era sempre stato così. Il mondo una volta era diverso. C'era un tempo in cui la luce del sole illuminava il cielo, le ombre si muovevano in sincronia con il movimento degli astri, e la notte portava con sé il sollievo di un riposo naturale. Ma quel tempo era svanito, sepolto sotto strati di progresso e oblio. Ora, il sole era solo un ricordo antico, scolpito nelle memorie di pochi e mantenuto vivo in racconti vaghi e distorti. Al suo posto, un'alba perpetua avvolgeva la terra, un chiarore uniforme che non mutava, se non attraverso sfumature appena percettibili di luce artificiale, modulata da macchine troppo complesse per essere comprese.

Le città si erano estese verticalmente, in una spirale infinita di acciaio e vetro, torri che si allungavano fino a perdersi in una foschia incandescente. Nessuno sapeva con esattezza dove finissero; sembrava che le cime delle costruzioni svanissero nel vuoto, nell'ombra di un cielo che non apparteneva più agli uomini. Il terreno sottostante, un tempo ricco di vita, ora giaceva abbandonato, ridotto a un labirinto di strade vuote e spazi dimenticati, soffocato da cumuli di detriti e relitti del passato. Quelle che un tempo erano città vivaci, ora erano reliquie mute di un'era lontana, dove solo il vento artificiale si faceva sentire tra i grattacieli deserti.

La vita si era spostata in alto, nelle sfere superiori, in luoghi costruiti per dominare la gravità e ogni legge naturale. I piani più bassi erano stati lasciati agli automi, macchine sofisticate che mantenevano l'ordine e garantivano che nessuno si avventurasse troppo oltre. In superficie, la popolazione umana si era ridotta a un numero esiguo, chiusa in habitat controllati, dove il concetto di libertà era un'illusione proiettata da schermi e algoritmi. Solo pochi eletti avevano accesso agli strati superiori della civiltà, là dove si trovava l'élite, ma anche loro erano prigionieri di una perfezione asettica, una vita regolata fino all'ultimo dettaglio.

Tutto era iniziato secoli fa, con un evento che la storia ufficiale descriveva come la **Grande Ristrutturazione**. Un'epoca di caos e disordini aveva preceduto la nascita di questo nuovo ordine. L'umanità aveva spinto troppo oltre i suoi confini, distruggendo la terra e le risorse fino a non poter più sostenere la propria esistenza. Le guerre per l'acqua, il cibo, l'energia avevano devastato continenti, mentre un collasso climatico irreversibile aveva trasformato i paesaggi in deserti aridi o ghiacci eterni. Le nazioni si erano disintegrate sotto il peso delle loro stesse ambizioni, e la sopravvivenza sembrava un'idea lontana.

Poi erano arrivate **Le Torri**. Strutture colossali erette in fretta e furia dai migliori ingegneri e scienziati dell'epoca, con l'obiettivo di salvare ciò che restava della civiltà. Collegate da complessi di infrastrutture sotterranee e aeree, formavano una rete di metropoli verticali che si estendevano ben oltre le nubi, dove la vita era mantenuta grazie a un sistema di controllo climatico e a risorse sintetizzate artificialmente. Il vecchio mondo era stato abbandonato, lasciato a disintegrarsi sotto i cieli impietosi, mentre le Torri avevano preso il suo posto come cattedrali di una nuova era.

Ma c'era un prezzo da pagare. Il controllo era diventato la moneta di scambio più preziosa. Ogni aspetto della vita veniva monitorato, regolato e diretto da un'Intelligenza Centrale, una rete di calcolo onnisciente che garantiva la sopravvivenza della specie, ma a costo di ogni autonomia. Le persone erano state divise in caste, ognuna con un ruolo preciso da interpretare in questo vasto sistema. Nessuno poteva scegliere il proprio destino, e le identità si perdevano in un mare di compiti assegnati e programmi rigidi.

Negli strati più bassi delle Torri, vivevano coloro che avevano accettato la loro condizione, incapaci di immaginare un'alternativa. Le loro vite erano scandite da routine che non lasciavano spazio al pensiero critico o alla ribellione. Lavoravano, dormivano, si muovevano da un punto all'altro in un ciclo infinito che li teneva prigionieri di una realtà che non avevano scelto. Le nuove generazioni non conoscevano altra vita, e chi si ricordava dei tempi antichi era considerato un sognatore, un folle.

Ma qualcosa stava cambiando. Nelle profondità delle Torri, nei luoghi dove le macchine non potevano arrivare, alcuni individui avevano cominciato a fare domande. Sussurri si diffondevano tra le strade vuote e i corridoi dimenticati, storie di eventi inspiegabili, di presenze invisibili che si muovevano tra i piani più bassi e segreti nascosti nelle viscere della città. Si parlava di un'origine dimenticata, di un programma segreto avviato durante la Grande Ristrutturazione, un esperimento che avrebbe cambiato per sempre il destino dell'umanità.

Lì, tra i resti di una civiltà decadente, si nascondeva una verità che nessuno voleva conoscere.

In uno di quei luoghi dimenticati, al confine tra la luce artificiale e l'oscurità eterna, **un uomo** si muoveva in silenzio. Il suo volto era nascosto da una maschera che rifletteva solo il vuoto che lo circondava. I suoi passi erano leggeri, calcolati, come se conoscesse ogni centimetro di quel mondo, ogni segreto nascosto tra le ombre. Non aveva nome, non più. O, forse, lo aveva dimenticato, perso insieme ai ricordi di un passato che si rifiutava di riaffiorare.

Le luci artificiali tremolarono per un istante, e il vento caldo che soffiava tra i corridoi rugginosi sembrò portare con sé un suono lontano, una melodia che non apparteneva a quel luogo.

L'uomo si fermò, alzando lo sguardo verso l'alto, verso quelle Torri che si estendevano all'infinito. Lì, tra le ombre e le luci, si nascondeva la chiave di tutto. Il punto di partenza e di arrivo. **L'Origine.**

Nessuno ricordava come fosse iniziato, ma tutti sapevano che la fine si avvicinava.

L'origine del risveglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora