Antipasti

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Mattia l'ha sempre pensato così, il lusso.

Superata la porta scorrevole in legno massello, lasciata aperta per metà per contribuire all'effetto sorpresa, sotto i suoi occhi prende forma un opulento buffet.

Sceniche fontane di gamberoni, tartare di carne e pesce, canapè dalle composizioni e dalle forme più svariate e ancora, crudo di spada - del quale svetta in un angolo la testa perfettamente integra - carpacci di polpo, tonno, spigola con accanto ciotoline colme di salse di tutti i tipi.

Un prosciutto appena cominciato, affinché il primo strato di grasso apra la strada alla carne più magra e saporita; una forma intera di Parmigiano Reggiano DOP, aperta a metà per creare l'illusione che dal suo centro fuoriescano, come pepite d'oro da una cascata, scaglie gustose, pronte a essere divorate in un solo boccone.

Immancabili, al centro, ostriche e spicchi di limone, affiancate da due grosse coppe di cristallo, riempite con caviale, rosso e nero.

Sbalordito e allettato da quella visione, l'ospite resta sulla soglia, indeciso su come comportarsi.

"Non fare complimenti, mi raccomando. Mia moglie si è accertata personalmente della freschezza delle materie prime," Antonio posa la mano al centro della sua schiena, esercitando una leggera pressione affinché avanzi di qualche metro, "tutto questo soltanto per te."

Il braccio destro che si apre a indicare il tavolo e le tre sillabe della parola "soltanto" che marcano l'aria di un'esplicita durezza. Mattia questa volta percepisce chiaramente l'astio, nei suoi confronti ma, ancora una volta, appena Cecilia compare loro davanti, portando con sé due bottiglie di champagne, il volto del marito torna disteso e sorridente.

"Non so quante volte l'ho ripetuto oggi, di metterle nel frigo dei vini, centinaia! Eppure ecco qui," porge ad Antonio entrambi i Dom Pérignon, "ci toccherà berli caldi."

La frustrazione della moglie non destabilizza minimamente il coniuge.

"Ci penso io, tesoro. Questa mattina ne ho messa una a raffreddare, per ogni evenienza..."

Cecilia esita, sembra sul punto di dire qualcosa mentre lui le passa accanto, diretto in cucina, poi le labbra si richiudono e la sua attenzione torna a Mattia.

"Devi perdonarci queste approssimazioni. È tutta colpa mia," il ragazzo la fissa in silenzio, incapace di comprendere se sia seria o stia facendo dell'ironia, "ho insistito io per concedere a tutti i domestici una serata libera."

Quelle iridi nocciola, calde e profonde, scivolano sul pavimento prima di ricomparire velate di lacrime.

Disagio. Puro e impossibile da dissimulare.

Mattia non l'ha avvertito entrando nella villa imponente o attraversandone camere e corridoi, arredati con marmi e pezzi unici da collezione; non l'ha provato durante la stretta di mano con Antonio; nemmeno dopo aver fatto un rapido calcolo di quanto possa essere costata, quella cena.

Lo sente adesso. In ogni pensiero e in ogni fibra. Sono quegli occhi, fissi e tremanti al tempo stesso, che gli smuovono qualcosa alla bocca dello stomaco. E mentre il disagio sembra pervadere anche il corpo della donna, è col corpo, che il ragazzo reagisce.

Le mani si muovono in automatico, cercano e stringono. Dita calde e rassicuranti si intrecciano a dita fredde e incerte.

"Cecilia è tutto stupendo e non c'è nessuna approssimazione! Non vorrei sembrare il pezzente di turno, ma se può tranquillizzarti," ancora un passo in avanti, protettivo, "io non ho mai visto un banchetto del genere, in tutta la mia vita!"

Il sorriso cortese che riceve da Cecilia allevia di poco la tensione, prima che una voce maschile lo colpisca alle spalle. Ha fatto appena in tempo a sfilare le dita, ma le loro mani sono ancora vicine.

My baby just cares for meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora