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Il sacerdote continua a parlare ma io, ormai, ho perso il filo del discorso da un bel po' e ho iniziato ad osservare quei disegni,ormai familiari, che ricoprono il soffitto della chiesa di San Patrick di Dublino.

Recito di tanto in tanto qualche preghiera e intono qualche verso di qualche canzone, che come tutte le altre,canta le lodi per nostro Signore.

Ringrazio tutti gli angeli del Paradiso che mia madre non abbia trovato un posto accanto al mio,così non potrà richiamarmi a ogni piccola distrazione che avrò sicuramente.

Dopo un ora , che sembravano giorni a parer mio,la messa finisce e il sacerdote con le sue classiche parole dice "la messa è finita ,andate in pace" ci congeda .

Mi alzo dalla mia panca e cerco mia madre tra la folla quando la trovo è lì vicino la porta di uscita della chiesa che parla con una donna ,credo della sua stessa età, dai capelli corti e biondi e gli occhi azzurri.Ha l'aria di una di quelle donne di potere, una di quelle che non si fanno mettere i piedi in testa che credono che ogni cosa gli sia dovuta.

Non mi piacciono tanto questo tipo di persone ,ma i miei genitori mi hanno sempre insegnato di essere rispettosa e di non giudicare le persone da un primo sguardo,così mi avvicino alle due donne e richiamo l'attenzione di mia madre, lei mi guarda con un semplice e finto sorriso presentandomi quella donna.

-Lilith lei è Mrs Horan, Mrs Horan lei è mia figlia Lilith White.- La donna mi stringe la mano e mi accenna un sorriso che si vede lontano un miglio che è falso, così le sorrido fintamente anche io porgendole la mano.

-È un piacere conoscerla Mrs Horan!- la donna stringe la mia mano replicando -Piacere mio Lilith!- finite.le presentazioni mia madre riprende a parlare con lei.

-Lilith.- mi richiama mia mamma, -Potresti anche iniziare ad uscire fuori, Mark è fuori che ci aspetta in auto.-
io annuisco, salutando con educazione la donna uscendo in seguito fuori aspettando Mark.

Lui è il nostro autista che conosco fin da piccola e che mi ha sempre accompagnata a scuola , giocato con me e scorrazzato dovunque potessi andare siccome i miei genitori erano troppo occupati con il lavoro come lo sono anche oggi.

Mark è un uomo sui 40 anni, dai capelli neri tendenti al bianco, con un paio di bellissimi occhi azzurri che ho sempre invidiato tanto che ,quando ero piccola, ho sempre detto che un giorno me li sarei presa e lui prontamente rispondeva: "No! I miei poveri occhi, come farò senza?"

È un uomo davvero simpatico,scherzoso e amorevole
che quando siamo in auto da soli mi lascia scegliere le canzoni da ascoltare alla radio e mi regala quel po di libertà di cui ho bisogno e che i miei genitori non mi lasciano mai dal giorno della mia nascita.

All'uscita della chiesa però non vedo Mark, così decido di sedermi ed aspettarlo.
Però appena mi siedo sento un forte boato ed un urlo provenienti dalla piazza, così curiosa come sono sempre stata, m'incammino verso quella direzione per scoprire a cosa è dovuto quel baccano.

Ci sono molte persone preoccupate e accalcate che cercano di capire cosa sia successo ma senza risultato. Insieme a quelle persone, ci sono anche poliziotti, che cercano di allontanare la folla da quella che dovrebbe essere la causa di questo gran trambusto.

Cerco di farmi spazio tra la folla per poter vedere cos'è successo, e quando scorgo il corpo di un uomo senza vita a terra in una pozza di sangue inizio a sentirmi male , la mia testa inizia a girare ,e inizia a salirmi un senso di nausea cosi mi allontano immediatamente da qiell'orribile scena cercando di rimuoverla dalla mia mente.

Non capisco come un uomo possa uccidere un suo simile ,non capisco perche un uomo debba provare odio verso un altro tanto da commettere un delitto che gli costerà un posto diritto all'inferno.

GodlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora