Lì dentro non c'era molto spazio. In verità, si faceva parecchia fatica persino a muoversi senza sfiorare gli scaffali ingombri di prodotti, ma se non altro era un posto asciutto e relativamente pulito.
Una poltrona mezza sfondata e un basso tavolino di plastica si trovavano nell'unica zona non occupata dalla merce, insieme ad un piccolo televisore al plasma, posizionato su un mobiletto in compensato parallelo alla parete. Anche se il dispositivo era muto, sullo schermo stava venendo trasmessa una partita di calcio.
Dato che Gabriela non aveva modo di accomodarsi, il negoziante andò a prendere per lei una sedia pieghevole, che piazzò sul lato opposto del tavolino.
''Molto gentile'' disse riconoscente Gabriela.
Per tutta risposta, l'uomo si limitò a porgerle la mano. Indossava una camicia a righe sbottonata sul davanti, dietro cui si riusciva a scorgere il petto villoso e la catenella d'oro che portava appesa al collo.
''Antonio'' si presentò lui. ''Antonio Suarez''
''Gabriel'' gli fece eco Gabriela ricambiando la stretta. ''Gabriel Car...doso''
''Beh, piacere, Gabriel''.
Stavano entrambi per sedersi, quando Antonio parve ricordarsi di qualcosa, e allora girò sui tacchi e scomparve tra gli scaffali dietro un angolo, lasciando Gabriela ad aspettarlo da sola. Durante l'attesa, il suo occhio finì per posarsi sul centrotavola sopra il tavolino, dentro cui scorse una confezione di gomme da masticare senza zucchero e diversi mazzi di chiavi.
Quando Antonio fece ritorno, dopo appena un minuto, tra le mani stringeva una bottiglia di vetro piena per metà di un liquido trasparente, e due bicchieri da shot.
''Che cos'è?'' domandò Gabriela mentre lo vedeva versare la misteriosa bevanda dentro ai cicchetti.
''Cachaça, ovviamente'' rispose Antonio con palese soddisfazione, ''questa però è roba buona, mica come quella del supermercato. La distilla mio cugino su a Serra do Sol''.
''Credevo fosse illegale'' notò Gabriela guardandolo in tralice.
''In realtà lo è'' ammise Antonio senza scomporsi, ''ma non credo mio cugino manderà in bancarotta le casse statali se riempie per amici e parenti qualche bottiglia''. E per sottolineare maggiormente il concetto, le fece l'occhiolino.
Gabriela rise.
''Suppongo di no''.
Afferrato il proprio shot ormai pieno, lo levò insieme ad Antonio, per poi attendere che il padrone di casa aprisse le danze.
''Salute!''
''Salute!''
Buttarono giù il liquore pressoché in simultanea, ma se Antonio lo ingollò senza neppure un brivido, Gabriela si ritrovò a tossire nell'istante stesso in cui la bevanda le sfiorò la gola. Aveva un sapore assolutamente tremendo.
''Forte, eh?'' disse Antonio sorridendo divertito.
''Abbastanza'' concesse Gabriela, sforzandosi di ricambiare l'espressione.
Soddisfatto dal responso, Antonio provvide a riempire di nuovo i bicchieri, ma se lui fece sparire il suo quasi subito, Gabriela preferì solamente bagnarsi le labbra, fingendo di sorseggiare la cachaca con aria da intenditrice.
''Quindi, lei è in attività da molto?'' chiese mettendo giù il bicchiere ancora intonso.
''Solo una ventina d'anni'' ammise Antonio sprofondando nella poltrona.
''Deve essere stata dura''.
Antonio scoppiò in una risata senza gioia.
''Ereditare da mio padre? Assolutamente'' disse stizzito. ''All'epoca c'erano quelle merde del PPB al governo, e mi hanno letteralmente spolpato vivo con le tasse di successione''.
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Lo Scambio
ParanormalGabriela Carvalho è una donna sulla cresta dell'onda. Politica carismatica e affamata di potere, nel corso degli anni è riuscita a scalare i vertici delle istituzioni brasiliane, fino a diventare padrona indiscussa del paese. Lei è la ''Presidente'...