7. See you in Hell

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"Oh. mio. Dio. Non ci posso credere!" Shannon quasi urlò, gli occhi spalancati mentre chiudeva la porta dietro di sé. Fatima e Reya la seguirono, entrambe con espressioni altrettanto sconvolte. Io non riuscivo ancora a credere a quanto era successo. La testa mi pulsava e sentivo il corpo pesante.

Mi buttai sul letto senza dire una parola. Non avevo energie per rispondere, né la voglia pensarci. Sentivo ancora il suo sguardo fisso su di me e l'eco delle sue parole prima di lasciarmi andare "ci vediamo all'inferno, Ariel"

"Aria, spiegami come sia possibile" continuò Shannon, avvicinandosi. "Ti ho persa alla festa, ti ritrovo sopra un albero e poi legata ai polsi da Forbes e se questa non è la trama di un libro, non me lo spiego"
Reya si sedette accanto a me, in silenzio, osservandomi con attenzione, come se cercasse di decifrare ogni dettaglio del mio viso per capire cosa stesse accadendo.

"Domani" dissi, finalmente aprendo gli occhi. "Vi spiego tutto domani." La mia voce era un sussurro, il poco che mi rimaneva di energia.

Non me lo spiegavo anche io, Shey.

Ma Shannon non mollava. "Domani? Domani?!" Mi si parò davanti al letto. "Non puoi aspettare domani, Aria! Quello che è successo stasera..."

Mi girai verso di lei, costretta a prestarle attenzione. Il suo sguardo diceva che se non avessi spillato mi avrebbe fatto lei uscire le parole con la forza.

"Zyran e James..." Shannon esitò, quasi spaventata da quello che stava per dire. "Ci sono cose... cose su di loro e su questi giochi che non sono... normali. Non puoi nemmeno immaginare quanto siano folli."

Stava farneticando e non era da lei.

"Che vuoi dire?"

Sembrava sul punto di dire qualcosa, quando Reya le posò una mano sul braccio, fermandola. "Lasciala riposare," disse con calma. "È stata una notte lunga per tutti."

Volevo sapere di più, davvero. Ma in questo momento non riuscivo a mettere in ordine i pensieri, figuriamoci ascoltare Shannon.
Domani le avrei detto tutto.

La mensa era molto rumorosa

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La mensa era molto rumorosa. Gente dappertutto, voci che si sovrapponevano in un vortice di chiacchiere, risate e passi frettolosi. Io, Shannon, Fatima e Reya, con i vassoi in mano, cercammo un angolo appartato. Mi sentivo stanca, come se non avessi ancora lasciato la notte precedente.

"Là in fondo" disse Shannon, indicando un tavolo nell'angolo della sala. "Meno gente, meglio è."
Ci sedemmo in silenzio, ognuna con la propria colazione di fronte, ma nessuna di noi aveva fretta di iniziare a mangiare. Le mie mani stringevano la forchetta, ma non riuscivo a distogliere la mente da quello sguardo, il suo sguardo.

Shannon tamburellava le dita sul tavolo, visibilmente nervosa. "Allora, bella serata ieri?"
Fatima annuì, ma non disse niente. Reya continuava a osservare con attenzione tutto ciò che accadeva nella sala, sempre silenziosa.

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