Le finestre della casa russa si affacciavano su un paesaggio innevato, bianco a perdita d'occhio. L'isolamento era quasi palpabile, una distanza tra loro e il mondo che sembrava estendersi all'infinito. All'interno, il silenzio era rotto solo dallo scoppiettare del fuoco nel camino.Chuuya fu il primo a svegliarsi, i suoi occhi si socchiusero lentamente come se ogni fibra del suo corpo lottasse contro un peso invisibile.
Si alzò, confuso, cercando di orientarsi. Non riconosceva quel posto. Tutto sembrava... sbagliato. Provò a rimettere insieme i frammenti della sua memoria, ma la sua mente era un labirinto di ombre e immagini spezzate.
Dall'altra parte della stanza, Dazai si mosse nel letto accanto a lui, i capelli scuri scompigliati sul cuscino. Anche lui sembrava perso, lo sguardo velato, la fronte corrugata mentre tentava di mettersi a sedere.
"Dove siamo?" mormorò Dazai, la voce rauca.
"Non lo so," rispose Chuuya, incrociando le braccia sul petto, cercando conforto nel suo calore.
Improvvisamente, le porte si aprirono. Un uomo entrò, avvolto in un lungo cappotto di pelliccia scura che non faceva che accentuare l'aria fredda e calcolatrice che lo circondava. Fyodor si avvicinò lentamente, le labbra che si arricciavano in un sorriso appena accennato.
"Finalmente siete svegli," disse con tono mieloso, le sue parole rimanendo nell'aria come nebbia.
Chuuya lo fulminò con lo sguardo, gli occhi socchiusi. "Chi diavolo sei?"
Fyodor si avvicinò, la sua presenza contemporaneamente intimidatoria e seducente. "Ah, Chuuya. Non ricordi? Siamo... legati. Noi tre. Tu, io, e Dazai." Si fermò, inclinando la testa. "Siamo fidanzati."
Dazai lo fissò, la confusione incisa sul suo volto. "Fidanzati?" ripeté lentamente, come se cercasse di dare un senso a quella parola.
Fyodor annuì, i suoi occhi scuri brillavano di una luce strana. "Sì, da un po’ di tempo. Viviamo qui, lontano da tutto. Solo noi tre. È... perfetto, non credi?"
Chuuya sentiva che qualcosa non andava. Eppure, l'insistenza nella voce di Fyodor, il modo in cui li guardava come se fosse la cosa più naturale del mondo, cominciava a insinuarsi tra le sue difese. "Perché non ricordo niente?" mormorò, mentre il sospetto iniziava a radicarsi.
Fyodor si avvicinò di più, spostando delicatamente una ciocca di capelli dal suo viso. "Un incidente, Chuuya. Tu e Dazai siete stati feriti gravemente... Ho fatto di tutto per salvarvi entrambi, ma... non tutti i ricordi sono tornati. Comunque, la cosa importante è che ora siamo qui. Insieme."
Dazai, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si avvicinò lentamente. "Eppure... sembra strano," sussurrò, gli occhi fissi su Fyodor. "Siamo davvero fidanzati?"
Fyodor sorrise di nuovo, ma questa volta c'era qualcosa di più oscuro nel suo sguardo. "Vuoi davvero che te lo dimostri, Dazai?" la sua voce era bassa, quasi un sussurro.
Un brivido percorse la schiena di Chuuya. Nonostante la confusione apparente, una parte di lui sentiva una connessione con Fyodor. Un legame che non riusciva a spiegare.
"Dimostralo," rispose Dazai, il tono scherzoso, tipico di lui.
Fyodor avanzò, i suoi occhi ora fissi su entrambi. "Molto bene."
Il russo li guidò lentamente verso il divano davanti al camino. Chuuya provava una miscela di tensione e curiosità crescente. Fyodor li fece sedere fianco a fianco, le sue dita sfiorarono i loro colli, fredde come il ghiaccio fuori. Le sue mani sembravano esplorare e comandare allo stesso tempo, abili nel creare un’energia elettrica tra loro.
"Ricordi questo?" sussurrò Fyodor, avvicinandosi lentamente a Dazai, le sue labbra a pochi centimetri dalle sue. "È così che abbiamo sempre iniziato, tu ed io... poi chiamavi lui."
Dazai strizzò gli occhi, la sua mente lottava per ricordare. Eppure, sentiva qualcosa muoversi dentro di sé, un desiderio nascosto, una connessione che non riusciva a spiegare.
"Chuuya," continuò Fyodor, fissandolo con quegli occhi profondi e misteriosi. "Ricordi quanto eri geloso di Dazai? Ma poi... ti piaceva quando eravamo insieme. Ti piaceva essere al centro della nostra attenzione."
Chuuya si irrigidì, la sua mente gridava che qualcosa era sbagliato, ma il suo corpo rispondeva in modo diverso. La presenza di Fyodor, così vicina e dominante, lo stava confondendo. Non poteva negare che una parte di lui volesse credere a quelle parole, anche se sapeva che erano false. Si sentiva come un giocattolo nelle loro mani, e in qualche modo, quella sensazione non era del tutto sgradevole.
"Dobbiamo recuperare ciò che abbiamo perso," disse Fyodor, la voce ora quasi ipnotica. "Lascia che ti mostri chi sei davvero."
Dazai, che di solito sapeva quando qualcuno stava giocando con lui, sembrava incerto per la prima volta. La sua mano si mosse lentamente verso Chuuya, come se cercasse conforto, un'ancora nel caos.
Chuuya si trovò a rispondere al tocco, le sue dita si intrecciarono con quelle di Dazai mentre Fyodor osservava, compiaciuto.
"È così che deve essere," mormorò Fyodor, il sorriso che tornava lentamente sulle sue labbra. "Noi tre. Sempre insieme."
Mentre il fuoco crepitava, illuminando le loro figure sul muro, Chuuya e Dazai, ancora intrappolati in una nebbia di confusione e desiderio, iniziarono a cedere. Fyodor li aveva intrappolati in un gioco pericoloso, e mentre la neve continuava a cadere fuori, sembrava che nessuno di loro potesse fuggire.
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Ciao, questa è la mia prima storia.
Sono una fan di BSD (bungou stray dogs).☆Scusate, per i possibili errori.♡
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"Riflesso Di Una Realtà Distorta"| BSD | FYOYAZAI♧Fanfiction / ITA
FanfictionLe finestre della casa russa si affacciavano su un paesaggio innevato, bianco a perdita d'occhio. L'isolamento era quasi palpabile, una distanza tra loro e il mondo che sembrava estendersi all'infinito. All'interno, il silenzio era rotto solo dallo...