Hug Me

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Jisung era ancora profondamente scosso dall'accaduto, incapace di distaccarsi da Minho. Il tocco rassicurante di quest'ultimo lo aveva avvolto in una coperta di sicurezza, ma le lacrime continuavano a scorrere incessantemente. Minho, pur non comprendendo appieno la gravità della situazione, sentiva dentro di sé un forte impulso a proteggere Jisung.

"Ti va di alzarti e cercare gli altri?" chiese Minho, cercando di mantenere un tono calmo.

"S-sì..." rispose Jisung con voce tremante.

Minho, con Jisung ancora stretto al suo braccio, si fece largo tra la folla. Il moro era visibilmente traumatizzato e gli sguardi curiosi delle persone non facevano altro che aumentare il suo disagio.

Per evitare di attirare ulteriormente l'attenzione, Jisung si nascondeva dietro Minho.

"Che diavolo avete da guardare?" urlò il ballerino con rabbia, rivolgendo uno sguardo minaccioso alla folla.

Dopo una frenetica ricerca durata circa dieci minuti, finalmente trovarono Chan e Jeongin. Non appena Jisung vide il suo migliore amico, si staccò da Minho e corse tra le sue braccia.

"Hey, hey, hey, che succede?" chiese Jeongin, avvolgendolo in un abbraccio protettivo.

"Ti prego, andiamo a casa," supplicò Jisung ancora sconvolto.

"Vi riporto io," intervenne Minho, offrendo un sorriso incoraggiante.

I quattro ragazzi, una volta usciti, si diressero verso il parcheggio della villa. In fondo al vialetto, c'era la macchina di Minho, il viaggio in auto fu caratterizzato da un silenzio teso e pesante.

"Ma si può sapere dove diavolo vi eravate cacciati?" domandò Minho, cercando di rompere il silenzio imbarazzante.

"Stavamo facendo una passeggiata," rispose Chan, continuando a guardare fisso la strada.

Minho notò Jeongin dallo specchietto retrovisore abbassare lo sguardo e arrossire. Sebbene non fosse del tutto convinto della spiegazione, si limitò ad annuire.

"Sì... esatto... sulla destra c'è un palazzo bianco, quella è casa nostra," spiegò Jeongin a Minho mentre indicava la strada.

"Uh, casa vostra è vicino alla mia scuola di danza," affermò Minho.

"Che coincidenza! Allora qualche volta io e Jis veniamo a vederti! Che ne pensi?" propose Jeongin, guardando l'amico  per confermare.

Jisung rimase in silenzio, ancora immerso nei suoi pensieri.

"Allora noi andiamo, grazie mille per il passaggio, Minho.
Siamo in debito con te, ahah! Ci vediamo in università!" disse Jeongin, scendendo dalla macchina con l'amico.

"Ah, ehm... grazie per... per la passeggiata, Chan," affermò con il viso rosso di imbarazzo. Chan sorrise e fece un cenno di saluto ai ragazzi mentre si allontanavano.

Jeongin stava cercando le chiavi di casa nella sua borsa quando Jisung notò che Minho non era ancora partito. La preoccupazione del ballerino per la sicurezza dei ragazzi lo fece sorridere. Si girò verso Minho e, senza parole, gli fece un gesto di ringraziamento con la bocca. Minho ricambiò con un sorriso e partì con la macchina.

Una volta arrivati a casa, Jisung corse in bagno per una doccia, sentendo ancora la sensazione sgradevole delle mani estranee addosso a lui. Aveva bisogno di lavare via quel ricordo, di sentirsi di nuovo pulito.

Jeongin lo attendeva in camera, seduto sul letto e visibilmente preoccupato. Quando Jisung entrò nella stanza, disse:

"Ah, sei qui..."

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⏰ Ultimo aggiornamento: 7 days ago ⏰

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