Prologo

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Il Clan della Stella pareva avere benedetto quel raduno. Nel cielo quasi nero, le stelle quella sera parevano eccezionalmente luminose e fitte, punteggiando d'argento il manto erboso sottostante e le foglie verdi e forti dei quattro alberi. Non era ancora giunto il momento che le leader prendessero la parola, e il silenzio, riempito solo dal canto dei grilli, regnava sulla radura, preservato persino dai gatti che avevano iniziato a scambiarsi leccate o a sistemarsi in cerca di un posto che aiutasse loro a udire meglio ciò che sarebbe stato detto.

Sembrava tutto normale. Ma PelodiNeve, accoccolato vicino alla grande roccia, con gli occhi gialli fissi sul cielo stellato sopra di sé in cerca di un nuovo messaggio, non riusciva a convincersene.

Non poteva dimenticare ciò che aveva visto nei suoi sogni. Il sangue che ancora una volta macchiava la foresta, punteggiando il sottobosco, il grido terrorizzato di un cucciolo. E le parole che gli spiriti dei suoi antenati gli avevano sussurrato, un avvertimento che non riusciva a decifrare, ma che lo aveva fatto svegliare con il pelo ritto e il cuore che batteva troppo velocemente.

Sapeva che avrebbe dovuto riferirlo a StelladiFiume. Non ne aveva avuto il coraggio. I tempi in cui i Clan si attaccavano costantemente a vicenda, rischiando di distruggersi per puro orgoglio, erano così lontani da parere leggendari. La pace aveva regnato sulla foresta da molto prima che tutti coloro che erano presenti lì al Raduno nascessero. Non poteva andarsene proprio ora.

Il Clan della Stella doveva essersi sbagliato. L'oscurità del passato era destinata a restare solo nei racconti che gli anziani si trasmettevano da generazioni. Non poteva tornare. Non doveva.

"PelodiNeve? Ho bisogno di parlarti."

Lo sciamano trasalì, ma riconobbe l'odore della gatta che lo aveva chiamato prima ancora di voltarsi. Girò la testa verso di lei. Cuored'Acetosa lo stava raggiungendo, gli occhi ambrati fissi nei suoi. Nel suo sguardo, solitamente amichevole e luminoso, danzavano ombre che parevano quasi innaturali in una notte così limpida.

PelodiNeve stava per risponderle, quando notò una forma scura alle spalle della gatta. CuoreNotturno si stava avvicinando a sua volta, a passi misurati e silenziosi. Il gatto bianco mosse la punta della coda, chiedendosi fino a che punto potesse permettersi di dire.

Cuored'Acetosa si voltò verso lo sciamano del Clan della Tenebra, ma lui si fermò al suo fianco. Diede una rapida leccata al proprio pelo morbido e folto, ma al di sotto del mantello PelodiNeve poteva vedere quanto fossero tesi i suoi muscoli. "Avrei bisogno di parlarvi anch'io" disse CuoreNotturno, quando ebbe finito di pulirsi. "Ho ricevuto un messaggio dal Clan della Stella. Credo che sia corretto che voi sappiate ciò che mi è stato detto. Potrebbe riguardare tutti i Clan."

Cuored'Acetosa trasalì. "Anche a me è stato riferito un messaggio" replicò dopo un attimo di esitazione, spostando rapidamente lo sguardo dall'uno all'altro dei suoi interlocutori.

PelodiNeve mosse le orecchie. Una parte di lui sperava che il messaggio non fosse lo stesso – che almeno gli altri Clan si salvassero da ciò che stava per arrivare, qualunque cosa fosse. L'altra pregava che Cuored'Acetosa e CuoreNotturno confermassero ciò che aveva udito lui, e che insieme potessero trovare il modo di affrontarlo.

"Cosa vi hanno detto?" domandò, quasi senza fiato. La gatta aprì la bocca per parlare, ma CuoreNotturno la interruppe, fissando lo sciamano del Clan del Tuono negli occhi.

"Quando scoppierà la tempesta" iniziò, "il serpente striscerà sul sentiero del sangue."

Per un momento, PelodiNeve non sentì più i miagolii de gatti che lo circondavano. Solo l'eco di quelle parole che continuava a propagarsi in lui.

Aveva ricevuto lo stesso messaggio, e ciò poteva significare una cosa sola.

"Cosa?" PolverediCedro li raggiunse a balzi, con il pelo ritto e i baffi che vibravano. PelodiNeve sussultò. Non si era neanche accorto che il giovane sciamano si era avvicinato. "Mi... mi è stata detta la stessa cosa" confessò il nuovo arrivato. "Che significa?"

Gli altri lo fissarono ammutoliti, prima che Cuored'Acetosa riuscisse a parlare di nuovo. "Se a tutti noi è stato fatto lo stesso avvertimento" miagolò con voce apparentemente calma, anche se aveva appiattito le orecchie contro la testa, "significa che qualunque cosa stia per arrivare riguarderà tutti i Clan."

"Allora dobbiamo vigilare." CuoreNotturno parlò senza guardarla, gli occhi persi nella volta celeste. "Noi che sappiamo abbiamo il compito di proteggere i nostri Clan. Non dobbiamo seminare il panico, ma dovremo stare all'erta. Qualunque cosa stia per arrivare, possiamo fermarlo."

"E se non ci riuscissimo?" PolverediCedro aveva ancora gli occhi spalancati, guardando gli altri sciamani in cerca di una risposta.

"Ci riusciremo" sbottò CuoreNotturno, ma il modo in cui muoveva la coda tradì cosa si agitasse davvero nel suo animo. Nessuno degli altri osò replicare.

Anche quando il Raduno ebbe veramente inizio, i quattro sciamani rimasero gli uni accanto agli altri, in silenzio, chiedendosi quanto tempo avessero ancora prima che la pace che vedevano intorno a sé venisse infranta.

L'avvertimento dei loro antenati era inequivocabile, per quanto loro desiderassero credere il contrario. Una nuova minaccia stava per abbattersi sulla foresta.

PelodiNeve sperava solo che, quando fosse giunto il momento di contrastarla, loro sarebbero stati pronti.  

Nato dalla TenebraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora