capitolo 3:padrona del orfanotrofio

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Morgana si appoggiò alla porta chiusa alle sue spalle e lasciò uscire un lungo respiro. Gli incontri con i ragazzi erano stati più intensi di quanto si aspettasse. Ogni singolo sguardo di quegli adolescenti aveva raccontato una storia, una storia che sembrava intrecciata con i segreti più oscuri di Black Hollow. Ma ora, non era il momento di soffermarsi troppo su di loro. Aveva ancora una lunga giornata davanti e, sebbene le cose non fossero partite al meglio, sapeva di dover cominciare da qualche parte.

Dopo qualche minuto di raccoglimento, si staccò dal muro e si diresse verso la sua stanza. Susan le aveva spiegato che si trovava nel seminterrato, una posizione che a molti avrebbe potuto sembrare poco invitante, ma che per Morgana aveva avuto un richiamo irresistibile. C’era qualcosa nel sottosuolo, nella connessione con la terra stessa, che la faceva sentire a suo agio, radicata. E poi, essere nel seminterrato significava avere una certa privacy per praticare la magia, lontano dagli occhi indiscreti degli altri.

Morgana scese le scale che portavano al seminterrato. Il corridoio si faceva sempre più stretto e buio man mano che si avvicinava alla porta che segnava l’entrata della sua stanza. L’odore di umidità e muffa era sempre più forte, facendole arricciare il naso. Quando finalmente raggiunse la porta, si fermò per un momento. Appoggiò la mano sul legno grezzo e chiuse gli occhi, cercando di percepire eventuali tracce di magia o energie oscure. Ma tutto sembrava tranquillo, come se quella parte della casa fosse stata dimenticata da tutti, anche dal tempo stesso.

Aprì la porta ed entrò.

La stanza era… uno spettacolo desolante. I muri erano coperti di muffa, il pavimento era sporco e consumato, e le uniche finestre presenti erano piccole feritoie alte, che facevano entrare pochissima luce. Il mobilio era scarno e malandato: un letto con una rete arrugginita, una vecchia scrivania di legno con la vernice scrostata e una sedia traballante. Persino le lenzuola del letto sembravano essere state lasciate lì per decenni, ingiallite e impregnate di polvere.

Morgana si avvicinò lentamente al letto e, senza esitare, appoggiò una mano sulla coperta. Un’ondata di energia attraversò il suo corpo mentre iniziava a concentrare il suo potere. La magia era sempre stata un’estensione naturale di sé, come il respiro o il battito del cuore. Non doveva fare sforzi per attingervi, bastava un pensiero, un pizzico di concentrazione, e le cose cominciavano a cambiare.

Le sue dita si illuminarono leggermente di un verde pallido, e un lieve vento cominciò a soffiare nella stanza, nonostante le finestre fossero chiuse. La polvere iniziò a sollevarsi, sparendo nell'aria come se fosse stata risucchiata via. Le lenzuola si distesero e si pulirono sotto i suoi occhi, tornando bianche e morbide. Le pareti, un attimo prima coperte di muffa, si liberarono dalle macchie e assunsero un aspetto fresco e pulito, mentre il pavimento si riparava da solo, le assi vecchie e rotte si raddrizzavano e tornavano lucide.

Dopo pochi minuti, la stanza sembrava quasi nuova. Non era certo l’alloggio di lusso che avrebbe potuto trovare altrove, ma ora era accogliente, calda, e soprattutto sicura. Morgana lasciò che l’energia si disperdesse lentamente, rientrando nel flusso naturale delle cose. Si sedette sul letto, soddisfatta del risultato, e chiuse per un momento gli occhi, lasciando che la magia rifluisse dolcemente nel suo corpo. Sentiva sempre una leggera euforia dopo aver usato i suoi poteri, una connessione profonda con il mondo e con se stessa.

Ma il tempo per riposare era poco. Aprì gli occhi e guardò l’orologio: le otto del mattino. Era ancora presto, ma sapeva che aveva diverse faccende da sbrigare. Si alzò e decise di affrontare la giornata con il giusto spirito. Susan le aveva dato alcune direttive: tenere pulita la casa, aiutare con la cucina e, soprattutto, supervisionare i ragazzi. Non aveva problemi a fare le prime due cose, ma sapeva che con i ragazzi la situazione sarebbe stata più complessa. Era evidente che non si fidavano di lei, e Morgana non li biasimava. Avevano probabilmente visto molte persone andare e venire, senza che nessuno restasse davvero per aiutarli.

Silence: Sussurri Nella Nebbia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora