Un'ombra è nascosta da quattro quadrati biancastri.
La porta è aperta, ma nulla si muove.
La stanza è vuota, l'eco di passi e voci non l'arreda, così come non sono appese memorie, soltanto i loro chiodi.
Il tempo si dissolve nella nebbia, i minuti accartocciati sono ammucchiati in un angolo.
Un volto è riflesso sulla finestra, consumato dall'immobilità e dal gelo, ma il lume che trapassa il soffice grigiore ne dissolve i lineamenti.Il telefono, come ogni giorno, non suona. La posta, come ogni giorno, non arriva. Non aspetto nulla se non tutto.
Infiniti scenari si srotolano sulle vecchie assi, mai letti, mai vissuti.
Sento il mondo sorgere dietro la finestra, ma per me è ancora buio.Eppure, un pallido chiarore fa capolino dall'uscio aperto, come un bambino troppo curioso.
Forse è tutto un dormiveglia, un merletto tessuto dalla mia mente.
Forse, nel sogno di un altro, io sono già uscito da quella porta, ho già vissuto tutto ciò che immagino, e semplicemente non lo ricordo.
La consapevolezza di non sapere mi pesa più di quanto pesi l'attesa.Forse non c'è mai stata una porta.
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Minuzie
Non-FictionEsercizi di scrittura, storielle scritte di getto, "Dioniso m'ha ispirato ancora una volta"...chiamatele come volete. Se non si capisce nulla, è normale: tutto è simbolico, tutto è personale.