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||Regulus||Il sole era sorto in un'alba livida. Dalla nebbia densa erano filtrati pochi intrepidi raggi pallidi, che timidi, avevano baciato il viso di Regulus, svicolando anche nelle curve più ripide del suo viso.
Gli avevano pizzicato le ciglia, dispettosi, facendo sì che le palpebre gli si schiudessero, grumi di sonno ancora tra le ciglia.Si era alzato in un respiro lento e vestito nella quiete, i capelli ben pettinati spostati dietro le orecchie.
La mattinata si era trascinata in un torpore stanco, un'inerzia che pareva farsi eco nelle mura antiche di Hogwarts. Le luci soffuse delle candele lo avevano accompagnato durante la colazione trascorsa con Evan e Barty e anche nelle prime ore di lezione, che si erano svolte nell'aula di Storia della Magia. Regulus aveva ascoltato in sbadigli malfermi, scribacchiando appena qualcosa nel taccuino in una concentrazione evanescente.
Dopodiché si era diretto a Trasfigurazione e, salvo per qualche colpo di bacchetta, il suo atteggiamento non si era poi molto differito. L'illuminazione nella stanza era più fredda, distaccata per via della magia disinteressata del mago che l'aveva prodotta. La luce nella Sala Grande era sempre stata più dolce, forse per una questione di accortezze. Era voluto, che vi fosse più ospitale proprio perché quello era il compito della sala, quello di accogliere.
L'ultima lezione era stata di pozioni e Regulus aveva avuto la febbrile felicità di poter trascorrere quegli ultimi minuti nel più totale disinteresse, poiché non era mai stato necessario che vi prestasse attenzione. Così, si era accomodato sulla sedia e aveva trascorso l'ora osservando la foschia mattutina farsi sempre meno dirompente alla sua vista, diradarsi lentamente.
Quando aveva abbandonato l'aula, diretto al pranzo, il cielo era limpido e l'aria frizzante. Aveva mangiato l'agnello con delle patate arrostite e dopo un breve saluto, si era dileguato dai suoi compagni Serpeverde, dirigendosi al terzo piano, dove era situata la biblioteca.
A quest'ora del giorno, sarebbe stato piuttosto insolito trovarvi un grosso numero di studenti. Il sole era ancora alto nel cielo e nonostante fosse metà ottobre, l'erba era folta e verdeggiante, piegata dagli sbuffi discontinui del vento. Molti si erano, con grande probabilità, ritagliati un momento di quiete da quella routine indaffarata, recandosi a fare una passeggiata o a leggere un libro sotto l'ombra di una quercia. I più sportivi, invece, si stavano senza ombra di dubbio dirigendo al campo di Quidditch, decisi a sfruttare al meglio le ore ancora tiepide di sole, prima che un manto di freddo calasse e l'autunno volgesse al termine.
Proprio per questo motivo Regulus non fu sorpreso di trovarne i corridoi stretti, presidiati da Madama Irma Pince, perlopiù svuotati.
Prese posto in un angolo che volgeva verso una grande finestra dal vetro opaco e, raggi di sole a lambirgli i capelli corvini, recuperò il libro di Aritmanzia dal fondo della cartella. Era particolarmente grande e poggiandolo sul tavolo una nuvola di polvere si librò in aria. Regulus ripulì imbronciato la copertina bluette con la manica della tunica, aprendolo un attimo dopo. L'odore acre dell'inchiostro gli fece arricciare il naso, le dita a sfiorarne le pagine in carezze disattente.
Aprì la pagina di esercizi assegnatogli il giorno precedente sbuffando, la piuma impugnata con fermezza tra pollice e indice. Passò circa una mezz'ora prima che, sopracciglia aggrottate e espressione imbronciata, decise di chiudere la questione e dedicarsi a qualcosa che fosse perlomeno in grado di decifrare.
Optò infine per pozioni. La copertina in nero traslucido gli ferì per la frazione di un momento le iridi, gli angoli delle labbra che si arricciavano verso il basso. Prese poi ad appuntare qualche risposta ai quesiti nell'angolo sinistro del quaderno, noncurante che avrebbe semplicemente potuto voltare pagina. Piegava il polso in curve svogliate, le parole scribacchiate in una negligenza che strideva con la consueta eleganza della sua mano.
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The Unspeakable Sort ||Jegulus||
FanfictionJames Potter è convito che ognuno abbia la possibilità di scegliere chi vuole essere. Ma allora perché Regulus dovrebbe scegliere di essere un Black? Regulus Black sa chi vorrebbe essere, ma sa anche chi è. Purtroppo, le due cose non coincidono. o R...