The gala

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Arrivo a casa dove c'è mia madre che si esercita per ballare un lento, mio padre che legge il giornale e mia sorella che gioca con le Barbie tutti e tre salutano solo Luke;


i miei sono incazzati per il voto, li saluto e in tutta risposta mio padre mi dice - preparati che tra due ore dobbiamo andare - annuisco e salgo in camera mia.


Mi rifiuto di prepararmi quindi mi sdraio sul letto e mi metto a leggere.


un'ora e mezza dopo

Oh porca troia è tardi ed ho solo mezz'ora per preparami: metto un tubino nero lascio i capelli naturali, lisci con le punte mosse, e mi trucco un pochino: correttore, mascara, blush e gloss; mi metto i tacchi neri e prendo la borsa del medesimo colore, spruzzo il profumo e scendo, per fortuna non sono in ritardo;




la mia famiglia è come sempre impeccabile: mio padre con uno smoking nero e i capelli ingellati, mia madre si è cambiata e si è messa un vestito lungo bianco, è truccata alla perfezione e i soliti capelli lisci neri; mia sorella sembra la copia di mia madre in miniatura, è uguale a lei; invece mio fratello ha una camicia bianca, giacca e cravatta neri. Sono tutti perfetti.




Dopo un'occhiataccia da parte di mio padre, non avrò i capelli perfetti però...
Saliamo in macchina dove c'è Omar, il maggiordomo, alla guida di fianco a lui c'è mio padre, mia madre è di fianco a me e a Luke è toccata Leny, se non l'avete capito siamo su una limousine.

Mentre andiamo mia madre mi dice nell'orecchio - uno di questi giorni vai a comprarti vestiti attillati  però di una taglia in più perché con questo ti si vede anche se è piccola, la forma della pancia e non va bene, devi avere il ventre piatto-.

Io alle elementari ho subito bullismo perché avevo un po' di pancia e i miei dicevano che ero perfetta, dalle medie in poi, ho iniziato ha non odiare più il mio fisico ma hai miei non andava bene, quindi hanno iniziato a dirmi di dimagrire, nonostante non ne avessi bisogno, quindi ora ogni volta che mangio mi sento in colpa.



Ma non riesco ad avercela con loro perché magari hanno ragione.


Finalmente arriviamo davanti ad una villa gigantesca, leggo il nome del citofono, oh no! C'è scritto Harris, spero non sia lui, però quando si parla del diavolo...
Viene ad aprirci proprio lui: Thomas;

-buonasera signori Lewis, benvenuti, vi prendo la giacca?- mi guarda sorridendo
- no grazie - rispondo prontamente, ma lui continua - insisto- sbuffo - bravo insisti, io la giacca non te la do-


allora parla mio padre -muoviti- sbuffo e gliela lancio in faccia, entrando, sento mio padre scusarsi.

- buonasera signorina Lewis- mi saluta quello che credo sia il maggiordomo, sorrido; mi raggiungono mio padre, Thomas e quello che credo sia suo padre;



mio padre mi dice - segui Thomas, mi dispiace per lui che ti dovrà sopportare - il diretto interessato sorride passandomi davanti, e mi fa cenno di seguirlo; guardo diffidente mio padre è quello di Thomas in tutta risposta mi salutano.


La casa è piena di ospiti, mi perdo a guardarla quando una voce mi risveglia
- ti muovi, miss universo - sbuffo e lo seguo; arriviamo in una camera da letto, la sua;


ha le pareti bianche, un letto gigante, un sacco da boxe, una porta che probabilmente conduce al bagno e un armadio.




- È camera tua?- annuisce, sto provando a fare conversazione deficiente; - tuo padre sembra simpatico - sembra a tutti così eppure...
- Hai detto bene "sembra"- non è poi così simpatico quando mi dá della delusione




- sei figlio unico Thomas?- gli chiedo - no, ho una sorella più piccola- annuisco mentre continuo a guardarmi intorno - vuoi un tour privato ho la smetti ?- sbuffo, neanche guardare in giro posso.


È vestito con una camicia bianca, dei pantaloni neri e le scarpe da ginnastica,
- vuoi?- mi offre una sigaretta, gli faccio cenno di no, mentre lui esce in balcone ad accendersene una - vieni-



- mi da fastidio l'odore - allora lui entra e inizia a fumarmi in faccia, in tutta risposta gli faccio il dito medio, poi però la spegne.



- che facciamo?- chiedo, mi sto annoiando, - io avrei un'idea però non credo possa piacerti- dice con un sorriso malizioso, sbuffo, possibile pensi solo a quello?  




- Sono seria mi annoio- mi guarda - vuoi una foto? - Sorride - hai mangiato?- Che cazzo gliene frega? Faccio segno di no con la testa - l'avevo immaginato- dice sorridendo.



Mi siedo sul suo letto - cazzo sei un robot? sei seduta perfettamente- mi guarda con la bocca aperta - mia madre, per lei devi essere perfetta se no non vai bene- sbuffa - che palle io l'avrei già mandata a fanculo-  sorrido;



- ora scendiamo che devi mangiare- non ciò voglia di sentire i miei lamentarsi, però lo seguo, scendiamo giusto in tempo per mangiare.


Mi siedo di fianco a mio fratello, ho davanti Thomas che ha stampato in faccia il suo solito ghigno; ci sono anche i genitori di Matthew, lui non c'è, da quello che ho capito sta male, beato lui;



- Pip faresti da babysitter a Ally?- Mio padre mi risveglia dai miei pensieri -eh? ah si, chi sarebbe Ally?- lui sbuffa spazientito - la figlia di David- lo guardo confusa - il signor Harris - ora capisco - ah ok, quando?- Il signor Harris sorride - dopo il viaggio in Grecia- annuisco.




Dopo aver mangiato mi rinchiudono ancora in camera del pazzo.


-Ho sonno- si lamenta Thomas - dormi- gli rispondo seccata - la fai facile, passami la roba nel cassetto - tiro fuori una confezione di pillole - ma questa è droga?! Sei scemo? Vuoi bruciare i tuoi pochi neuroni tra sta merda e le sigarette?- Lui mi guarda - è l'unico modo in cui riesco a dormire- in tutta risposta mi alzo e le butto nel cestino - trovi un altro modo -



- mia madre prima di abbandonarmi a mio padre per farmi addormentare mi dava la mano, fai così - sbuffo - non rimango su una sedia di sicuro - sorride malizioso - sul mio letto? -



- Preferisco- mi fa spazio e mi siedo, lui appoggia la testa sulle mie gambe scoperte e mi in prende la mano, si addormenta, e io rimango sveglia;



il mio corpo inizia a muoversi da solo: gli accarezzo i capelli.

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