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20 febbraio 2022Milano, 18:21

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20 febbraio 2022
Milano, 18:21

Oggi il negozio era più vuoto del solito sebbene il tempo fosse a favore dei clienti, dato che diluviava a dirotto da ormai svariate ore.

Dopo tutto il "mio" negozio si trovava in un centro commerciale, a maggior ragione.

Il mio turno sarebbe finito alle 18:30, quindi già avevo iniziato a sistemare le rimanenze della merce arrivata poche ore prima.

«Ludovica, possiamo parlare un'attimo?»
La voce cupa e profonda del mio capo mi fece sobbalzare, dato che il magazzino era estremamente silenzioso.

Così incasinato, così sporco.

Eppure ero l'unica che si offriva di sistemarlo, dato che le mie colleghe se ne fregavano.

«si, arrivo subito»
Lasciai cadere lo scatolone a terra e dall'interno tirai fuori un maglione rosa ancora perfettamente confezionato, poggiandolo per terra, sperando di ricordarmi di comprarlo a fine turno.

Il rosa non era soltanto il mio colore preferito, era anche una personalità e rappresentava perfettamente la mia.

Bussai alla porta grigia dell'ufficio prima di farci ingresso, ascoltando attentamente che dall'altra parte ci fosse prima il fatidico "avanti".

«siediti» mi indicò con la mano una delle tante sedie di fronte a lui e non aspettai mezzo secondo di più per sedermi; il rapporto con il mio capo non era mai stato rose e fiori, come nella maggior parte dei luoghi di lavoro di chiunque, eravamo due persone completamente diverse, che non sarebbero mai potute andare d'accordo.

Ahimè, questo peggiorava l'atmosfera.

Il suo sguardo era più serio, più intimidatorio, il che mi fece stare in silenzio, sebbene la mia curiosità mi stesse mangiando viva.

«quello che sto per comunicarti non ha nulla di personale, nulla a che vedere con ciò che è la tua vita fuori dal lavoro» sospirò «non m'importa chi tu sia» ripeté sicuro «ma sapevi che questo momento, prima o poi, sarebbe arrivato» mi avvicinò un foglio pieno di scritte, pieno di lunghe frasi; lo trascinò sulla scrivania di legno, provocandone un rumore fastidioso.

Solamente dopo averne letto la prima riga ne capì subito il contenuto. Purtroppo.

«non può licenziarmi» lo guardai, prendendo per la prima volta il coraggio di rifiutare una situazione che non mi stava bene. Ovviamente parlando di lavoro.

«posso» annuì con fierezza «da contratto le relazioni sul lavoro non sono concesse, eri stata avvertita più volte»

Sapevo perfettamente a cosa si riferisse.
Per la prima volta ho lasciato che i miei sentimenti prendessero il sopravvento, ignorandone completamente tutto il contesto, senza rendermi conto che mi si sarebbe rivoltato tutto contro.

Lulù | TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora