CAPITOLO 4

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5 giugno 1998

Draco odiava il suo compleanno.

Era seduto su una sedia. Incatenato su una sedia, ad essere precisi. Oh, che vista che doveva essere di fronte alla corte e agli astanti. Il pallido erede dei Malfoy, vestito nel suo miglior completo (su insistenza di sua madre) trascinato al Ministero dalla sua pena di arresti domiciliari, per rispondere davanti al Wizengamot dei suoi crimini.

Curiosamente, anche se né il suo avvocato né Draco glielo avevano chiesto, un intrigante gruppo di testimoni si presentò per testimoniare. A suo favore.

La McGranitt parlò.

"E' stato costretto."

"Non aveva scelta".

"Lo hanno costretto."

"Bigotto sì, ma non un assassino."

"Cresciuto da Lucius Malfoy."

"Azkaban non è la soluzione."

"Era solo un ragazzo, lo hanno usato."

"Vuoi un capro espiatorio ma hai già rinchiuso suo padre".

Potter parlò:

"Lavaggio del cervello".

"No, non siamo mai stati amici".

"Non ho mai usato la parola 'coraggioso'".

"Sto solo facendo notare che altri hanno torturato volontariamente. Lui no".

"Non ha ucciso Albus Silente".

"Non ha ucciso nessuno".

Weasley parlò:

"Quando i Ghermidori ci hanno catturato e portato al Manor, non ci ha riconosciuto."

Lei parlò:

"Che scelta aveva davvero?"

"Voldemort ha minacciato sia la sua vita che quella di sua madre".

"Era minorenne quando ha preso il Marchio e di nuovo, è stato costretto."

"Merita una seconda possibilità. Dovremmo dare la priorità alla riabilitazione piuttosto che alla vendetta".

Draco non parlò per la maggior parte della sua difesa. Gli era stato consigliato di tacere a meno che non gli fosse stata posta una domanda diretta e solo allora di dare la risposta più breve possibile.

Quindi rispose solo con "sì" o "no" a seconda della domanda. Pronunciò un discorso conciso sulla sua redenzione, sul ripianto per quello che aveva fatto, sulla sua paura per la propria vita e per quella di sua madre. Benché intendesse ogni parola contrita che disse, avrebbe voluto dire di più. Molto di più. Soprattutto a lei.

Perché si erano incontrati di nuovo.

Si era contorta e si era contratta sul pavimento del suo salotto coperta di sangue, sudore e sporcizia. Si era fermato a qualche metro di distanza e aveva guardato ovunque tranne che verso di lei.

Lui evitava ancora di guardarla.

Alla fine di tutta la farsa, la corte emise una sentenza ridicolmente clemente. Libertà vigilata per due anni, controlli mensili della bacchetta magica e colloqui con un Auror in libertà vigilata, e un risarcimento di guerra irrisorio (per un Malfoy).

La sintesi finale di Draco Malfoy: un ragazzo patetico, fuorviato e ingenuo. Trovatosi in una situazione più grande di lui in cui non poteva chiedere aiuto. Un passato tragico, il suo, ma non una minaccia. I tribunali e le folle affamate di vendetta avevano pesci più grandi di cui occuparsi.

Between Certifiable and Bliss - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora