Capitolo 2

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-4 giorni alla partenza.

Il sole dell'alba stava iniziando a sorgere,il dormitorio si colorava di una calda luce rossastra, mentre il canto degli uccellini fuori dalla finestra iniziava a diventare udibile.
Erano le 5.00 del mattino, appena scoccate, e quella familiare sveglia, quella che svegliava tutti ogni mattina, inizia a risuonare nel dormitorio.

Evara apre gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce rossastra, allungando le braccia il più possibile, per stiracchiarsi, e cercare di svegliarsi, quella sarebbe stata una lunga giornata, ne aveva il presentimento

Dopo essersi stiracchiata per bene, si mette le mani sugli occhi, svolgendo dei movimenti circolari con le dita, e sbuffando leggermente, poi toglie la mani dagli occhi, e richiude questi ultimi.

"Buongiorno fiorellino",la voce di Kai le raggiunge le orecchie, e la ragazza riapre nuovamente gli occhi, ovviamente Kai era già sveglio, conoscendolo, probabilmente già da una qualche decina di minuti, il solito mattiniero, Evara non capiva minimamente come riusciva a farlo.

"Dormito bene?" La voce del migliore amico era stranamente gioiosa per essere le 5.00 del mattino, i capelli disordinati gli cadevano sugli occhi, mentre guardava Evara dall'alto, dalla parte posteriore del letto, col suo solito sorriso, accentuato ancora di più dalle fossette.

La voce di Evara era gracchiante e chiaramente ancora molto assonnata.

"Diciamo di sì..."dice mettendosi a sedere sul letto, seguendo con lo sguardo Kai che si sposta e si siede accanto a lei, "Puoi passarmi la bottiglia d'acqua?" riferendosi alla piccola bottiglia di acqua che tiene sul pavimento accanto al piede del letto, era troppo stanca perfino per allungarsi un po' e prenderla.

"No"ribatte testardo Kai, ma nel farlo già si era allungato a prendere la bottiglia, per poi passargliela, "Ecco a te".

"Pensavo avessi detto di no" puntualizza Evara , allungando la mano per prendere la bottiglia dalla mano di Kai, aprendola e bevendone un sorso, lasciando che la fresca sensazione le si disperga nella gola e poi in tutto il corpo, già sentiva delle energie ritornare

"Cambio idea velocemente"

"Uh hu"

Dopo aver bevuto qualche sorso, per rinfrescare le sua gola secca, si toglie la bottiglia dalle labbra e la richiude accuratamente con il tappo, facendo per rimettere la bottiglia a terra, mentre quella voce familiare riecheggia nella stanza, portata da una stanza remota nell’edificio all’orecchio di tutti dagli altoparlanti.

"Buongiorno a tutti, vogliamo ricordarvi che gli allenamenti inizieranno tra due ore, vi preghiamo di prepararvi ed essere pronti nel tempo determinato" La voce riecheggiò nel dormitorio.

Tutti stavano iniziando ad alzarsi dai letti, chi si stiracchiava, chi sbadigliava, chi chiacchierava, o chi era ancora sdraiato sul letto, cercando di ottenere la forza per alzarsi dal letto.

Lei si guarda intorno per qualche secondo, non poté fare a meno di pensare come era la vita per i ragazzi che non lavoravano come sicari, si svegliavano anche loro così presto? Passano anche loro il loro tempo ad allenarsi? Ma soprattutto, come sarebbe la vita se lei non fosse mai stata presa nell’agenzia A.A.?
Tutte quelle domande non avevano una risposta, o almeno non ancora, chissà come sarebbe stata quella missione…

Era rimasta un attimo persa nei suoi pensieri, prima di scuotere la testa e alzarsi dal letto, prendendo i suoi vestiti scelti il giorno prima da sopra il cassetto.

Non era niente di speciale, una maglietta bianca oversized, con la scritta “California” sul davanti, e diverse strisce sulle maniche e i bordi, i pantaloni erano un paio di bermuda di jeans oversized e una cintura nera, un outfit abbastanza normale, forse non perfetto per allenarsi, ma nel caso si sarebbe cambiata dopo.

Die, damn itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora