Era una serata fredda, c'erano solo dei bambini indifesi nelle casette del bosco.
Un tavolo grande, tanti piccoli che avevano solo voglia di sognare e crescere. Questo era quello che li accomunava.
L'essere orfani li rendeva più uniti all'amicizia che a qualsiasi altro affetto.
C'era un tavolo immenso. Una certa bambina di avvicina a un bambino.
Era precoce avvicinarsi in quel modo senza conoscersi.
Peppa: hey tu, perché non giochi con gli altri?
Damian: ...
Peppa: che c'è non parli? Prima di venire qui nessuno ti ha insegnato come si parla?
In realtà, nessun bambino sapeva cosa fosse successo prima che arrivassero lì. A Peppa piacevano le attenzioni degli altri, per cui, a volte escogitava qualcosa pur di averne qualcuna.
Damian: non vedi? Sto leggendo.
Peppa fece una smorfia
Peppa: e come ti chiami, signor intellettuale?
Damian: Damian, che ti piaccia o meno.
Improvvisamente, un altro bambino si avvicina ai due.
Matteo: Damian, ti sei trovato un'altra amica senza di me?
Peppa: e chi sarebbe questo?
Damian sbuffa.
Damian: è un mio amico, ci siamo incontrati per primi, prima di venire qui.
Peppa lo squadra dall'alto al basso.
Peppa: come si chiamerebbe questo procione? A dire il vero non è nemmeno il mio tipo.
Disse guardando un altro bambino affascinante in lontananza.
Matteo: ma... ma come ti permetti?! Questa brutta maial..
Damian: calma Matteo, è da quando siamo qui che bisticci con tutti.
Matteo: ma Damian... hai sentito? Questa maiala mi sta insultando perché sono un procione.
Peppa: sono una maiala modella, la più bella tra le bambine qui.
Matteo: tu... brutta vanitosa..
Damian esausto si alza
Damian: venite. Andiamo a mangiare qualcosa insieme.
I due, presi alla sprovvista, si mandano un ultimo sguardo di sfida e seguono Damian.
Si siedono da soli, in un tavolino.
Damian: forse questo non è un postaccio come pensavamo io e Matteo. Appena abbiamo visto tutti quei bambini come noi, abbiamo pensato che fosse terribile.
Matteo: si.. è vero. E tu, porca? Sei qui a cercare qualcun altro da infastidire oltre me?
Peppa aveva sempre un'aria vanitosa e altezzosa.
Peppa: no.. ma a quanto pare dovrò accontentarmi di voi stupidi mentre guardi i più belli..
Disse sognando ad occhi aperti.
Matteo: questa impertinente...
Damian guardò Matteo per zittirlo
Damian: dunque Peppa.. non hai fatto amicizia con qualche altro come noi?
Peppa sorrise in modo malizioso
Peppa: si.. guardate quella bambina lì bella.. si chiama Pucca. È adorabile non è vero?
Matteo: è terribi...
Damian copre subito la bocca a Matteo.
Damian: ho imparato in questi due giorni con lui, che non devi mai starlo ad ascoltare seriamente.
Peppa ridacchia
Peppa: si si, lo so che io sono molto più carina di lei, però dai non esagerare matty.
Disse facendogli un occhiolino.
Matteo: vuoi finirla?
Non finivano mai di bisticciare quei due, e di seguire ciò che diceva il loro amico. Senza mai smetterla un secondo.
I bambini parlarono senza mai finire, senza dare molto peso agli altri che erano presenti, creando tra di loro un legame forte.
Anche con gli altri iniziarono a conoscersi, crescendo pian piano insieme, senza mai chiedersi il motivo dell'essere lì, ma ogni discorso tra loro riusciva a dissolvere ogni dubbio. Erano lì per stare insieme, comunque vada, e qualsiasi cosa fosse successa.11 anni dopo.
Erano ormai ragazzi, ormai erano cresciuti.
16 anni non si avevano per sempre. Ma li vivevano come se fosse così.
Peppa: quando hai intenzione di svegliarti Damian, siamo in ritardo per la lezione.
Damian non si muoveva dal letto.
Matteo: oddio Damian.. per colpa tua facciamo sempre ritardo.
Anche se perfettino, Damian era un ritardatario insopportabile.
Damian si alzò innervosito e addormentato.
Damian: perché? Avete tutta questa voglia di conoscere altra gente?
Peppa si spostò vanitosamente i capelli indietro
Peppa: di conoscere qualche ragazzo carino del bosco, sai, non li vediamo più da 11 anni.
Matteo si tirò indietro i capelli
Matteo: mi dovrei vestire meglio secondo te? Farò colpo su qualche bella ragazza?
Peppa: quando mai un procione fa colpo Matteo?
Matteo: tu... brutta...
Damian tirò in faccia il cuscino a Matteo.
Damian: volete far silenzio? Sto cercando di dormire
Peppa e Matteo si guardarono agguerriti verso Damian, che si rannicchiava nuovamente nel letto letto.
Matteo: brutto nano...
Peppa e Matteo lo prendono di forza, obbligandolo a vestirsi e far presto per non fare ulteriore ritardo.Erano diretti in un campo dove si facevano attività.
Erano stati chiamati per partecipare.
Damian: ora siete contenti? Andiamo in questo postaccio dove ci insegneranno cose così futili...
Matteo: come sei noioso Damian, torna nel paese dei puffi, nanet-
Improvvisamente, una spalla muscolosa sbatte contro quella asciutta di Matteo.
Era.. un puffo?
Un ragazzo alto, estremamente muscoloso, pelle blu.
Un brivido scosse lungo la schiena di Matteo.
Uno sguardo agguerrito da parte del "puffo" e uno di estrema paura da Matteo.
Peppa: è così carino.. secondo me gli piaccio
Damian: Peppa non iniziare con le tue pippe mentali, non ti ha degnato di uno sguardo.
Matteo stese zitto per un buon minuto
Matteo: forse... forse era maglio stare zitto questa volta
Peppa tirò un urlo.
Tutta la gente sconosciuta e diretta nel loro stesso posto, si girò
Peppa: quello di che è una gran fregno
Damian e Matteo a disagio, tirano verso di loro Peppa.
Damian: ma sei matta Peppa? Urlarlo così?
Matteo: cazzo... si inizia così davvero?
Damian: va bene.. ecco Matteo, facciamo finta di niente davanti a tutti e nessuno si accorgerà di nulla.
Così fecero.
Arrivarono in quella fantomatica.. "aula".
C'era solo un biglietto sul tavolo principale.
Erano tutti lì, erano tutti presenti davanti a quel tavolo, ma nessuno avanzava per leggere cosa ci fosse scritto su quel biglietto.
Matteo si fece avanti.
Matteo: e va bene ragazzi, che pappa molli, vado i-
Subito un ragazzo passa avanti sbattendo contro Matteo, prendendo il biglietto.
Orso: ma che diamine è questa cazzata? C'è scritto che dobbiamo solo parlare oggi. Fatemi il piacere.
Peppa aveva gli occhi a cuoricino per aver visto un ragazzo carino.
Matteo: oggi ce l'hanno tutti con me...
C'era tensione da parte di tutti, nessuno aveva voglia di essere amico dell'altro.
Qualcosa si attivò in Damian.
Era la voglia di prendere in mani tutto ciò che stava accadendo, come se stesse per iniziare qualcosa di eccezionale.
Damian si fece avanti, con testa alta.
Damian: io..
Tutti lo guardavano
Damian: io sono Damian.. il mio animale guida è il cervo. Non so perché siamo qui, ma so che dobbiamo farlo..
Stettero tutti in silenzio.
Damian indicò Matteo
Damian: e tu..? Come ti chiami?
Matteo: eh? Io? Io mi chiamo Matteo.. il mio animale guida è il procione.
Ancora stettero tutti in silenzio, ma i loro visi sembravano più calmi, più sereni, a loro agio.
Layla: io mi chiamo Layla, il mio animale guida è la tigre.
Tutti si girarono verso di lei, era una ragazza molto carina.
Orso la guardò con particolare interesse.
Tutti però, iniziarono a presentarsi tra di loro, ridendo insieme.
Forse il mondo non li collegava solo per l'assenza di genitori, ma era qualcosa di più grande.
Qualcosa di immenso.
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𝒫ℴ𝓉ℯ𝓇ℯ 𝒶𝓃𝒾𝓂𝒶𝓁ℯ
Fantasyin un bosco incantato coperto da arbusti vecchi secoli e la natura predominante, sporge un piccolo villaggio popolato dalle ultime persone appartenenti alla stirpe degli spiriti animali. Un gruppo di amici, scoprirà il proprio destino andando incont...