⚠ Fluff, smut e un po' di pare adolescenziali e non
«Ma te per caso sai come se fanno 'e Nastrine?»
Manuel sente il polpastrello bruciare per la quantità di tempo passata spulciare quelle pagine internet. Le ricette sono tutte identiche ed è quasi ovvio che dovrebbe fidarsi – sua madre lo fa e le vengono dei piatti spettacolari –, eppure qualcosa gli suggerisce che se anche seguisse le indicazioni passo per passo sarebbe capace di fare un casino, di mandare tutto all'aria e, chiaramente, non può permetterselo.
Già lo preoccupa il fatto che quell'idea gli sia balenata alle sette del mattino, appena aperti gli occhi – di solito ci mette troppo a connettersi con il mondo reale, soprattutto quando in quel letto si ritrova solo; poi, non si fida ancora di sé stesso a tal punto da poterla gestire come dovrebbe – con calma, discrezione, sicurezza –, per cui pensa sia meglio affidarsi all'esperta...
...che lo guarda confusa, interrompendo la pace con cui fino a quel momento aveva goduto della sua fugace colazione.
«Ma me stai a diventa' principino schizzinoso? Già 'n te piacciono più quelle del supermercato?»
Lo sguardo eloquente di Anita gli fa notare di avere il pacco nuovo, ancora sigillato, proprio sotto il suo naso; sembra aver dimenticato la disperazione con cui la mattina precedente aveva reagito alla loro assenza sulla tavola imbandita per la colazione, come se questa fosse capace di creare qualcosa di irreparabile dentro di lui. Sarà che è abituato ad associare quelle merendine a un profumo e a una risata ben precisi, che sente mancare da un po' in quella casa. È sorpreso lui stesso dal non essersene accorto prima, troppo impegnato a cercare di capire come replicarle.
«Lo sai che pe' me so' na droga.» si rigira il pacco tra le mani, scuote la testa, analizza ogni scritta, i valori nutrizionali, gli ingredienti e storce il naso alla presenza della colza tra gli oli vegetali, nonostante fino a quel momento della colza non gli sia mai fregato niente. «Magari me piacerebbe capi' come se fanno, vede' se escono bene uguali, che ne so...»
«E le dovresti fare tu che non alzi un dito manco per apparecchiare?»
È legittimo da parte sua recriminarglielo: ha sempre odiato apparecchiare e si sente fortunato che da quando vive in villa se ne occupino Simone e le sue manie di perfezione. Sbuffa lo stesso, come un figlio a cui la madre ha appena fatto un rimprovero superfluo e fuori contesto. «Oggi me sento ispirato, me sento chef. Magari è l'inizio di un cambiamento, che ne sai tu?»
«Se, lallero.»
«Dai, lo sai o no?»
«Non le ho mai fatte, però non penso siano difficili. Hai provato a vede' su internet dato che 'n ce stacchi gli occhi da quando sei sceso?»
«Se internet me convincesse mica t'avrei chiesto.»
Quando Manuel lancia il pacco sul tavolo e sbuffa con aria disperata, ad Anita sembra accendersi una lampadina.
«Ma che davero?»
«Davero che?»
«Vorresti cucina' la colazione alla ragazzetta tua?»
Il modo in cui Manuel la fulmina con lo sguardo le fa capire di aver colto nel segno.
O quasi.
«E pure se fosse?» ribatte infastidito. «Poi c'avemo vent'anni a gamba e te la chiami ancora ragazzetta?»
«Ma statte zitto, vent'anni a gamba solo quando te conviene.» si sporge per lasciargli uno schiaffetto dietro la nuca ma a Manuel basta tirarsi indietro di poco per schivarlo, non riuscendo però a trattenere una risata.
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Nastrina | Simuel
Fanfiction"Ti voglio bene" che urlano "Ti amo" e le nastrine che aiutano a dimostrarlo. Spoiler: Avete avuto la seconda parte ora mollatemi.