TMI -Minho

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Quel giorno saremmo rimasti da soli. Dovevamo evitare di fare cavolate e restare a casa. Sì, ok, potrei non aver seguito nessuno di questi punti...

«Jisung, io esco a comprare la pappa ai gatti.» dissi mettendomi le scarpe.

«Vengo con te!» esclamò lui correndomi dietro. «Devo comprare delle lentine nuove.»

«Scoiattolino del mio cuore, da quando usi le lentine?» chiesi perplesso.

«Da... mh... da quando avevo sedici anni.»

«E non me l'hai mai detto?»

«Non ti eri accorto del liquido per le lentine che c'è in bagno?»

«Non ci ho mai fatto caso; che devo dirti?» risi chiudendo la porta a chiave.

Dopo aver comprato tutto il necessario al centro commerciale, andammo nel parcheggio per tornare in auto. Mentre pagavo, feci entrare in auto Jisung per posare gli acquisti.

Quando lo raggiunsi, però, lo vidi parlare con qualcuno che indossava un berretto calato sul volto.

«Le ho detto che non sono io, mi lasci in pace.» parlò Jisung.

«Mi stai mentendo, io so che sei Han!»

«Che cosa vuole scusi?» chiesi arrivando.

«Lee Minho? Che ci fai con questo qui?» disse lo sconosciuto che si alzò di poco il cappello.

«Jin Young...» sussurrai spalancando gli occhi.

«Perché sei con Han Jisung?»

«Si chiama Mark, Jisung lo vedremo domani, no?»

«Ma lo ricorda, sembra lui.» Lo squadrò.

«Non credo. Ci vediamo domani!» Lo salutai facendo salire in auto Han.

«Minho, cosa mi nascondi?»

«Assolutamente nulla!» dissi aprendo il mio sportello.

«Se scopro che quello è davvero mio nipote uccido prima te e poi lui.»

«A domani capo.» Salii e partii subito. «Devi farti la tinta.»

«Devo farmi la tinta.» Mi diede ragione il mio ragazzo. «Mi ha visto nel momento peggiore, così sono riconoscibile!»

«A casa ho qualche colore, ne scegli uno e ci penso io.» Lo guardai per qualche secondo. «Avverti i ragazzi che pranziamo tutti insieme da noi.»

«E se mi chiedono il motivo?» mi chiese con il cellulare in mano.

«Emergenza.» dissi d'istinto. Poi ci pensai e mi corressi. «"TMI*", loro capiranno.»



«UNA COSA, MINHO! UNA!» sbraitò Chan dopo essere entrato in casa, seguito dai ragazzi.

«Hyung perdonami, ma dovevo prendere la pappa ai gatti...» cercai di spiegare.

«E TI SEI PORTATO LUI?!» disse indicando Jisung.

«Gli servivano le lentine...»

«Stai scherzando? Potevi prendergliele tu!»

«Ma non sapevo nemmeno che avesse problemi di vista!»

«Ok, basta ragazzi.» Felix si mise in mezzo a noi e ci tenne distanti. «Minho hyung, spiegaci cos'è successo.»

Feci del mio meglio per non farmi ammazzare da Chan ogni volta che aprivo bocca.

«Sei stato stupido.» mi bacchettò Seungmin.

«Ma si è difeso bene, speriamo di non avere intoppi.» Changbin mi mise una mano sulla spalla.

«L'ha presa sul serio questa cosa di uccidermi.» disse Jisung, appena uscito dal bagno. Si era tinto i capelli di un bianco sporco, quasi grigio.

«Purtroppo prende le cose troppo seriamente quello lì.» mormorai sospirando. «Comunque, sei stupendo.»

«Grazie!» Sorrise e mi scaldò il cuore.

«Dobbiamo avere un nuovo piano per domani, ormai avrà sospettato di Jis e di noi.» Felix si strinse le mani intorno ai fianchi.

«Hyung, forse ho qualcosa per voi.» Ci avvicinammo al computer di Jeongin. «Domani c'è il circo qui in città e purtroppo alcuni circensi hanno una malattia che c'è in giro per ora e non si potranno esibire. Cercano personale.»

«Ma noi non siamo circensi.» disse Hyunjin confuso.

«Ma io sono un hacker e domani ci sarà la stampa e tutti i giornali della Corea. Quindi vi chiedo, mi metto all'opera?»

Chan gli diede l'ok e subito il più piccolo si perse nei codici del computer.

«Ma quindi il vestito che mi ero comprato non va più bene. Uffa, spero che lì ci siano...» sussurrò Hyunjin.

«Jisung-ie, chiama Kim e avvertilo del cambio di piano, per favore.» ignorai quell'idiota che aveva parlato.



Era passata qualche ora. Eravamo riusciti a diventare i nuovi circensi e avevamo avvertito Kim.  Le armi erano pronte, i vestiti li avevamo recuperati non so come grazie alla sorella di Seungmin che possedeva un atelier e avevamo anche mangiato. Eppure mancava ancora qualcosa ma senza capire cosa, ci mettemmo sul divano in silenzio. Ci guardavamo e non fiatavamo.

«Ragazzi ma se JYP si porta un esercito noi come facciamo?» domandò Changbin. «Conoscendolo si porterà i "2PM", gli "Xdinary Heroes" e i "Day6". È tanta gente e noi siamo solo otto.»

«Ma certo!» esclamai mettendomi in piedi. «Dobbiamo usare delle illusioni ottiche!»

«Che?» Seungmin mi guardò storto.

«Dobbiamo fare in modo che gli altri circensi siano vestiti, acconciati e truccati come noi, in modo tale che non capiscano chi è chi!»

«E come vorresti fare?»

«Conosco un leader che sa giocare bene le sue carte.» Guardai Chan e lui guardò me, con uno sguardo complice.

«Oh, contaci. Sono il migliore in queste cose.» si pavoneggiò.

«Quindi ora è tutto risolto?» chiese Jisung torturandosi le mani dal nervosismo.

«No, non mi avete detto che facciamo se JYP viene con i rinforzi.» si imbronciò Changbin.

«Facciamo quello che sappiamo fare meglio.» Si alzò Chan e tutti fecero come lui. «Combattiamo e li facciamo fuori.»

«Ragazzi ricordatevi una cosa: se nel destino è scritto che perderemo, faremo in modo di cambiare il nostro futuro fin dal primo momento. L'ho imparato in questo periodo in cui sono stato con voi e con Minho e, vi giuro, fare pazzie è la cosa più bella che mi sia mai capitata.» Ci guardò uno per uno. «Facciamo questa pazzia e vinciamo anche domani!»

Ci abbracciammo tutti con un sorriso sul volto. Erano vere le parole che aveva detto Jisung e io credevo con tutto me stesso che avremmo vinto.

«Se sono con voi, anche la cosa più stupida diventa una cosa intelligente che verrà scritta sui libri di storia.» sussurrai dando vita ai miei pensieri.



"TMI" è l'acronimo di "Too Much Information", ovvero "troppe informazioni".

HaPpY -The Minsung's love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora