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Charlotte

La suoneria del cellulare mi fece sobbalzare. Sette chiamate da mia madre. Perfetto. Strano che non abbia ancora chiamato a 'chi l'ha visto?'. Rispondo all'ottava chiamata. Erano le 7 di sera. Ho dormito ben quattro ore. Finalmente direi.
<<mamma?>>
<<si può sapere che diamine stai facendo?! da tre ore che ti sto chiamando>>.
<<appena sono tornata da scuola mi sono addormentata>> confessai con la voce ancora impastata. Stavo dormendo così bene!!
<<da quando trascuri lo studio per dormire?>>. Ed eccola qui, come se non facessi già abbastanza.
<<mamma guarda che so badare a me stessa>> sbottai infastidita.
Chiusi la chiamata. I momenti di felicità durano sempre quanto uno schiocco di dita...
Tutti pretendono sempre il massimo da me, trascuro me stessa per pensare allo studio e agli altri. Poi quando non lo faccio per un secondo subito che tutti iniziano a pretendere come degli avvoltoi. Invece quando porto dei risultati validi del mio impegno nessun riconoscimento.
La rabbia iniziava a ribollire dentro di me. Andai nel bagno della mia camera poggiai i pugni stretti sul bordo del lavandino. Le nocche erano diventate bianche per quanto stringevo. Cercavo di bloccare le lacrime, ma sapevo che non ce l'avrei fatta per molto.
Mi guardo allo specchio: la visione di una ragazza prosciugata dal dolore. Ma non dal suo, bensì da quello degli altri.
Per tutta la vita mi sono fatta sempre carico degli altri dolori, lasciando i miei sempre in disparte. Ho trascurato me stessa, ho trascurato il mio cuore ormai a marcire di sensi di colpa per tutto. Annaspai cercando di calmarmi, ma non ci riuscivo. Sapevo che era anche lo stomaco vuoto che mi faceva perdere la lucidità.
Forse dovrei mangiare qualcosa... lo squillo di un messaggio mi riportò alla realtà. Era Scarlett.

ti passo a prendere alle 22.
Non fare tardi come tuo solito.

Non avevo proprio la testa per andarci a quella stupida festa. Oddio Josh. Senza rispondere a Sky sono andata direttamente a cercare il contatto di Josh, ma... nessun messaggio. Da quella mattina non mi aveva mandato neanche un messaggio di buongiorno o che so io. Ma non tanto il buongiorno, più che altro mi ha sorpresa che non mi abbia nemmeno chiesto che cosa mi fossi messa per andare a scuola. Molto strano dato che oggi non avrebbe dovuto avere partite o allenamenti. Oggi è proprio il suo giorno libero.
La verità? mi sono stancata di rincorrerlo. Non voglio scrivergli sempre io oppure incrementare sempre io i discorsi. Almeno per oggi non voglio sottomettermi a lui e aspettarlo.
Cazzo, se mi sono rotta le palle.
Mi ricordo di Scarlett.

non ho molta voglia,
e poi devo studiare.

Non hai scuse.
Tu ci vieni e basta.

Sarebbe stato come combattere con un muro e quindi mi arresi.
Andai in bagno e cercai di rendermi un minimo presentabile. Presi dall'armadio dei jeans molto stretti, un top e una felpa oversize da sopra. Molto semplice, come me. Non mi sono mai piaciute le cose stravaganti per via del mio fisico. Che sto iniziando ad odiare sempre di più...

Un filo di trucco e giusto in tempo perché suonarono alla porta.
Ovviamente Scarlett avvolta nel suo tubino bordeaux. Bellissima. Semplicemente meravigliosa. Tutti erano pazzi di lei e non se ne rendeva conto. Tutti tranne Theo. Non che non la trovi bella, anzi dice sempre che è stupenda. Però quando si instaura un rapporto di amicizia molto profondo, quasi fraterno, con una persona, non le si riesce a pensare come fidanzati. È anche normale.

***

Arrivammo alla villa stratosferica di Gerry. Ammazza che ricchi. C'era un sacco di gente. Certo che ci è andato dentro, eh.
Ci avvicinammo ai nostri amici dove, ovviamente, c'era anche il motivo della festa: Dylan. Notai subito i suoi pantaloni di tuta grigi e la maglietta nera a maniche lunghe che gli fasciava perfettamente il corpo scolpito. Rimasi a fissarlo per un po' non accorgendomi del fatto che aveva già fatto parecchio amicizia. Un sacco di ragazze gli giravano intorno e lui sembrava dare corda a tutte. Ma tutte proprio. Principino del cazzo. Ecco perché non volevo venire, per non subirmi queste scene da voltastomaco. L'ho fatto solo per i miei amici.
Mi unii a loro e fortunatamente Dylan se ne andò con un paio di ragazzi a ballare e a divertirsi.

UN UNICO RIVALE: IL DESTINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora