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Lily Liamson era appena atterrata a Capodichino, dopo un estenuante volo da Amarillo, con scalo a New York, e ora aspettava che il marito la venisse a prendere, certo, andare in treno sarebbe stato decisamente più facile, ma lui aveva insistito di volerla portare a Foggia di persona, chissà che sorpresa aveva in mente per lei. Faceva decisamente troppo caldo per i suoi gusti, in più il suo vestito rosso e lungo era veramente soffocante. Amarillo non era un posto freddo, ma Napoli lo portava a un altro livello, per fortuna aveva il ventaglio per non squagliarsi al sole. Si guardava intorno alla ricerca di Tom, se fosse arrivato troppo tardi a casa gliela faceva pagare.
Tom invece aveva lasciato andare i peccati la sera prima, con la promessa di rivedersi il giorno dopo, ovviamente erano stati tutti minacciati, che se non si fossero presentati, lui sarebbe andato fin sotto casa loro e li avrebbe portati con lui con la forza. Ciò era stato abbastanza per far presentare davanti casa sua i suoi ostaggi alle prime luci dell' alba, nessuno di loro era contento di trovarsi lì, soprattutto a quell' ora del mattino, ma le sue minacce erano piuttosto efficaci.
La prima ad arrivare fu ovviamente Venus, che come al solito era l' unica che non vedeva l' ora di stare con Tom, soprattutto perché il giorno prima, dopo essere stata liberata dall' agente era andata a fare shopping più o meno legale, ed era stata beccata, quando era stata portata alla stazione però l' americano l' aveva fatta uscire dopo due secondi, poi l'aveva salutata, raccomandandosi di presentarsi il giorno dopo e si era avviato verso casa sua, senza neanche darle l' opportunità di fargli qualche domanda. Quindi ora Venus sperava di ottenere un po' di informazioni su di lui parlandogli prima dell' arrivo degli altri, ma quando aveva suonato il campanello non c'era stata alcuna risposta, così stava fuori dalla porta come un cane bastonato.
Subito dopo di lei ad arrivare fu Ismaele, che ora aveva la testa fasciata dopo gli avvenimenti della sera prima, onestamente era stato tentato dal non presentarsi, ma poi il ricordo di Tom che lo prendeva in braccio gli aveva fatto cambiare idea, quell' uomo sarebbe stato capace di sollevare una montagna, figuriamoci trasportarlo dalla sua casa al suo giardino, probabilmente per l' agente pesava quanto un acino d’uva.
Ira salutò Venus brevemente, per poi suonare anche lui il campanello, anche questa volta non ci fu alcuna risposta, cosa che irritò il ragazzo parecchio, spingendolo a prendere a calci un vaso, che si ruppe, Ismaele allora si mise leggermente paura, normalmente Tom lo avrebbe menato, ma poteva anche dire che era stata Venus, lei sicuramente non l' avrebbe picchiata.
A raggiungerli dopo fu Valeria, i due peccati che erano già presenti non fecero neanche in tempo a dirle che suonare il campanello era inutile che la ragazza stava già tentando di aprire la porta a calci, dopo un paio di tentativi però fu costretta anche lei a cedere, le porte di quella casa erano fin troppo toste. “Perché non ci apre quel tremon!" Chiese Invidia, più a Dio che agli altri due, che si strinsero nelle spalle, l' agente era un mistero anche per loro.
I tre allora incominciarono a cercare altri modi di entrare, provarono dalle finestre, che però avevano le persiane ben chiuse, poi passarono alla ricerca di un' entrata secondaria, magari che portasse al seminterrato, per poi risalire in casa, ma tutto sembrava vano, e riprovare a usare Ismaele come ariete non sembrava una buona idea. Si stavano quasi per arrendere quando Venus vide una finestra aperta, magari sbirciando da lì sarebbero riusciti a capire che cosa stava facendo l' agente e perché non aprisse quella dannata porta.