5. No, non la svegliare

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La serata è andata avanti tranquillamente; credo che ora i miei genitori approvino questa relazione dato che continuavano a parlare dei vantaggi che la famiglia di Joel avrebbe ottenuto.

La signora Hale sembra essere una brava donna, mentre il marito il contrario: ogni volta che qualche donna (anche cameriera) passava davanti il nostro tavolo, lui si concentrava o sul seno o sul culo di questa. Mi dispiace per la mamma di Joel...

"È stata una piacevole serata" dice mio padre rivolto verso l'altro uomo.

Siamo fuori, nel parcheggio, ed è il momento di salutarci.

"Sono d'accordo. Spero che presto lo rifaremo" risponde l'altro.

"Signor Carter" mormora Aiden porgendogli la mano. Ha lo stesso cognome di Mr. Carter... quindi anche Joel. Solo adesso ho scoperto il cognome del mio ragazzo?

"Signor Lauder" Elias, cioè Carter, imita il suo gesto.

Intanto che loro fanno tutte le loro cortesie, Joel mi prende per un polso (quello senza lividi) e mi spinge dietro la macchina di mio padre, in modo che nessuno se ne accorga.

"Già inizio a sentire la tua mancanza" sussurra accarezzandomi una guancia con il pollice.

Lo abbraccio, sprofondando la testa nel suo petto. "Dal vivo sei persino meglio. E dal telefono sei il dio della perfezione" mormoro.

Mi alza il volto con una mano e si abbassa su di me per baciarmi di nuovo.

"Julia, possiamo andare?" si intromette papà tra me e il mio ragazzo mentre siamo impegnati a limonare.

Mi allontano da lui, contro voglia, e guardo papà che ha una faccia impassibile, come se non fosse mai stato contrario a questa relazione, anzi l'avesse sempre appoggiata.

Annuisco e lancio un'occhiata a Joel; leggo nei suoi occhi la mia stessa voglia di un altro bacio. Guardo Aiden; nei suoi occhi c'è l'approvazione. Chi l'avrebbe mai detto che i miei genitori sarebbero stati improvvisamente contenti della mia relazione con Joel?

Entrambi, nello stesso momento, decidiamo di avvicinarci velocemente e posare le mani sulle guance dell'altro. Ovviamente posiamo anche le labbra su quelle dell'altro. Non è un bacio veloce, dato che sarà l'ultimo per tante settimane. Lo amo.

Mi allontano da lui e salgo in macchina, guardandolo dal finestrino dall'auto. Lui sorride.

Tra quanto tempo lo rivedrò?

Non mi addormento mai in macchina, ma questa sera sono così stanca che smetto di ascoltare la conversazione tra i miei genitori e chiudo gli occhi per un po'...

"Julia, svegliati, siamo arrivati. Julia".

Apro gli occhi e mi volto verso mamma che mi sta strattonando un braccio. Afferro la borsa e lo scialle, poi scendo dall'auto. Papà va in garage per parcheggiare la macchina, mentre io e mamma entriamo in casa. Io vado in camera mia, lei nella sua.

Poco dopo si sentono i passi di papà nel corridoio, poi bisbigli e infine risate- provenienti da entrambi- che dopo una decina di minuti diventano gemiti. Credo che siano passati circa tre o quattro anni dall'ultima volta che li ho sentiti fare questa cosa; non ho ricordi di loro due innamorati, sono sempre stati freddi... forse questa sera hanno bevuto troppo Champagne.

Il problema è che sembrano non averne mai abbastanza e non fanno dormire neanche me.




Mi dirigo verso la classe di fisica ancora stordita per tutto il sonno che ho. Non so quante probabilità di sopravvivere alla lezione di fisica ci siano... forse nulle. Entro in classe e poggio subito la testa sul banco, troppo stanca per mettermi a chiacchierare con gli altri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15 ⏰

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