Maknae on top

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Jeongin rimase da solo con Chan su un divanetto, un po' più lontano dalla frenesia della festa. Nonostante non fosse solito sentirsi imbarazzato, la presenza di Chan lo metteva a disagio.

I due avevano parlato di tutto e di più e Chan era uno di quei ragazzi con cui sembrava facile condividere qualsiasi pensiero. Jeongin non poteva fare a meno di notare le she labbra mentre parlava e l'effetto dell'alcol stava facendo girare la sua testa aumentando il desiderio di avvicinarsi a lui.

Chan gli offrì un cocktail, e Jeongin, che non aveva una grande tolleranza per l'alcol, sentiva il suo cuore battere all'impazzata. Gli mise una mano sulla spalla e il biondo si irrigidì, il cuore accelerò.

Sembrava stupido, ma la stretta di Chan lo faceva sentire protetto.

"È da un po' che non vedo Minho e Jisung. Andiamo a cercarli," disse Chan alzandosi.

Jeongin si preoccupava di perdersi nella folla ma Chan gli prese la mano e camminarono insieme guidandolo attraverso la casa affollata.

"Qui non ci sono. Proviamo a vedere di sopra," gridò Chan.

Jeongin esitò. "Non credo siano di sopra."

"Tu fidati di me," sussurrò Chan all'orecchio di Jeongin.

Arrossendo, Jeongin annuì e lo seguì. Salirono le scale e si trovarono davanti a un lungo corridoio stretto con diverse stanze.

Chan iniziò ad aprire le porte una dopo l'altra trovando persone che bevevano, fumavano e facevano cose che preferirebbe non descrivere. Ogni volta che Chan apriva una porta, le persone dentro si lamentavano per l'interruzione e Jeongin trovava la situazione quasi comica.

Alla fine, Chan aprì l'ultima porta ma la stanza era vuota.

Senza pensarci, Jeongin si girò per tornare indietro, quando sentì una mano afferrargli il braccio. Il ragazzo dalle labbra carnose lo trascinò dentro e chiuse la porta. In un batter d'occhio, Jeongin si ritrovò schiacciato contro il muro con il ragazzo davanti a lui. Chan gli alzò la gamba per accorciare la distanza e iniziò a baciarlo con passione.

Il bacio era violento e il biondo sentiva il suo corpo vibrare.

Chan si staccò per un momento e sussurrò: "Era tutta la sera che fissavi le mie labbra, ho pensato che volessi provarle." Poi riprese a baciarlo con ancora più foga.

Jeongin, preso dall'eccitazione e dall'effetto dell'alcol, spinse Chan sul letto e si mise a cavalcioni sopra di lui. "Ora non fai più il timidino," disse Chan con un sorriso soddisfatto.

"Zitto e baciami," rispose.

Le loro labbra si separarono solo per qualche istante e Jeongin, in quel momento, gli sfilò la maglia e la scaraventò a terra, ammirando il corpo scultoreo di Chan.

Era perfetto, sembrava un dio.

Iniziò a baciarlo sul collo, e quando notò un rigonfiamento nei pantaloni di Chan, decise di toglierli.

Vederlo in boxer lo lasciò senza fiato, e con fervore, gli strappò anche quei pochi indumenti rimasti. Si chinò e posò le labbra sulla punta del membro di Chan, avvolgendolo completamente con la bocca.

Chan, con il respiro affannoso, afferrò i capelli di Jeongin, stringendoli. "Co...così mi farai impazzire," ansimò il ragazzo muscoloso.

Chan tirò Jeongin verso di sé e iniziò a spogliarlo.

Baciò il suo petto, concentrandosi sui capezzoli, e lo massaggiò lungo la schiena fino a scendere.

Inserì nella sua entrata prima uno e poi due dita, facendolo sussultare di piacere.

"Ti...ti voglio dentro di me," disse Jeongin ansimando. Chan, sorpreso dalla richiesta, rispose con un ammiccante "Basta chiedere, baby."

Prese un preservativo dai pantaloni e lo indossò. Girò il ragazzo a pancia in giù e penetrò in lui. Jeongin sgranò gli occhi e inarcò la schiena.

Passò da un ritmo lento a uno più veloce, e Jeongin urlò di piacere mentre Chan stringeva i suoi fianchi e accelerava sempre di più.

"Sei fantastico, Jeongin," continuava a dire il ragazzo muscoloso.

Jeongin si piegò ulteriormente, vivendo un piacere assoluto. Chan prese le sue braccia da dietro e continuò a spingere fino a raggiungere il suo punto più sensibile. I due vennero contemporaneamente.

Jeongin si accasciò sul letto, ansimante, accanto a Chan, entrambi stremati.

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Minho era frustrato. Non riusciva a capire perché Jisung avesse scelto di scappare, gli aveva semplicemente chiesto di ballare.

Dopo venti minuti dall'allontanamento di Jisung, Minho decise di cercare anche Chan e Jeongin. Si muoveva nella folla, ma non riusciva a trovarli. La serata sembrava finita male voleva solo tornare a casa.

Decise di controllare il bagno, anche se non pensava che Jeongin e Chan fossero lì.

Entrò e rimase paralizzato: Jisung era con un ragazzo in atteggiamenti intimi. Era sconvolto. Non pensava che Jisung fosse il tipo da comportarsi così. Era convinto che fosse diverso, più puro, e invece sembrava comportarsi come tutti gli altri: mirava alle prede, le usava e poi le scaricava.

L'ideale che aveva di lui crollò.

Il suo umore peggiorò e la voglia di tornare a casa aumentò. Stava uscendo dal bagno quando udì Jisung supplicare. "Ti prego, lasciami..." Minho realizzò cosa stava succedendo e corse verso di loro.

Girò il ragazzo che stava sopra Jisung e lo affrontò.

"Ma che cazzo fai? Non l'hai sentito? Lascialo subito!" gridò Minho furioso.

"E tu, saresti? L'ho visto prima io. Prendi il ticket e aspetta il turno," rispose il ragazzo ridendo, visibilmente ubriaco.
In quel momento, Minho vide solo il nero della rabbia. Gli tirò un pugno in faccia. "Sparisci, altrimenti questa sera finisce male."

Il ragazzo, ancora confuso e ubriaco, venne scaraventato fuori dal bagno da Minho.

Minho tornò di corsa dal moro che aveva il viso rigato dalle lacrime, vederlo in quello stato lo colpì profondamente.

Il ballerino lo abbracciò, stringendolo forte.

"Grazie, grazie..." continuava a ripetere Jisung, ancora tremante.

"È tutto ok, ora ci sono io con te," disse Minho cercando di confortarlo.

"Vi riporto a casa. Andiamo a cercare gli altri".

The dance of silence Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora