Samuel. Capitolo 8

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"Essere stati amati tanto profondamente
ci protegge per sempre, anche quando
la persona che ci ha amato
non c'è più...
È una cosa che ci resta dentro, nella pelle."

                                      SAMUEL

«Forza ragazze ...» bloccandomi nel girarmi!
Emily e Juliet non erano più con noi.
"Dove cavolo erano finite?" pensai automaticamente e, rivolgendomi al mio amico gli dissi sbraitando:
«Cazzo Pete non ti sei accorto dove sono andate le ragazze?.»

«Fratello calmati, dove vuoi che siano andate, saranno entrate in casa a divertirsi e a bere qualcosa» disse continuando «dai entriamo, raggiungiamo gli altri e sicuramente le incontreremo.» fiducioso.

«Tua sorella non mi sembra proprio una festaiola, lo sai che pezzi di merda ci sono a queste feste.» tenendo a precisargli.

«Tranquillizzati, mia sorella non sarà una festaiola ma conosce molto bene la gente che frequenta questi posti, non è una sprovveduta e credo che anche la tua bella Emily non ne sia da meno.» concluse Pete.

Non mi piaceva affatto l'idea di sapere che Emily fosse da sola, si d'accordo era con Juliet, ma qui non la conosceva nessuno e qualcuno avrebbe anche potuto approfittarsene o drogarla.

Pensare agli scenari più terrificanti non era proprio da me, sicuramente era da qualche parte a lamentarsi del sottoscritto e del fatto che l'avevo costretta a venire a questa stupida festa.
Quella ragazzina mi avrebbe prima o dopo fottuto il cervello.

«E dai Sam, le troveremo, cazzo July è mia sorella pensi che non me ne freghi niente?» disse riportandomi alla realtà e continuando: «andiamo dagli altri che ci stanno aspettando, le ragazze magari le troveremo già a bordo piscina che avranno rimorchiato pure qualcuno» ridendosela.

«Per te ad una festa bisogna sempre rimorchiare?» lo interrogai indispettito.
«Chiunque tu sia esci da questo corpo e ridammi indietro il mio migliore amico» urlò scuotendomi dalle spalle.

- FUORI DA QUESTO CORPO, RIDAMMI IL MIO AMICO -

«Non devo uscire proprio da nessun cazzo di corpo» risposi «andiamo, ma se non sono in piscina torniamo dentro a controllare!» esclamai ...

Decidemmo così di avviarci verso la piscina dove si erano radunati gli altri della squadra, ma mentre stavamo percorrendo la pista tra una massa di corpi sudati e puzzolenti, sentii chiamarmi alle spalle e voltandomi vidi Juliet.
Non era con lei cazzo!.

«Ehilà avete visto Emily? Gli avevo de-t....»  domandandoci.

Così gli gridai contro «Mi dici perché cazzo l'hai lasciata da sola?» accusandola.

Pete intervenne subito «Calmati amico e smetti di urlare contro mia sorella, la troveremo, magari è solo uscita a prendere una boccata d'aria fresca.» affermò positivo.

Juliet mi lancio' uno sguardo di scuse, sembrava oltre ad essere mortificata molto preoccupata e così ci disse che sarebbe andata a controllare subito nei due bagni al piano di sopra dandoci poi l'ordine di andare a vedere nelle camere.

Sarei andato comunque a cercarla, non avevo bisogno di ordini e poi, perché dovevo guardare nelle camere? Mi stavo innervosendo, in che guaio si stava o si era cacciata? Era in camera con qualcuno? Non mi sembrava una tipa facile, più una ragazza dalla classica storia d'amore smielata e che te l'avrebbe data solo al quinto appuntamento. Forse.

Se gli fosse capitato qualcosa mia zia mi avrebbe rifiutato e spedito a calci in culo nel
Connecticut e diavolo me lo sarei meritato!.

Ci dividemmo subito, Juliet salì per controllare nei bagni, Pete uscì per controllare se era uscita all'esterno ed io mi avviai verso le camere.

Un amore inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora