Il sole splendeva alto nel cielo quando tornai nel cortile della scuola, lo stesso dove avevo avuto il mio primo incontro con Maki. Quel primo scontro di orgoglio non mi aveva lasciato indifferente. Da allora, ogni volta che incrociavo il suo sguardo, sentivo una scintilla di frustrazione mischiata a una determinazione sempre crescente. Sapevo di avere tanto da dimostrare, non solo a lei, ma a tutti. Era chiaro che avrei dovuto sudarmi il rispetto di Maki, e non avevo alcuna intenzione di fallire.
Il cortile era avvolto da un'atmosfera quasi irreale, con i raggi del sole che filtravano tra le alte mura di pietra e il suono del vento che accarezzava gli alberi. In quel momento, tutto sembrava così immobile, quasi come se la scuola stessa stesse osservando ogni mio passo, pronta a giudicarmi.
"Camilla!" La voce allegra di Gojo mi fece trasalire. Mi voltai di scatto, trovandolo lì, con il suo solito sorriso enigmatico e i suoi occhiali scuri, come se nulla potesse mai turbarlo. "Oggi farai un piccolo test. Niente di cui preoccuparsi... o almeno, non troppo," disse con tono scherzoso, anche se le sue parole lasciavano intendere tutt'altro.
"Un test?" chiesi, cercando di mantenere la calma.
"Esatto! Vediamo quanto sei in forma," rispose con un sorrisetto, puntando il pollice alle sue spalle. "E guarda un po', qualcuno si è gentilmente offerto di aiutarti." Seguii il suo gesto e, con mia grande sorpresa, trovai Maki già pronta. La sua lancia era appoggiata con noncuranza al muro, e lei stava facendo stretching, come se la situazione fosse la cosa più naturale del mondo.
Un brivido mi percorse la schiena. Non che non fossi preparata all'idea di confrontarmi con Maki di nuovo, ma farlo così presto e in un test di abilità mi metteva un po' sotto pressione. Mi chiesi se Gojo lo avesse pianificato apposta, forse per divertirsi un po' alle mie spalle. Maki mi guardò con un'espressione fredda e imperscrutabile, ma sotto quella maschera di distacco potevo avvertire un'ombra di interesse, quasi come se volesse vedere se fossi un minimo forte.
"Pronta per essere messa alla prova, mocciosa?" disse Maki, con quel tono sprezzante che ormai conoscevo fin troppo bene.
"Non mi tiro indietro," risposi, cercando di suonare sicura. Avevo già promesso a me stessa che non avrei mostrato segni di debolezza davanti a lei.
"Perfetto. L'obiettivo è semplice," disse Maki, afferrando la sua lancia con un movimento fluido. "Difenditi e attacca. Voglio vedere se hai imparato qualcosa dall'ultima volta."
Non mi lasciò il tempo di rispondere. In un lampo, si lanciò verso di me con una velocità impressionante. La sua lancia fendeva l'aria, producendo un sibilo acuto che mi fece drizzare i peli sulla nuca. Dovetti saltare di lato per evitare il colpo, sentendo il cuore battere forte nel petto. Il primo attacco era solo un avvertimento, potevo capirlo dalla sua espressione: stava misurando le mie capacità, testando le mie reazioni.
Cercai di rimanere concentrata. La lancia di Maki si avvicinava di nuovo, questa volta con maggiore forza. Alzai le braccia per parare il colpo, ma il contatto mi fece vibrare le ossa. Era come se ogni sua mossa fosse calcolata per mettermi in difficoltà, senza darmi tregua. Tentai un contrattacco, ma lei parò con facilità, facendomi capire quanto fosse più avanti di me in termini di abilità.
"Pensavo volessi dimostrare qualcosa," disse Maki, avanzando senza sforzo. "Per ora, non stai mostrando molto."
Quelle parole mi bruciarono. Era come se stesse cercando di provocarmi, di tirare fuori il peggio di me per vedere se avrei perso il controllo. Ma, in qualche modo, quell'arroganza mi diede la spinta che mi serviva. Con uno scatto, mi abbassai sotto il prossimo colpo e cercai di prendere l'iniziativa. Puntai verso il suo fianco, pensando di coglierla di sorpresa. La mia mano si mosse velocemente, e per un attimo pensai di avercela fatta. Ma Maki schivò all'ultimo secondo, facendo un passo indietro con grazia e lasciandomi sbilanciata.
"Non male," disse, alzando un sopracciglio. "Ma non basta essere veloci. Devi pensare di più"
La frustrazione cominciava a crescere. Stringendo i denti, provai ancora una volta a contrattaccare, questa volta cercando di essere meno prevedibile. Feci un rapido passo in avanti, cercando di portare il mio peso verso il basso per destabilizzarla. Questa volta, il mio colpo arrivò vicino, abbastanza da sfiorarle il fianco. Sentii il respiro di sorpresa di Maki, ma la sua reazione fu immediata.
Con una rotazione del polso, mi tolse l'arma dalle mani, facendomi cadere a terra con un movimento rapido . Il mio corpo impattò contro il suolo con forza, e per un momento mi mancò il respiro. Mi ritrovai a fissare il cielo, cercando di capire cosa fosse appena successo.
Maki si fermò sopra di me, fissandomi con il suo solito sguardo freddo. "Sei troppo impulsiva. Ogni errore che fai diventa una finestra per il tuo avversario. La prossima volta, pensaci meglio prima di agire."
Quelle parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Stavo combattendo per dimostrare qualcosa, ma non avevo ancora imparato a combattere davvero per vincere. La differenza tra me e Maki non era solo l'esperienza: era la sua capacità di restare concentrata. Io invece mi lasciavo trasportare dall'impulso, dal desiderio di provare il mio valore.
Mentre mi rialzavo, Gojo riapparve all'improvviso, come se fosse stato lì a guardare tutto il tempo. "Beh, non male per un inizio!" disse con un tono troppo allegro per il mio stato d'animo. "Hai preso un paio di buone decisioni, Camilla, ma come ti ha detto Maki, devi pensare di più. Non combatti solo con il corpo, ma anche con la testa."
"Sì, grazie del consiglio," dissi con un filo di sarcasmo, mentre mi spolveravo i pantaloni.
Maki, invece, aveva già girato i tacchi, pronta a tornare ai suoi allenamenti. Ma prima di andarsene del tutto, mi lanciò un'ultima occhiata. "Non male. Ma la prossima volta, non aspettarti che ci vada piano. Ogni combattimento è una battaglia vera, e non posso sempre trattarti con i guanti."
Rimasi a guardarla allontanarsi, con una strana sensazione di ammirazione e rabbia mischiata. Sapevo che Maki aveva ragione, anche se non volevo ammetterlo. Avevo bisogno di diventare più forte, non solo fisicamente, ma anche mentalmente.
Mi ripromisi che la prossima volta sarebbe stata diversa. Sarei stata pronta, avrei combattuto con la testa e la forza fisica, senza lasciare che l'orgoglio mi intralciasse.
Gojo, intanto, si avvicinò con un sorrisetto. "Sai, Camilla, penso che tu e Maki siate più simili di quanto tu creda."
Lo guardai, confusa. "Simili? Non credo proprio."
"Entrambe volete dimostrare qualcosa, e nessuna delle due vuole perdere. Vedrai, questo scontro di orgoglio potrebbe portare a qualcosa di interessante."
Sbuffai, poco convinta. Ma mentre me ne andavo, non potevo fare a meno di pensare che forse, in fondo, Gojo non avesse tutti i torti.
——— Ecco il secondo capitolo... vado a scrivere subito il prossimo 😃 a presto cuccioliii❤️
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