Prologo

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Anni prima...

La notte era più scura del solito, appesantita da nuvole basse che minacciavano pioggia, ma il vero temporale si stava scatenando dentro casa.
Aurora, rannicchiata dietro la porta della sua stanza, ascoltava le voci dei suoi genitori alzarsi come onde che si infrangevano l'una contro l'altra.
Non ricordava cosa avesse scatenato il litigio, ma le parole che si scambiavano erano pesanti, piene di rabbia e frustrazione.
Il rumore sordo di un oggetto che cadeva la fece sussultare, e qualcosa si spezzò anche dentro di lei.

Senza pensarci due volte, scivolò fuori dalla sua stanza e infilò le scarpe.
Uscì in punta di piedi nella notte, stringendosi il cardigan contro il petto.
Il freddo autunnale le pungeva la pelle, ma lei non se ne curava.
La casa dei nonni era abbastanza lontana, una piccola baita nel bosco ai piedi di una montagna oramai conosceva il sentiero anche al buio, con la sola luce fioca dei lampioni a guidarla.
Era scappata lì altre volte, quando le urla diventavano troppo forti e la paura troppo grande.

Arrivò senza fiato, bussando piano alla porta.
Fu suo nonno ad aprirle, con quel suo sorriso sempre pronto, sebbene un velo di preoccupazione gli attraversasse gli occhi.

«Aurora, cos'è successo?» chiese, inginocchiandosi davanti a lei per guardarla negli occhi.

Lei scosse la testa, mordendosi il labbro per trattenere le lacrime. «Loro... stanno litigando di nuovo. Non volevo restare.»

Il nonno sospirò, ma non fece domande. Le appoggiò una mano grande e ruvida sulla spalla. «Vieni, piccola. Andiamo in giardino, dalla nostra quercia. C'è una cosa che voglio mostrarti.»

Non capiva perché volesse andare in giardino, ma si fidava di lui, così lo seguì.
Le luci della casa si allontanavano, e Aurora alzò lo sguardo verso il cielo, incuriosita. Sopra di loro, tra le nuvole che si aprivano a tratti, scintillavano le prime stelle.

«Lo sai,» iniziò il nonno, indicando un punto in alto, «quella è la Stella Polare. Non importa quanto tu ti senta persa, lei è sempre lì, ferma, a guidarti.»

Aurora seguì il suo dito, scrutando il cielo. «Ma è solo una stella...»

Il nonno sorrise e si sedette sull'erba umida, facendo segno ad Aurora di fare lo stesso. «Vedi, ogni stella ha una storia. Le costellazioni non sono solo gruppi di luci nel cielo. Sono mappe, guide... e, per alcuni, anche rifugi

«Rifugi?» Aurora aggrottò la fronte, cercando di capire.

«Sì, rifugi,» confermò lui, con una voce bassa e rassicurante. «Quando ero giovane come te, le stelle erano l'unica cosa che mi faceva sentire meno solo. Guardandole, mi ricordavo quanto l'universo fosse grande. I problemi sembravano sempre un po' più piccoli, quando li misuravo contro l'infinito, anche tua nonna la pensava così»

Aurora si voltò a guardarlo, cercando conforto nelle sue parole. «E tu? Tu le conosci tutte le stelle?»

Il nonno rise piano, scuotendo la testa. «Non tutte, ma so riconoscere le principali. Quella è Cassiopea, la regina del cielo,» disse, indicando una forma a W, «e lì c'è Orione, il cacciatore. Ognuna di queste stelle ha una storia che risale a tempi antichi. Quando guardo in alto, è come ascoltare quei racconti che ci fanno sentire parte di qualcosa di più grande.»

Aurora restava in silenzio, il volto alzato verso il cielo. Le stelle brillavano sopra di lei, fredde e distanti, ma in qualche modo, quella notte, non le sembrarono così lontane. La loro luce sembrava una promessa, una certezza silenziosa in mezzo al caos.

«Non importa quello che accade qui,» continuò il nonno, «le stelle saranno sempre lì, immobili. Sono come ancore per l'anima. E tu, piccola mia, puoi sempre guardare verso di loro quando ti senti persa.»

Aurora abbassò lo sguardo verso l'erba sotto di lei, cercando di tenere a mente ogni parola.
Quel momento, quella scoperta delle stelle, piantò dentro di lei un seme.
Forse non lo sapeva ancora, ma da quella notte in poi, il cielo sarebbe diventato il suo rifugio, il suo posto sicuro quando la terra sotto di lei vacillava.

«Le stelle non scappano mai» sussurrò, più a se stessa che al nonno.

«No,» confermò lui, accarezzandole la testa. «Non scappano mai.»

E così, quella notte, mentre i suoi genitori continuavano a litigare da qualche parte, lontani, Aurora trovò nelle stelle qualcosa di cui fidarsi.
E sarebbe stata quella fiducia, quell'amore appena nato per il cielo, a guidarla per il resto della sua vita.

Il peso delle stelle cadenti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora