9-"Sostenerci tra noi vivi"

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Una leggenda giapponese dice:
"Se ti senti come se stessi perdendo tutto,
ricordati che gli alberi perdono le loro foglie ogni anno
e rimangono in piedi puntando verso l'alto,
attendendo l'arrivo dei giorni migliori"

POV MASON

Sto guardando il soffitto da ore. Forse due forse cinque, non ne ho idea. La mia mente è un turbine di pensieri insensati e ricordi che preferirei tenere da parte.

Mi sento svuotato, completamente privo di energie. Non sento niente oltre al battito del mio cuore. Non vedo niente a parte il soffitto buio della mia stanza. Sono dentro di me, rinchiuso nel mio stesso corpo.

Dopo non so quanto tempo, riesco ad alzarmi.

Controllo l'ora e sbuffo, sono qui inerme da più di due ore.

Ho la gola secchissima perciò decido di scendere in cucina per bere un pò d'acqua.

Mentre scendo le scale ascolto il silenzio.

Già, può suonare un pò strana come cosa, ascoltare il silenzio, ma vi assicuro che quando hai vissuto per diciotto anni in una casa dove ogni superficie scricchiola e tua nonna ha il volume della tv sempre al massimo, il silenzio è sacro.

Mi perdo di nuovo nei miei pensieri, un groviglio di oscurità e rammarico.

No. Non è il momento.

È da tutta la giornata che rimugino, adesso basta.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Sto per aprire la porta della cucina ma poi mi guardo intorno.

Dov'è Valery?

Di solito non si fa vedere molto ma comunque non resta tutto il giorno in camera sua. A volte sta in giardino, ma ora sta diluviando quindi ne dubito. Mi aspettavo che stesse in salotto ma non c'è.

Scuoto la testa. Perché mi importa così tanto?

Starà sicuramente in camera sua.

Mi riprendo e apro la porta della cucina per....

Porca puttana

Credo che mi sia caduta la mandibola a terra di fronte all'orribile spettacolo che ho davanti: Valery distesa a terra, con una mano sanguinante, circondata da schegge di vetro.

Credo che potrei vomitare.

Mi avvicino con cautela a Valery e la scuoto per le spalle <Pulce? Stai bene?>

Non so definire il sollievo che mi travolge quando apre gli occhi <Non chiamarmi pulce> dice assonnata.

Alzerei gli occhi al cielo se non fossi così preoccupato per lei.

<Che ti è successo?>

<Facevo un pisolino> risponde sbadigliando.

<Ma non mi dire. E perché hai deciso di farlo qui per terra?>

<Bé non l'ho deciso io. È capitato>

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