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9 Luglio. 10:15 a.m.

Aeroporto di Roma Fiumicino.

Ammiro Roma dall'alto mentre il mio aereo da Mykonos sta per atterrare.
È bella Roma, bella da togliere il fiato ma nulla al mondo batte la vista della punta della Mole Antonelliana che svetta alta sui palazzi della mia amata Torino. Sarei voluta tornare a casa dopo una settimana in giro per l'isola greca tra mare e divertimento con le mie amiche di sempre ma, il lavoro chiama. Domani sera aprirò, con il mio dj set, la serata reggaeton al Piper e non potrei essere più contenta perché oltre ad essere un locale fantastico, posso rivedere vecchi amici.

Aspetto davanti ai rulli il mio bagaglio enorme e mentre lo tiro penso che fare prima tappa a Torino sarebbe stato meglio, avrei sicuramente viaggiato più leggera. Fuori dal gate vedo due delle mie persone preferite al mondo, Paulo Dybala e Oriana Sabatini, che con un sorriso smagliante aspettano che gli raggiunga.

"Gordaaa" mi urla Oriana prima di saltarmi addosso per stringermi in uno di quegli abbracci spaccaossa. Inspiro il suo profumo e penso che Torino senza di loro è certamente più vuota.
Paulo è più contenuto, più introverso. Un "mi sei mancata bebé" sussurrato all'orecchio mentre, con dolcezza, mi accarezza la schiena.
"Dale, andiamo a casa, caffè per que tienes la cara destrozada" disse Oriana prendendomi bonariamente in giro.
"Dormí tal vez 2 horas" risposi quasi frignando.

Le strade della città eterna scorrevano limpide sotto i miei occhi che guardavano estasiati tale meraviglia. Una volta a casa, dopo varie feste di Kaia e Bowen, i loro magnifici akita, mi mostrarono la mia stanza in cui lasciai velocemente la valigia per poi seguirli in terrazzo per il mio amato caffè italiano fatto da un'argentina dagli occhi profondi. Santa Ori.
"Che si dice dalle tue parti?" chiede Paulo curioso.
"Le solite... A Torino succede poco e niente per fortuna" risposi ridendo.
"I ragazzi?"
"Il vecchio Vlahovic è a Ibiza con Savona e altri suoi amici, Manu e Thessa sono a Forte e Andrea mi pare Sardegna. Tutti un pò in giro" dico sorridendo.
"Stai sorvolando Luna" mi ammonisce Dybala scherzosamente.
"A voi come va? State bene qui?" continuo a cambiare discorso ignorando i loro sguardi curiosi.
"Stiamo bene, ci mancate un pò tutti però" risponde questa volta Oriana malinconica.

Continuiamo a chiacchierare del più e del meno fin dopo pranzo, quando provata da una stanchezza assurda decido di andarmi a riposare nella mia stanza e appena poggio la testa sul cuscino, ancora vestita, cado in un sonno profondo.

Perdo completamente la concezione del tempo, non so se sono passati 10 minuti o 3 ore ma è la dolce voce della mia amica a svegliarmi.
"Luna, dale despierta, te estan buscando"
Apro piano gli occhi per cercare di abituarmi alla luce che entra dalla finestra, un mal di testa lancinante mi colpisce in pieno portandomi a richiudere gli occhi infilando la mia faccia sotto al cuscino.
La calma dura poco perché la porta si spalanca all'improvviso rivelando le ultime persone che avrei mai pensato di vedere.
Dusan Vlahovic e Nicolò Savona saltano sul letto urlando come scimmie.
"Lunetta daiiiii"
Un istinto omicida sta prendendo piede nel mio corpo. Mi alzo di scatto fulminandoli.
"Andate a fanculo"
"Oh che bella accoglienza per i tuoi amici" ribatte ironico il serbo.
Mi siedo sul letto tenendomi le tempie che pulsano senza pietà.
"Scusatemi, ho mal di testa... Che ci fate qua?" il mio tono è quasi sofferente.
"Finiamo le ferie insieme..." mi risponde Nicolò accarezzandomi i capelli.
Sorrido felice.
"Dai piccola, andiamo a prendere qualcosa per il tuo mal di testa" Dusan mi fa alzare tirandomi le braccia mentre pronuncia queste parole.

Nonostante siamo quasi coetanei, sono molto protettivi e molto presenti nei miei confronti. Con Nicolò ci conosciamo da tanti anni, i nostri genitori sono amici di vecchia data e di conseguenza abbiamo mantenuto questo rapporto quasi fraterno che si è rafforzato ancora di più quando si è trasferito definitivamente a Torino. Dusan lo conosco da 3 anni circa, l'ho incrociato la prima volta un mesetto dopo il suo approdo in bianconero, in una pizzeria in cui ero con alcuni amici in comune, tra cui Paulo. Una chiacchiera tira l'altra e siamo diventati grandi amici.

Ancora assonnata arrivo sul terrazzo di casa Dybala agitando la mano, non ho le forze neanche di parlare, mi illumino quando sul tavolo vedo una pillola e un bicchiere d'acqua fresca.
"Prendila bebè" mi incita l'argentino e così faccio immediatamente.
Guardo Paulo con gratitudine e mi manca così tanto a Torino che mi vengono gli occhi lucidi, riflesso dei suoi altrettanto luccicanti. Con Paulo siamo come fratello e sorella, mi sta vicino anche a chilometri di distanza, la sua partenza, due anni fa, è stata un duro colpo per entrambi. Forse per lui un pò di più, dopo 7 anni, dire addio a quella che ancora oggi è la sua, nostra, squadra del cuore e non fa nulla per nasconderlo. Mantenendo la collana con l'amato numero 10 e un pallone al collo. Il quadro, con la Dybalamask e la maglia bianconera, nella sua palestra privata che viene spesso mostrato sui social. Gli auguri che anno dopo anno non fa mai mancare alla Vecchia Signora nell'anniversario. Juventino vero.
"Grazie Pau" sussurro sedendomi su un divanetto libero.
Resto in silenzio, con lo sguardo fisso oltre la ringhiera, cercando di seguire i loro discorsi ma, la mente vola altrove.

Dove sarà?

Oriana mi becca a mordermi il labbro nervosamente e viene a sedersi accanto a me accarezzandomi la guancia.
"Passata la testa?"
Annuisco impercettibilmente voltando piano il viso verso quegli occhi verdi che mi scrutano attenti, che mi conoscono bene, che mi scavano dentro come pochi altri.
"Te quiero mucho Luna, mi manchi y quisiera estar más presente para ti"

Una lacrima scivola veloce dai miei occhi alle sue parole. La guardo ancora mentre lei sposta lo sguardo di fronte a noi.

"Lo sei, molto più di quel che credi Ori" la rassicuro.

Ed era vero. Ci chiamavamo ancora tantissime volte al giorno escludendo la valaga di messaggi. In qualsiasi cosa facessi c'era lei per un consiglio leggero sul look, un sorriso sincero dopo un mio esame andato bene, un conforto incredibile durante periodi particolarmente stressanti. E lo stesso facevo io con lei. Siamo presenti. Nonostante tutto.
Mi volto a guardarla di nuovo, questa volta sorrido.
"E poi mi hai portato in Argentina amiga, un sogno. Solo per questo potrei amarti all'infinito" dico facendola scoppiare a ridere di cuore.

I ragazzi ci guardano curiosi, cercando di capire il nostro, mio, strano buonumore.

"Bueno, stasera andiamo a cena fuori finalmente tutti insieme" dice Paulo entusiasta.
Dusan cambia espressione all'istante. Da sereno a preoccupato. Lancia uno sguardo strano a Nicolò. Lo nota anche Paulo che sembra capire più di me che continuo a mantenere una faccia confusa.
"Staremo tranquilli , niente casino, conosco il proprietario"
"State qui stanotte vero?" chiede Oriana ai due ragazzi che non sanno come rispondere.
Sono proprio strani.
" ma che hai fatto?" chiedo istintivamente. E la sua risposta, fin troppo veloce, peggiora la mia confusione.
"Assolutamente niente"
Alzo le spalle ancora più frastornata ma comunque decido di lasciar correre andandomi a preparare.

Un jeans largo slavato chiaro, un body nero e sandali alti del medesimo colore. Sono abbastanza abbronzata grazie al sole della Grecia quindi metto giusto un filo di mascara a colorare le mie ciglia lunghe e pettino al volo i capelli lasciandoli sciolti. Mi guardo allo specchio, non sono convinta ma decido che può andar bene, anche perché sono il ritardo e sento Dusan urlare di muovermi.

Parcheggiamo poco distante e, nel breve tragitto a piedi, affianco subito Oriana chiacchierando mentre i ragazzi restano poco dietro, fermati da qualche tifoso per foto e autografi.
Sono distratta dalla conversazione con l'argentina non accorgendomi che Nicolò cammina al mio fianco mentre arriviamo davanti al ristorante.

Succede tutto in un attimo, alzo lo sguardo distratta sorridendo. Ed è lì che lo vedo, appoggiato al muro, con le mani in tasca. In attesa. Volto lo sguardo veloce al ragazzo accanto a me che mi sorride furbo, giro ancora lo sguardo verso Paulo appoggiandomi ad Oriana.

Non è possibile. Il mio cuore batte a velocità doppia.

Mi sorride, sembra sincero.

Io resto immobile. Incapace di muovermi.

Non me lo aspettavo.

Una Volta Ancora... ⚽ ~ Kenan Yildiz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora