2003
Draco tentennava davanti al camino. Sarebbe potuto andare lo stesso nello studio della Granger anche se era assente? Poteva almeno fare un salto per vedere se la sua teoria sulle pozioni era in linea con gli appunti che aveva scarabocchiato nella notte.
Probabilmente sarebbe stata assente tutta la settimana. Si chiese se avesse messo una sorta di maledizione sui documenti sulla scrivania di Draco per evitare che potesse portarseli a casa.
Ma tutta quella preoccupante e alternativa invenzione di piani si era rivelata tempo sprecato. Perché la Granger era seduta dietro la sua scrivania, come qualsiasi altro giorno da quando aveva iniziato a lavorare con lei. Già china diligentemente sui suoi rapporti per rimediare a qualche grave errore giudiziario.
"Buongiorno", disse.
Draco uscì dal camino ma non si mosse.
"Granger... Che cosa ci fai qui?"
"Lavoro."
Il tono piatto e sprezzante avrebbe potuto funzionare su qualcuno che non aveva mai nascosto la tristezza in una valigia troppo piccola, sperando di dimenticarsela, ma non su di lui che di valige ne aveva riempite fin troppe.
"Perché?"
Lei alzò lo sguardo su di lui, osservandolo finalmente. Lui registrò il suo volto: gli occhi vuoti, il viso pallido, niente trucco e niente gioielli. Si era trascinata al lavoro con la speranza di distrarsi dal suo dolore, ma Draco conosceva i segni rivelatori di qualcuno che oscillava sul precipizio della disfunzione distruttiva.
"Perché questo è il mio posto di lavoro e visto che mi piace ricevere uno stipendio, devo presentarmi qui e guadagnare soldi in cambio delle mie capacità."
"Perché non ti sei presa del tempo per te stessa?"
"A che scopo?"
Lui sollevò un sopracciglio. "Hai intenzione di giocare seriamente a questo gioco in questo momento?"
"Quale gioco?"
"Quello in cui fai finta di essere sorprendentemente stupida".
"Mi hai appena chiamato...?"
"Perché non sei stupida. Nemmeno lontanamente". Proseguì lui, ignorando la sua domanda.
L'aveva colpita, lo vedeva. Stava ribollendo pericolosamente, come se fosse sul punto di brandire la sua bacchetta e maledirlo.
Draco si disse che doveva spingerla per l'indagine. Era rimasto sveglio per scrivere quelle informazioni per tutta la fottuta notte e per andare avanti aveva bisogno che la Granger fosse concentrata e non distrutta da qualche Donnola senza valore.
"Non dovresti essere qui oggi. Non servirai ai tuoi clienti e non servirai al nostro progetto in questo stato."
"Come osi suggerirmi... Come osi accusarmi di mancanza di professionalità?".
"Voglio uno squalo, non un pescetto."
"Solo perché sono una donna..."
"Devo essermi perso la parte in cui ho menzionato il tuo sesso."
"... non significa che io sia così debole da lasciare che la mia vita personale interferisca con la mia carriera e..."
"Merlino ti impedisca di ammettere di essere umano."
"... e non ho bisogno di tempo! Come osi presumere di sapere qualcosa della mia vita..."
"Dimmela allora."
La sua bocca si spalancò. Una reazione poco dignitosa alla sua sorprendente richiesta, e per una frazione di secondo barcollò sul punto di accondiscendere prima di ritirarsi ancora una volta nel suo guscio di elusione.
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Between Certifiable and Bliss - TRADUZIONE ITALIANA
FanfictionCose strane, sogni. Quanto credito dovremmo dare al nostro subconscio? C'erano molte cose di cui Draco non aveva bisogno durante il suo sesto anno. Non aveva bisogno che Theodore Nott gli impiantasse strani sogni in testa, per esempio. Negli anni s...