CAPITOLO 4

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Arrivata a casa della Sara andai subito in camera sua trovandola già pronta truccata, vestita e pettinata. Si avvicinò a me con un vestito corto, attillato e nero molto bello. Sapevo che una cosa così però non mi poteva stare bene infatti ero abbastanza dubitante sul fatto di metterlo o no "io questo non lo metto guarda che non mi sta"dissi, Sara mi guardò male dicendomi "tu te lo metti perché sei una figona pazzurda se te lo mettessi, oggi devi conquistare qualcuno". Dubitante lo provai e devo dire che non mi stava male anche se si vedeva troppo la pancia cercai comunque di coprirmi con scarsi risultati. Mi truccai ormai sconsolata dal vestito mettendomi tanto  mascara, in po di matita sotto gli occhi e del Gloss brillantinato bianco nelle labbra. Per i capelli li lasciai asciugare all'aria aperta tanto era luglio creando così dei ricci naturali. Ormai pronte saliamo  in macchina di suo papà che ci portò alla festa, arrivati  Sara corse a cercare  il suo fidanzato trascinandomi da un braccio con lei facendomi anche male. Una volta trovato notammo che dietro di lui c'era un altro ragazzo *lo conosco io questo ragazzo* pensai infatti neanche il tempo di presentarsi che ľho riconosciuto ed era proprio Alexander di quella mattina in maneggio. Con la bocca aperta e con le guance arrossate e lo lo fissai in tutto il suo metro e Novanta indossava dei pantaloni della tuta e una maglia bianca aderente che metteva in risalto e i suoi muscoli ben allenati. "Ciao amore, lui è Alexander il mio migliore amico" disse Omar il ragazzo della Sara "io sono Sara la ragazza di sto ebete di migliore amico che c'hai" disse la  mia migliore amica perché il suo ragazzo gli aveva quasi versato il suo drink sul  vestito "E tu chi sei?" chiese mi chiese Alexander facendo finta di non conoscermi anche se in realtà è vero perché non ci siamo mai presentati ufficialmente. "Matilde" dissi soltanto in maniera ironica e con un accenno scorbutico. Ormai stanca presi e andai verso gli alcolici intenta a versarmi della vodka liscia nel bicchiere rosso, non ero tipa da alcool o fumo ma oggi mi andava. "Non sei troppo piccola per bere ragazzina" disse una voce che ormai conoscevo fin troppo bene anche se l'avevo sentita solo stamattina per la prima volta "e tu non dovresti farti i cazzi tuoi" dissi io in maniera antipatica "e queste paroline ragazzina la mamma non ti ha detto che non bisogna dirle" "Tu non sei niente di me non puoi parlare così"  dissi io arrabbiata che con una punta di tristezza nella vocegirandomi ma non trovandolo. Così non me ne non me ne preoccupai e andai a ballare su una musica che non conoscevo neanch'io ma avevo bisogno di liberarmi la mente. Dopo più di mezz'ora passate a ballare mi sono seduta su un divano e ho preso il telefono notando che Alexander non mi avevano ancora scritto pensai che ľAlexander il giorno precedente fosse stato quello di oggi però era impossibile l'alexander che conoscevo io e con cui ho parlato tutta la notte era molto più gentile di quello che mi sono ritrovata questa mattina in maneggio. Alza lo sguardo perché mi sentivo osservata e notai che nell'angolo il salotto dove ero io c'era Alexander ormai stanca della situazione e anche stanca della festa dissi alla Sara che io sarei tornata a casa a piedi lei mi disse che non c'erano problemi e di stare attenta Quindi io presi e partì. Mentre stavo camminando sul marciapiede con i miei tacchi in mano sentì il  ruggito di una moto che anche se non avevo mai visto conoscevo bene era quello della Ninja h2r emozionata mi girai tutta felice e notai che si era proprio il fermata dietro di me, incuriosita notai che il guidatore si tolse il casco rivelando il proprio volto e quando l'ho visto non potevo credere a chi fosse. Notaio Alexander togliersi il casco e sistemarsi il ciuffo nero come la pece sorridendomi, io spalancai la bocca dallo stupore mentre  lui mi disse semplicemente"sali ti porto a casa io" io risposi "no grazie piuttosto me la faccio a piedi" Lui mi rispose "dai ragazzina non ho tempo da perdere me l'ha chiesto a Omar sai che queste strade comunque non sono molto sicure la notte soprattutto per una ragazzina come te" Io ormai stizzita dal suo comportamento e risposi semplicemente "perché dovrei fidarmi di te di salire sulla tua moto e non chiamarmi ragazzina" e lui sorridendo mi disse " Beh ce l'hai anche tu una moto da quello che ho visto oggi in maneggio  e comunque sono più grande di te quindi ragazzina o prendi casco e  sali con le buone o ti faccio salire io con la forza su questa moto" Io ormai arresa presi il casco me lo infilai e salì sulla moto. Mi aggrappati con un braccio a lui e con una mano al serbatoio facendo aderire il mio petto con la sua schiena enorme e  muscolosa. Lo sentì sorridere e poi mise in moto partendo fino a casa mia.

Un maneggio per due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora