Glitch si guardò intorno per un momento, osservando il disordine nell’appartamento di Daniel, poi si concentrò nuovamente sul corpo del robot steso sul letto. Un sorriso incerto le attraversò il volto.
"Okay," disse, togliendosi gli occhiali a realtà aumentata e riponendoli in una tasca. "Prima di tutto, dobbiamo assicurarci che questo coso non trasmetta niente. Se si attiva e manda un segnale a qualcuno, siamo fregati."
Con un gesto rapido, si passò una mano sui polsi, attivando gli impianti neurali. Le sue dita si illuminarono di un debole bagliore azzurro, e una serie di linee di dati iniziarono a scorrere davanti ai suoi occhi. Daniel la osservava, stupito ogni volta dalla naturalezza con cui si muoveva tra il mondo reale e quello digitale.
Glitch si avvicinò al robot, facendo scorrere le sue mani sulle parti danneggiate, esaminando ogni centimetro con precisione. "Questa non è roba che puoi trattare come un normale dispositivo. La Hirako usa un sistema di trasmissione a livello neuronale per questi modelli di lusso. Ciò significa che potrebbe inviare un segnale non appena la attiviamo, persino prima che ce ne accorgiamo."
"Allora come facciamo?" chiese Daniel, preoccupato.
"Devi lasciare che io faccia il mio lavoro." Glitch lo guardò con un sorriso di sfida. "È per questo che mi hai chiamata, no?"
Daniel annuì, spostandosi in un angolo della stanza per lasciarla lavorare. Glitch si concentrò sul robot, e un'onda di concentrazione attraversò il suo volto. Mentre lo faceva, qualcosa di strano accadde: i suoi vestiti, un insieme di abiti che sembravano un misto tra un rapper e un punk dei bassifondi, iniziarono a dissolversi. Daniel sbatté le palpebre, confuso, finché non si rese conto che erano solo una proiezione olografica.
Sotto, Glitch indossava una bodysuit di latex aderente, attraversata da sottili linee di energia luminescente che pulsavano a ritmo con i movimenti delle sue dita. Era come se il suo corpo stesso fosse un'estensione della tecnologia che stava manipolando. Daniel l'aveva vista lavorare prima, ma ogni volta rimaneva affascinato da ciò che sapeva fare.
"Questi vestiti olografici mi aiutano a passare inosservata quando cammino per le strade," spiegò Glitch, senza nemmeno alzare lo sguardo. "Ma quando è il momento di lavorare, devo concentrarmi al massimo. Nessuna distrazione."
Daniel osservò in silenzio mentre lei si immergeva completamente nel suo compito. Le sue dita scorrevano rapide sui componenti del robot, e ogni tanto emettevano piccoli bagliori di luce. Dati e schemi complessi si materializzavano davanti ai suoi occhi in una sorta di interfaccia a realtà aumentata che solo lei poteva vedere. Era come se stesse dialogando con la tecnologia stessa.
"Qui c’è un segnale passivo," disse Glitch, parlando tra sé e sé. "È attivato solo quando il robot viene acceso, ma può essere tracciato in meno di un minuto da chiunque abbia accesso ai sistemi della Hirako." Si fermò un momento, poi con un rapido movimento delle dita, spezzò il collegamento. "Non più."
Daniel fece un passo avanti, curioso. "Cos'hai fatto?"
"Ho isolato il segnale principale," rispose Glitch, senza distogliere lo sguardo dai dati che fluttuavano intorno a lei. "Ora non possono più tracciarla facilmente. Ma devo ancora disattivare i backup. Questi modelli sono come una matrioska di protocolli di sicurezza. Ogni volta che ne disattivi uno, ce n’è sempre un altro pronto a prendere il suo posto."
Continuò a lavorare, immergendosi in una serie di comandi rapidi, muovendosi con una precisione chirurgica. Il tempo sembrava dilatarsi mentre lei si dedicava completamente all’analisi. Le linee di energia sul suo bodysuit pulsavano più intensamente, seguendo il ritmo dei suoi movimenti. La stanza si riempiva di una leggera luminescenza, come se tutto intorno a lei rispondesse alla sua interazione con la tecnologia.
Infine, si fermò e si tirò indietro, lasciando cadere le mani lungo i fianchi. "Fatto."
Daniel si avvicinò, scrutando il corpo immobile del robot. "Quindi è tutto a posto? Possiamo attivarla senza rischiare che ci scoprano?"
Glitch annuì, anche se la sua espressione era ancora tesa. "Sì, ho isolato ogni trasmissione automatica. Qualsiasi segnale dovrà passare attraverso di me prima di essere inviato. Ma ti avverto, Daniel, questo non significa che siamo al sicuro. Se la Hirako è davvero coinvolta, non ci metteranno molto a capire che c'è qualcosa che non va."
Daniel si mordicchiò il labbro, ansioso. "Ma almeno possiamo sapere chi è? Cosa… cosa le è successo?"
Glitch guardò il corpo del robot, poi tornò a fissarlo. "Lo scopriremo. Ma prima, devi prepararti. Potrebbe non essere quello che ti aspetti."
Senza aspettare una risposta, Glitch si chinò di nuovo sul robot e collegò i suoi impianti neurali ai circuiti danneggiati. "Ci siamo," disse, con la sua solita calma da hacker. "Incrocia le dita."
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Eva
Science FictionL'incontro tra un uomo disperato e un misterioso robot nelle città che non dorme mai.