Capitolo 1

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“Credi davvero che funzioni così?!” La voce arrabbiata di Asael rimbombava nella stanza.
“Non puoi semplicemente scegliere chi uccidere e chi no, capito?!” Disse sbattendo una mano sul tavolo.
“Si, ho capito” rispose Evara in voce calma, non sopportava minimamente Asael, sempre a pretendere che tutto sia fatto come dice lui, okay, è il capo, ma non gli dà il diritto di comportarsi così, no?

“Bene, adesso torna nel dormitorio, tra cinque giorni devi partire per fare fuori il nuovo obiettivo, i documenti falsi e l’identificatorio ti saranno forniti prima della partenza, tutto chiaro?” La sua voce era più calma, ma nascondeva ancora un timbro di rabbia, mentre si sedeva sulla sedia della sua scrivania.

“Ricevuto, adesso vado, arrivederci” rispose la recluta con la sua solita voce calma e composta, ovviamente accompagnata dallo sguardo apatico, che era riuscita ad acquisire imparando a nascondere le sue emozioni col passare degli anni.
Detto questo, si gira ed inizia ad avviarsi verso la porta, aprendola e camminandoci oltre, per poi richiuderla dietro di lei.

“Fanculo” disse quasi in un sussurro mentre iniziava a camminare nel corridoio lungo e freddo verso il dormitorio, anche se mostrava rispetto per lui, riservava una grande scorta di odio verso il capo.

La porta del dormitorio si spalanca e subito entra Evara, l’espressione apatica rimpiazzata da uno sguardo di, come si dice… Ah sì, rottura di palle.

Senza neanche rivolgere uno sguardo alle altre persone nella stanza, si butta sul suo letto e dal comodino tira fuori un paio di cuffie, portate subito alle sue orecchie dopo esser state attaccate al bluetooth del suo telefono.
Senza esitazione l’app Spotify si apre, e la playlist che conteneva tutte le sue canzoni preferite inizia a suonare dopo qualche secondo, Evara posa il telefono sul letto accanto a lei, chiudendo gli occhi per cercare di riposarsi.

Non era neanche finita la prima canzone, che le cuffie le vengono tolte prepotentemente dalle orecchie.

Lei gira la testa per vedere chi sia stato, i suoi occhi si incontrano con due begli occhi, uno marrone, l’altro bianco, segnato da una grande cicatrice.
Era Kai, il suo migliore amico, che la guardava dall’alto con uno sguardo scherzoso e birichino.
“Allora? Cos’ è quella faccia? La chiacchierata col capo è andata male?” Dice lui mentre si siede accanto a Evara sul letto, mentre con l’altra mano poggia le cuffie sul comodino.
“Vuoi parlarne?” Aggiunge con un tono di voce più dolce.

“Uff… Non sopporto Asael, lo so che è il capo, ma mi rompe il cazzo quando fa così!
E questa volta non ho neanche fatto niente di così sbagliato, è così sbagliato non volere uccidere un bambino solo perché è imparentato con il bersaglio??Ugh, sono così felice che per un bel po’ non lo vedrò, questa missione la cosa migliore che poteva capitarmi” Dice la ragazza, la frustrazione era chiara nella sua voce, mentre continuava a muovere le mani in aria per enfatizzare ancora di più essa.

“Parlando della missione, verrò anche io con te, mi sono offerto volontario come spalla” Dice entusiasta Kai, mentre con una mano comincia a giocherellare con i capelli lunghi e ricci, di color caramello, di Evara.
“Ah, per fortuna, almeno la missione sarà un po’ meno pesante, ma sta andando tutto troppo bene… C’è anche una brutta notizia, vero?” Risponde quest’ ultima.
Lui la guarda per qualche secondo, poi scrolla le spalle “beh… Si è offerto volontario anche Jake…” Dice quasi sottovoce, lui sapeva quanto lei odiava Jake.
“Jake?!” Ripete lei sconvolta, per quel che le riguarda, Jake poteva essere il prossimo sulla lista degli obiettivi.

Volete sapere perché Evara odia tanto Jake? Perché è un fottuto pervertito, passa tutto il giorno a flirtare con lei, e fa commenti molto inappropriati nei momenti meno opportuni, in sintesi, una merda umana.

Die, damn itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora