L'uomo senza nome si muoveva con agilità tra le ombre, ma non era solo. C'era sempre qualcuno che osservava. Nessuno poteva muoversi liberamente nelle profondità delle Torri senza attirare l'attenzione di qualcun altro. Da qualche parte, nelle zone superiori, qualcuno stava monitorando i suoi movimenti, o almeno così sembrava. Le reti di controllo erano onnipresenti, eppure a volte qualcosa sfuggiva alla loro vista.
Fu in uno di quei momenti che comparve Ashar, un'ombra tra le ombre. Nessuno sapeva da dove venisse esattamente, ma si diceva che fosse cresciuto nei livelli più bassi delle Torri, laddove la luce non raggiungeva mai il terreno. Ashar era un esperto nel confondere le persone. Di media statura, il volto sempre parzialmente nascosto da una sciarpa scura, i suoi occhi grigio acciaio non mostravano mai nulla, se non un leggero scintillio di ironia.
Ashar non parlava molto, ma quando lo faceva, ogni parola era calcolata, pesata come un coltello affilato. Era conosciuto per la sua capacità di muoversi inosservato, come se fosse parte dell'ambiente stesso, e per questo motivo veniva spesso cercato da chiunque avesse bisogno di informazioni o di qualcosa di difficile da ottenere. Nessuno si fidava completamente di lui, ma pochi potevano permettersi di farne a meno.
"Non sei il solo a cercare l'Origine," disse Ashar con un sussurro. Le sue parole arrivarono come una brezza gelida, mentre si materializzava accanto all'uomo senza nome. "Ci sono altri che hanno cominciato a ricordare."
Ma l'uomo non rispose. Si limitò a fissare avanti, attraverso la nebbia luminosa che avvolgeva la base delle Torri.
Più in alto, nelle sezioni centrali della struttura, Elira osservava il mondo dall'alto, come una dea in un tempio di vetro. A differenza di Ashar, non si nascondeva. Il suo volto, scolpito con lineamenti delicati ma severi, era noto a molti, così come il suo nome. Ma chi fosse davvero, nessuno lo sapeva. Le sue labbra sottili raramente si curvavano in un sorriso, e quando lo facevano, c'era sempre qualcosa di inquietante in quel gesto.
Elira era cresciuta nei livelli superiori, tra il lusso freddo e asettico della classe dominante. Era una delle menti più brillanti della Central Network, il sistema che controllava ogni aspetto della vita nelle Torri. Con un solo gesto, poteva spegnere le luci di interi settori, bloccare l'accesso a qualsiasi informazione o deviare ogni traccia di un individuo. Tuttavia, Elira non era solo una pedina del sistema; lo detestava. Sapeva che qualcosa non andava, che l'Ordine che avevano costruito non era stabile come sembrava.
"Non possiamo continuare così," aveva detto a suo padre, un uomo di potere al vertice della rete di controllo. Ma lui non l'ascoltava mai. "La rete si sta sgretolando. Le persone cominciano a vedere le crepe."
Sotto la sua apparente freddezza, Elira nascondeva una rabbia sottile, come un fuoco che arde lento. Era pronta a tradire il sistema, ma stava aspettando il momento giusto. Qualcosa, o qualcuno, avrebbe dovuto darle la spinta finale. Ma chi?
Nel frattempo, nei bassifondi delle Torri, un terzo personaggio stava cominciando a farsi notare. Kian, un tecnico dalle mani abili, era diverso dagli altri. Non aveva l'aspetto minaccioso di Ashar né l'aura glaciale di Elira. Aveva i capelli spettinati, una cicatrice che gli attraversava il sopracciglio e un sorriso malizioso che raramente lasciava il suo volto. Lavorava negli strati inferiori delle Torri, riparando i circuiti danneggiati e i sistemi che la Central Network trascurava.
A differenza di molti, Kian era cresciuto con un certo grado di libertà, vivendo al di fuori del rigido controllo della rete. La sua mente brillante lo aveva reso uno dei migliori tecnici, capace di manipolare le strutture digitali e meccaniche delle Torri con una facilità disarmante. Ma Kian aveva un segreto. Conosceva i segreti delle Torri, sapeva di corridoi nascosti e percorsi non registrati che permettevano di muoversi inosservati. Era uno dei pochi in grado di scivolare tra i piani senza essere rilevato, e questo lo rendeva una risorsa preziosa per chiunque volesse sfuggire al controllo della Central Network.
Spesso lo si vedeva nelle locande oscure dei livelli inferiori, sempre con un'aria di chi sa più di quanto lascia intendere. E in una di queste sere, mentre sedeva al bancone con una bevanda sintetica tra le mani, si trovò di fronte un vecchio conoscente: Ashar.
"Stai cercando qualcosa," disse Kian senza alzare lo sguardo dal suo bicchiere.
Ashar lo fissò per qualche istante, poi rispose con la sua consueta calma. "Tutti cercano qualcosa. La domanda è: cosa sei disposto a fare per trovarlo?"
Mentre le vite di questi personaggi cominciavano a intrecciarsi, l'ombra dell'Origine incombeva su di loro. Qualcosa stava per accadere, qualcosa che avrebbe sconvolto il fragile equilibrio del mondo che conoscevano. E mentre i segreti delle Torri iniziavano a venire alla luce, la domanda che nessuno osava fare era la più pericolosa di tutte: **cosa si nascondeva realmente dietro L'Origine?**
Ecco una versione più approfondita del racconto che sviluppa maggiormente la storia, evidenzia le differenze tra i personaggi e introduce elementi che suggeriscono futuri colpi di scena e misteri, pur lasciando spazio all'introduzione di nuovi personaggi in seguito.
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L'origine del risveglio
Science FictionIn un futuro lontano, dove le leggi della realtà stessa sono mutate e il confine tra ciò che è reale e ciò che è artificiale è quasi impossibile da tracciare, l'umanità si trova a vivere in un equilibrio instabile, sotto il controllo di un'entità on...