4 Niente lacrime

22 3 11
                                    

O cameretta che già fosti un porto
a le gravi tempeste mie diürne,
fonte se' or di lagrime nocturne,
che 'l dí celate per vergogna porto.

~O cameretta che già fosti un porto, Francesco Petrarca


La notte scivola su di me come un mantello, come se fosse aria.

Raramente noi dirigenti riusciamo a dormire di notte, si dice che la mafia lavori di notte, ed è così.

Solitamente la parte del giorno, un intero giro della terra in torno al proprio asse, in cui riusciamo a riposarci è tra le cinque di notte e le nove del mattino. Poi ovviamente è in base alle missioni dei diversi dirigenti. La mia ultima missione, insieme a Dazai, è durata un paio d'ore dopo pranzo, quindi c'è stato dato un giorno di pausa.

Sono nel mio letto. Mi sto rigirando nel mio respiro da diverse ore. Solitamente riesco a dormire discretamente, ma non oggi.

🍷🩸🍷


È passato altro tempo, credo di star dormendo. In realtà non lo so.
Era buio prima ed è buio ora. Io non ho mai sognato nulla, ciò che vedo quando dormo è il nulla più assoluto, è come se mi trovassi a fluttuare dentro un fluido nero pece che attutisce tutti i rumori esterni.

Non mi capita spesso, solitamente riesco a riposarmi facendo passare una notte intera in pochi minuti, ma quando capita, preferirei sul serio non dormire e passare tutta la notte a torturarmi con i miei pensieri.

Cerco di gridare e di respirare, ma più ci provo e più mi sento soffocare. Non so perché ma cerco di alleviare il dolore ai polmoni incidendo sulla carne del mio collo dei graffi che per pochi secondi riescono ad alleviare il mio magone.

La sensazione non è cambiata per nulla, ma ora sento qualcosa di soffice sotto di me: un letto. Il mio letto.
Ormai non riesco più a controllare i miei polmoni, ora però riesco a vedere qualcosa di luminoso, credo sia la luna fuori dalla finestra oppure un lampione, ma che cazzo ne so.

Voglio piangere, far sgorgare fuori da me tutto il dolore che mi accompagna da fin troppo tempo.
Voglio liberarmi.
Ma non ci riesco.
Voglio gridare.
Ma non riesco a fare neanche questo.

Se riuscisse a farmi sentire anche solo un minimo meglio rispetto ad ora...

Vorrei sanguinare.

Credo che se riuscissi a piangere, piangerei sangue.

Sento le mie orecchie vibrare ad un suono, mi giro leggermente verso quella direzione.
La porta.
Qualcuno la sta aprendo.
Sento una fitta che mi trapassa il cuore da parte a parte.
No ti prego.
Fa che non sia lui.
Fa che non sia lui ti prego.

<<Chuuya..?>>
Cazzo.

In risposta uscì dalle mie labbra un gemito non voluto.
<<Chuuya? Che succede?>> non accese la luce della mia camera, ma solamente quella del corridoio, forse per non darmi troppo fastidio.

<<Hai, hai un attacco di panico?>> continua ad avvicinarsi sempre di più.
Io non voglio. No. NO!

Continuavo a negare con la testa, eppure lui continuava la sua camminata verso di me.
Ti prego non mi guardare.
Sono orribile. In queste condizioni poi...

<<Chuuya guardami>> è il tono che usa quando parla con i suoi sottoposti. Non sono tuo sottoposto. Non mi trattare così.
Alzai lo sguardo implorante su di lui e appena mi vide, guardai i suoi occhi, erano dolci, credo... non trasmettevano pietà, ma solo dolcezza.
Nei miei confronti?

<<Ascolta Chuuya... io, beh. Io non sono bravo nel consolare le persone, quindi... io, mi dispiace, non so cosa fare...>> la cosa più sorprendente di tutto quel discorso erano i suoi occhi che trasmettevano solamente la più pura verità.
<<Non lo so, vuoi che faccia qualcosa? Ti faccio una camomilla, un te, un... non lo so...>> nel mentre cercava di calmarmi accarezzandomi le piccole ferite autoinflitte sul mio collo. Ogni volta che vi poggiava le sue, stranamente delicate, dita sentivo una piccola scarica di dolore venire da esse.
Dopo ogni leggero tocco riuscivo a intravedere sempre di più il suo viso.

Non voglio che qualcuno mi tocchi.
Eppure...
dio...
Come amo questo tocco.

Lo guardai cercando di farmi capire nel nostro codice segreto.
"Distraimi. Ti prego".

In risposta annuì solamente. Si sedette ai piedi del letto accanto a me, prese la mia mano destra, che in quel momento continua a stringere compulsivamente le lenzuola, e la portò sopra il suo petto, riuscivo a sentire il suo cuore attraverso la maglia leggera e le bende candide.
Mi stavo concentrando sul suo battito pulito e regolare e sulla sua voce calma.

<<Tanto tempo fa, incontrai per la prima volta un nanetto da giardino con i capelli rossi>> sorrisi, sentendo però subito dopo, una fitta al cuore che mi fece tremare da capo a piedi. Dopo sentii la mano di Dazai rafforzare leggermente la presa sulla mia, attaccandola sempre di più al suo cuore.

<<Era una piccola furia, con un potere mooooooooooooolto più grande di lui, ma di sicuro non forte quanto lui>>

Mentre lui raccontava io incominciavo a risentire l'ossigeno passarmi per la trachea, per i polmoni, sentii persino il sangue scorrermi nelle vene.

Ad un certo punto, dopo aver ripreso il mio battito regolare, ricominciai a non sentire nulla, ma questa volta la sensazione era piacevole.

Non stavo solamente cadendo tra le braccia di Morfeo.
Ma anche tra le braccia del diavolo tentatore, un diavolo pieno di bende, che ha più problemi che sangue in corpo.

E con questa nuova, ma non così tanto sorprendente, notizia finalmente riuscii ad addormentarmi.

🍷🩸🍷

ANGOLO DEI DISAGIATI

Eccomi qua. In orario.
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo 😭

Mi sono impegnata molto a scrivere questo capitolo, so che gli attacchi di panico vengono a tutti in modo diverso, io l'ho descritto al meglio delle possibilità, basandomi su me stessa.

Grazie per aver letto
Bye bye❤️‍🩹

~La disagiata numero uno

P.s.
Io mi preoccuperei per il prossimo capitolo ❤️‍🩹

In love with a HumanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora