Ombre del passato

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L'aria era gelida quella sera, e l'unica luce nella stanza proveniva dalle candele tremolanti sparse qua e là. Evelyn si guardava intorno nervosa, cercando di dare un senso all'atmosfera opprimente che sentiva dentro la villa di Darius. Qualcosa non andava. C'era un'energia palpabile, come se l'oscurità stessa fosse viva.

Darius sedeva davanti al caminetto, il volto per metà nascosto dalle ombre. I suoi occhi, freddi e imperscrutabili, non rivelavano nulla di ciò che stava pensando, ma Evelyn poteva percepire la tensione nell'aria. Il fuoco crepitava tra di loro, ma non bastava a riscaldare l'atmosfera.

"Devi dirmi la verità, Darius," disse Evelyn, la voce più decisa di quanto si aspettasse. "Chi sei veramente? Cosa nascondi?"

Darius non rispose subito. Si alzò lentamente, camminando verso di lei con passi silenziosi. Ogni movimento era studiato, ogni gesto calcolato. Quando finalmente parlò, la sua voce era un sussurro profondo, che sembrava provenire dalle viscere stesse della terra.

"Ci sono cose che è meglio non sapere, Evelyn."

Lei si irrigidì. Le sue parole erano come un avvertimento, ma il suo istinto le diceva che doveva andare fino in fondo. "Non mi basta. Hai promesso che non ci sarebbero più segreti tra noi."

Darius si fermò a pochi passi da lei, il suo sguardo era gelido. "Ci sono segreti che potrebbero distruggerti."

Evelyn si sentì come se l'aria fosse diventata più densa, quasi irrespirabile. Ma non poteva più tornare indietro. Prima che potesse rispondere, un rumore improvviso ruppe il silenzio. Un suono metallico proveniente dall'altra parte della villa.

"Chi c'è?" chiese Evelyn, il cuore che iniziava a batterle più forte.

Darius si girò verso il suono, il suo viso improvvisamente rigido. Senza dire una parola, afferrò il coltello che teneva nascosto nella cintura. "Resta qui," ordinò freddamente.

Ma Evelyn non aveva intenzione di restare a guardare. Lo seguì a distanza, i suoi passi leggeri cercavano di non attirare attenzione. Mentre percorrevano i corridoi bui, il rumore si fece più forte, come se qualcosa stesse graffiando le pareti.

"Darius, cosa sta succedendo?" sussurrò Evelyn, ma lui non si girò nemmeno. Era completamente concentrato, il viso teso e pronto per qualunque cosa li stesse aspettando.

Arrivarono davanti a una porta di legno massiccio. Darius si fermò e posò una mano sulla maniglia. Prima di aprire, si voltò finalmente verso Evelyn, il suo sguardo carico di una strana emozione. "Non aprire mai questa porta senza di me," disse con un tono che non ammetteva repliche.

Il cuore di Evelyn batté forte mentre osservava Darius aprire lentamente la porta. L'interno della stanza era avvolto nell'oscurità totale. Poteva sentire qualcosa muoversi dentro, qualcosa che non apparteneva a quel mondo.

Improvvisamente, la porta si chiuse violentemente alle loro spalle. Evelyn trattenne il fiato mentre Darius si preparava ad affrontare ciò che era nascosto nell'oscurità. Il rumore di passi, pesanti e metallici, risuonava attorno a loro.

E poi, una voce. Fredda. Distorta. "Bentornato, Darius."

Evelyn si voltò, e il sangue le si gelò nelle vene. Dietro di loro, una figura emergente dalle ombre. Gli occhi dell'uomo brillavano di una luce innaturale, e il suo volto era coperto da cicatrici profonde.

"Non dovevi tornare qui," disse l'uomo, un ghigno malevolo dipinto sul volto.

Darius si irrigidì. "Questa è la mia casa," rispose, ma Evelyn poteva percepire il terrore nascosto dietro quelle parole. Non era solo una minaccia, era un richiamo a qualcosa di più grande. Qualcosa che Darius aveva cercato di seppellire nel passato.

"Non più," disse l'uomo con voce gelida. "Il patto è stato rotto."

Il patto oscuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora