Scarlett
Mi sentivo male al solo pensiero che sarebbe potuto arrivare a questo. Ma oggi è successo per davvero. Credevo che l'avrebbe lasciata, ma non tradita. Mi sento uno schifo a pensare che non sono riuscita a proteggerla.
Si è addormentata, cazzo. Volevo prima farle mangiare qualcosa perché, anche se lei pensa che non me ne sia accorta, è dimagrita molto nell'ultimo periodo. So che non sta toccando cibo e questa cosa mi preoccupa.
<<cosa dovevi spiegarci?>> si ricorda Theo.
<<da qualche settimana a questa parte che Charly è dimagrita, di molto. So che non mangia da un po' e ogni volta che si tratta di cibo trova sempre una scusa. Lei pensa che io non lo sappia, ma la conosco più di quanto crede>> esalai tutto d'un fiato. Nic sembrava particolarmente scosso dalla rivelazione.
<<sono un coglione, come ho fatto a non accorgermene prima?!?!>> sbraitò.
Si stava dando la colpa per non essersene accorto subito perché sa che quando è successo a lui una cosa simile, Charlotte è stata la prima ad accorgersene e stargli accanto. Infatti da quel momento lui ha avuto sempre un po' di apprensione in più nei suoi confronti. Ora si sente come se lui non fosse riuscito a ricambiare... e lo capisco.
Tutti dobbiamo qualcosa a Charlotte perché in qualche modo è sempre stata la prima a consolarci o ad aiutarci per qualsiasi cosa, pur abbandonando se stessa.
Chissà come si sarà sentita abbandonata da noi...
Ma non era il momento di pensare. Era arrivato il momento di agire, per davvero.
<<adesso che possiamo fare? Si è addormentata e non può mangiare nulla, cazzo>> disse Gerry.
Tutti pensammo ad una soluzione... finché Theo non disse: <<portiamola a casa, facciamola riposare e domani mattina noi saremo lì con lei a trovare una soluzione e, soprattutto, a farla mangiare>>.
Idea perfetta. Saremmo rimasti a dormire lì nella stanza degli ospiti e la mattina dopo, tutti completamente lucidi, avremmo trovato una soluzione.
Ma sappiamo tutti che il destino decide per sé.
<<ragazzi, aspettate. Io non posso lasciare la villa incustodita. Andate voi, appena se ne andranno tutti vi raggiungo. Cercherò di trovare un pretesto per farli andare via prima>> decise Gerry.Così, trascinammo Charly in macchina che si appisolò sulla mia spalla. Forse dormire le avrebbe fatto bene.
In macchina decidemmo sul da farsi a casa sua: io e lei avremmo dormito in camera sua così che l'avrei potuta controllare per tutta la notte; e Nic, Theo e Gerry avrebbero dormito nell stanza degli ospiti.
Nic sembrava estremamente nervoso, a volte digitava qualcosa al cellulare e altre si tormentava le nocche. Ad un certo punto sbottò: <<posso dormire io con lei?>>.
Però, io, non gli diedi risposta. La mia mente era saltata ad un pensiero che non mi ero posta fino a quel momento: dov'è Dylan?
Le ha salvato la vita più di quanto non ci siamo riusciti noi. Appena ci siamo distratti è scomparso. No, se anche lui è intenzionato a farle del male lo brucio.
Quando la aiutano in qualcosa lei è molto riconoscente e non si stacca facilmente per ricambiare il favore. Mi sa che ne vedremo delle belle...
Mi ricordo della domanda di Nic e vado per rispondergli, ma mi accorgo di una macchina appena giriamo l'angolo. E all'interno c'era proprio lui. Aveva gli occhi gonfi, sembrava avesse pianto ed era perso nei suoi pensieri, si vedeva.
Dopo qualche secondo ci ha visti e Theo alla guida ha premuto il freno, lo stesso ha fatto Dylan. Prima ha scorto un'occhiata a Nic, evidentemente nervoso. Più del solito in realtà. Poi passò lo sguardo dietro e si posò sulla figura che stava dormendo dolcemente sulla mia spalla, aveva il viso d'angelo per la prima volta.
Dopo un velocissimo scambio di parole con Theo abbiamo scoperto che Dylan vive proprio nella stessa via di Charlotte, solo nella parte opposta.
<<mi raccomando, non fare cazzate>> esordì Theo con il suo solito tono pacato ma con una punta di amarezza.
Forse Theo non se ne accorse ma io si. L'espressione di Dylan era cambiata da un momento all'altro. Qui c'è qualcosa che mi puzza...
Dopo un cenno, Dylan ci salutò e andò dalla parte opposta.
Tornai su Nicolò: <<dicevi Nic?>>
<<posso stare io nella sua stanza?>> scandì lui. Richiesta particolarmente strana da parte sua... ma volevo starle io accanto, non so quanto la presenza di un ragazzo avrebbe potuto farle bene. Certo, si volevano bene ma Charlotte si sentirebbe più sicura a svegliarsi accanto a me rispetto a Nic.
<<no, Nic, mi dispiace ma penso si senta più a suo agio a svegliarsi accanto a me. Domani, dopo che avremo risolto la situazione, la prendo in disparte e ci parli>>.
Nic non proferì parola ed arrivammo finalmente a casa.
Mabel non era a casa per il weekend a causa del lavoro, fortunatamente. Così avremmo avuto tutto il tempo per occuparci di questa faccenda.
Portammo Charly nella sua stanza e la adagiammo sul letto. Si era fatto tardi così decidemmo di dormire. Io però non ci riuscii, avevo troppa paura che dopo questo evento Charlotte sbottasse tutto quello che le avevamo fatto passare, oppure che peggiorasse. So che non sono una brava amica in questo periodo e mi dispiace perché le voglio un bene dell'anima.
Ad un certo punto sento Charlotte parlare nel sonno, ma non riesco a capire perché sembrano lamenti. Chissà cosa starà passando, poverina. Non se lo merita. è una delle persone più buone che conosca e si merita solo tutto il bene del mondo questa ragazza.
Ad un certo punto sento il cigolio della porta e pensai fosse arrivato Gerry, ma era Nic. Per oggi ha rotto di chiedere sempre di charlotte. Mi sta stressando e abbiamo capito che è dispiaciuto ma secondo me sta esagerando. Non avevo voglia di litigare così feci finta di dormire, ma lui sussurrò: <<so che non stai dormendo davvero>>
infastidita gli risposi: <<beh, se me lo permetti mi addormenterei pure>>
<<senti, è anche mia amica e le voglio un bene dell'anima. Non è solo tua, mettitelo in testa e faccio il cazzo che mi pare>> sputò freddo.
Avevamo affrontato molteplici volte questo discorso: "io sono gelosa di Charlotte tanto da non far avvicinare neanche loro e bla bla bla", cazzate. Lui aveva sempre detto così in momenti del genere, quando io voglio solo proteggerla. Ma ovviamente deve rendere tutto sempre drammatico il signorino.
Non avevo le forze e l'umore per litigare, soprattutto se rischiavamo di svegliare Charly quindi gli chiesi solamente:<<gerry è arrivato?>>
<<non ancora, ha detto che non accennano ad andarsene anche se lui ha trovato molteplici scuse. Non se ne stanno fregando nemmeno che il coglione per cui è stata organizzata la festa se n'è andato>>
<<perché "coglione"?>>
<<e dovrei anche spiegarlo? Se n'è andato lasciandoci in balia delle onde senza dirci nulla. E questo non lo chiami coglione?!>>
Ancora una volta stava reagendo in modo esagerato. Si, non nego che Dylan non si sia comportato correttamente, ma lo conosciamo da un fottuto giorno, che cosa pretende!? Lo lasciai senza risposta tanto sarebbe stato come combattere contro un muro.
Alla fine fu lui a parlare di nuovo: <<voglio solo stare con lei, per favore >> sembrava davvero disperato questa volta.
<<Nic, no, e non si discute. Per stasera è così. Da domani fai tutto quello che vuoi>> competere con me non era da meno comunque.
Sbuffando si arrese e se ne andò. Così potei cullarmi del buio della notte che entrava dalla finestra e con l'ansia che sembrava essersi impossessata di me.***
Un rumore mi svegliò. Erano le 6.15. Direi presto, troppo presto considerando che sono riuscita a dormire solo due ore. Giuro che se becco quel qualcuno che facendo casino lo uccido. Diedi uno sguardo al cellulare e c'era un messaggio di Dylan, ma l'avrei aperto dopo. Mi girai dall'altra parte e vidi Charlotte dormire ancora, fortunatamente in modo tranquillo. Durante la notte non è stata particolarmente irrequieta tranne per qualche incubo e crisi.
Scesi dal letto con cautela e seguii il rumore. Non riuscivo a capire bene di cosa si trattasse, ma proveniva dal piano di sotto. Era Theo e... strano pensavo di trovare Nic. Era intento a manovrare con le padelle. Ma dico io proprio alle sei del mattino?!
Scesi giù nell'intento di fulminarlo ma qualcosa mi bloccò: odore di pancak. Ok, qui iniziamo a ragionare.
<<si può sapere gentilmente perché c'è odore di pancake alle 6 del mattino?!>> gli chiesi un po' infastidita.
<<calmati, sto preparando la colazione così che tutti ci potessimo svegliare nel modo più docile possibile. Così almeno saremo tutti su di morale>> mi rispose lui con tono pacato e con la voce ancora un po' impastata.
Effettivamente non aveva tutti i torti, così gli dissi soltanto: <<va bene, hai ragione, ma potresti fare meno rumore? Ieri è stata una giornata estenuante per tutti>>
Accennò un sì e ritornò con il suo naso perfetto rivolto verso i pancake.
Ma prima di girarmi e andarmene feci un'ultima domanda: <<dov'è Nic?>>
<<Stava dormendo fino a poco fa, ora non lo so>>
Alla fine, girai i tacchi e me ne andai. Aprii la porta della camera degli ospiti ma c'era solo gerry avvolto da strati di lenzuola, in mutande e spaparazzato sul letto. Il posto accanto: vuoto. La finestra: aperta.
Così uscii fuori e lo trovai sul dondolo intento a sfregarsi le mani per il freddo. Gli poggiai una coperta sopra attirando la sua attenzione. La verità è che mi è dispiaciuto per come lo trattato la sera prima. Voleva solo proteggerla e starle accanto come stavo facendo io.
<<non volevo trattarti così ieri>>
<<voglio solo farle capire che su di me può contare come io ho fatto con lei>> disse con voce rotta. Si vedeva che non aveva dormito. Eppure lui dorme pochissimo sempre e mai lo fa notare, ma questa volta era davvero evidente. Era spento, occhi gonfi e lucidi, nocche distrutte. Gli presi la mano ferita e la carezzai. Le vene evidenti pulsarono dal dolore e lui ritirò la mano.
<<scusa, non volevo>>
non mi ripose, evidentemente se avesse parlato sarebbe scoppiato a piangere, così si limitò ad accarezzarmi la schiena.
<<come te le sei procurate>> chiesi indicando le schegge fresche sulle sue mani.
<<ci sono cose che vanno fatte in silenzio per il bene di chi ti sta accanto>> sussurrò.
Non l'aveva mai fatto con me, parlare dei suoi pensieri, intendo.
Non replicai, misi solo la testa sulla sua spalla e mi addormentai coccolata dal vento mattutino che ti entra nelle ossa.Mi svegliai di nuovo ed ero nel letto di Charlotte. Dormiva ancora anche lei. Probabilmente mi avrà portata Nic qui. Erano le 7.30, beh, era arrivato il momento di alzarsi. Andai in bagno per lavarmi e cambiarmi. Appena presi nuovamente il telefono in mano mi ricordai del messaggio di Dylan.
dimmi quando posso
passare, devo parlarle.appena si sveglia ti mando
un messaggio. cosa devi
dirle?senti... non ti incazzare ma
voglio dirle che non deve
contare su di me. Storia
lunga e tranquilla, sarò
cauto. Capisco la situazione.la situazione iniziava già a non piacermi più. Lei ci avrebbe sofferto ed è l'ultima cosa che ci vuole in questo momento. Se va a fare qualche cazzata lo brucio. Però forse, poiché non lo conosce, non si dispiacerà così tanto. Lo spero.
non ti chiederò il motivo
ma se va a versare anche
solo una lacrima per colpa
tua sei finito.Non ottenni risposta. Avrebbe fatto meglio a comportarsi davvero, ma davvero cauto e delicato.
Scesi giù e trovai Gerry ad apparecchiare, Theo finalmente a sfornare i suoi pancake e Nic sul divano sofferente.
<<charly dorme ancora>>
<<meglio così >> rispose secco gerry.
<<sentitemi, non dovete farvi vedere così da lei. Dovete mostrarvi sorridenti, per lei. Tu, Nic, nascondi le mani. Mettiti dei guanti, tanto oggi fa freddo e ci stanno e non fare il cucciolo indifeso; Gerry non fare il seccato e freddo e tu, Theo, non fare quello con la voce piena di amarezza. Se no lei si sentirà ancora più a disagio, chiaro?>> spiegai tenendoli d'occhio. Ottenni un assenso di gruppo, ma non mi convincevano molto.
Tornai di sopra per controllare Charlotte e aspettai che si svegliasse.
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UN UNICO RIVALE: IL DESTINO
ChickLitCharlotte Zoey Pérez vive a Chicago con sua madre, la sua migliore amica Scarlett ed il suo fidanzato Josh. Il solito biondo con occhi verdi che ti fa perdere la testa. Charlotte è una comune adolescente che sta conoscendo l'amore. Lei frequenta il...