Capitolo 4.

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Victoria's pov:

Poi mi porse la mano e sorrise.
<<Sono Kieran Thompson.>>

<<Victoria, molto piacere>> Risposi educatamente, stringendo la sua mano.

Mi prese la mano senza permettermi di replicare e iniziò a camminare.

Stando attenta a non cadere mi soffermai su Kieran.

Era alto almeno venticinque centimetri più di me, ad occhio e croce.
Capelli neri e occhi del medesimo colore, un piercing al labbro, le mani costellate di anelli, l'uniforme della Bleuville e un soprabito elegante nero.

<<Com'è essere una principessa?>>
Mi prese alla sprovvista con quella domanda.

Non sapevo come rispondere.

Non ci avevo mai pensato, per me era semplicemente normale essere una principessa, ero nata con quel titolo e sarei morta con quel titolo.

Avevo tanta pressione addosso, dovevo pesare le parole in qualsiasi circostanza, non potevo avere idee politiche, non potevo andare in giro da sola o parlare con mio nonno senza prima inchinarmi, non potevo vivere le relazioni allo stesso modo dei miei coetanei.

Avevo baciato solo un ragazzo e avevo avuto un solo fidanzato, ovviamente senza poter ufficializzare il tutto.

Charles era il figlio di un amico di mio padre.

Si erano conosciuti al college e spesso si vedevano per giocare a cricket e ricordare i tempi del college bevendo del whisky.

Chris e mio padre giocavano a cricket, Sophia e mia madre prendevano il the in una delle tante sale di Kensington Palace.

E a me toccava intrattenere Charles.

Charles non era simpatico, per niente.
Era presuntuoso e si arrabbiava sempre quando vincevo a Scrubble.

Un giorno, dopo l'ennesima sconfitta uscì dalla stanza, mi dispiaceva per lui quindi lo seguì all'esterno del palazzo, chiedendo gentilmente alla domestica di non seguirmi.

Non volevo che Charles si arrabbiasse con me per uno stupido gioco.

E soprattutto non volevo far arrabbiare i miei genitori, risultando scortese.

Charles quando mi vide non mi urlò contro, anzi, mi sorrise.

Mi prese per mano portandomi verso il giardino sommerso.
Amavo il giardino sommerso, era pieno di fiori bianchi.
Sembrava un paesaggio chimerico. Potevo toccarlo ma non sembrava reale.

Pensai che Charles volesse parlare senza essere disturbati, lui però aveva altri piani.

Avevo solo quindici anni e Charles mi baciò in mezzo ad una distesa di fiori bianchi.

<<Normale.>> Dissi a Kieran, senza sbilanciarmi troppo.

Lui non rispose, probabilmente perso tra i suoi pensieri.

Ci fermammo davanti ad un piccolo locale, pieno di rose rosa con diverse tonalità di colore.
E degli eleganti tavolini di legno all'esterno.

Era un posto incantevole ed elegante nonostante la sua semplicità.

Seguì Kieran all'interno e quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.

Thomas aveva ragione, c'erano rose ovunque.
Mi guardai intorno estesiata.

Kieran si tolse il cappotto e lo appese in un appendiabiti di legno accanto alla porta.

Questo posto era davvero accogliente, sembrava una di quelle caffetterie descritte nei libri d'amore.

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