L'assassino in felpa nera

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< E' freddo > pensai. Quello fu l'ultimo pensiero lucido che ebbi da quando scatto l'una di notte all'una e trequarti. Mi alzai e mi lanciai all'indietro, centrai la finestrella, solo trenta metri mi separavano dal suolo e allora urlai < Fall-crash! >, man mano che precipitavo il mio corpo si appesantiva... quell'energia cinetica che accumulai con la caduta si scaricò al suolo. Il pavimento piastrellato fu frantumato, su quelle stesse macerie e pareti rimasero segni neri come il carbone. Il magazzino era buio, ma io vedevo. Come? Con il mana, lo percepivo, lo vedevo, ne sentivo l'odore. Era fievole, quasi una fragranza sparsa nell'aria, questo è l'odore degli umani. Mi alzai e misi la mano nella tasca interna della felpa nera, vicino alla zip, e ne estrassi una Sig Sauer nera come la pece: canna corta, semi-automatica, 17 colpi sparati da una canna di 12 centimetri, era la mia arma preferita se non quella che utilizzavo di più. La puntai verso dei barili a pochi metri da una colonna, il grilletto scattò e i barili esplosero, la colonna crollò... due urla... ...sofferenti che pativano la loro punizione. Cessarono. Mi rimanevano sedici colpi. Poi dieci. Infine me ne rimasero nove. Ormai tutte le urla si erano spente insieme alla vita di quelle otto persone. Secondo l'informatore rimanevano altre ventidue guardie e l'obbiettivo del colpo. Io ho due regole, portare a termine ogni missione e, la più importante, niente testimoni... Qualcuno urlò < Cazzo! C'è un intruso, otto dei nostri sono mor... > non finì mai quella frase e non saprà mai nemmeno cosa lo ha colpito. Ero coperto dal fumo che contaminava i miei polmoni, ma non me ne accorsi in tempo. Ero stordito, affannato e in men che non si dica quelle altre ventuno guardie mi crivellarono di colpi. Io non reagì. Non avevo niente di diverso dall'emmental, ero come lui... pieno di buchi. Solo una cosa mi distingueva... il fumo nero come l'antracite che mi riempiva e fuoriusciva da quei fori. Non sentivo dolore, grazie a quello stramaledetto siero di merda. Mi oscurava e mi intorpidiva le attività cerebrali, in compenso i miei movimenti erano istintivi e veloci, ma la parte migliore era che ogni ferita era insignificante, ero completamente anestetizzato e potevo rigenerarmi utilizzando il mio mana, ogni fonte d'ombra e quella che io creavo, come quel fumo. C'è solo una controindicazione ogni flusso di mana nel mio corpo veniva interrotto per sei ore dalla fine della durata del siero...

Quindi avevo trenta minuti prima di rimanere senza mana. Non avevo tempo da perdere. Allora urlai < Dark-Blaze! >, sentì il mana correre dentro di me e fuoriuscire da ogni poro come lava da un vulcano. Ogni cosa infiammabile nel raggio di qualche metro da me bruciò fino al suo esaurimento, consumata da fiamme nere che non potevano essere spente da dei miseri umani. Tutto nel giro di pochi minuti smise di essere vivo. Il fumo non c'era più, ero rimasto solo io e probabilmente un cancro ai polmoni che se ne sarebbe andato col mio mana tra diciannove minuti. Ne rimaneva soltanto uno, l'ufficiale Gordon Ramsen.


Continua...

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