I sopravvissuti del villaggio fenicio si accamparono nella grotta. Lo sfrigolare dei fuochi riecheggiava tra le pareti umide insieme al loro vociare e ai pianti dei pochi bambini scampati al massacro.
Erano riusciti a strappare dalla distruzione solo poche cose, qualche pentola ammaccata, qualche coperta e una manciata di provviste.
«Da domani incominceremo a ricostruire il villaggio» affermò Tife con decisione, sua madre le diede solo un caldo bacio sulla fronte, guardandola con desolazione.
«Non è il villaggio a mancarci, le case vanno e vengono...».
La donna parve aspettarsi una risposta da sua figlia, qualcosa che però Tife non aveva il coraggio di dire. Tornó ad accumunare la sua lancia, aveva intenzione di cacciare già alle prime luci dell'alba.
«Cerca di concederti più ore di sonno, bambina mia, il tuo corpo non potrà resistere così a lungo...».«Madre, non aggiungete la preoccupazione per la mia salute alle vostre già tante pene...» terminò con un leggero sorriso.
In quel momento, guardando le palpebre gonfie e pensanti della madre, le profondissime rughe che le segnavano il volto come cicatrici, provó una profonda pietà per lei e la sua sorte.
Era consapevole anche che, per quanto glielo chiedesse, sua madre non avrebbe mai potuto ignorarla.La gente, inoltre, la guardava con sospetto, erano in pochi a tollerare che solo lei fosse tornata.
Tife aveva cercato di evitare di dover raccontare le sue gesta, voleva in qualche modo passare inosservata, anche quando uno dei bambini trovò il coraggio per chiederle se lei fosse davvero la dea della guarra che terrorizzava i nemici.
Sì era lei, "forse gli dei hanno posato la loro mano su di me" aveva risposto. In parte era vero, gli angeli le erano stati accanto in tutte le
guerre, fornendo forza alla sua spada.
Chissà se, da sola, avrebbe avuto lo stesso successo.«lo propongo di spostarci da qui. Ormai non siamo più in tanti. Andremo a nord, lontano dalle coste dove gli alleati dei lidi non ci possano attaccare. E...»
«No», Tife interruppe bruscamente l'uomo tarchiato che tratteneva tra dita sudice il corpo cotto di un coniglio. «Ricostruiremo tutto qui, dove le case sono sempre state.
«Daremo sepoltura ai morti onorandone la memoria. Nessuno vi toccherà più».
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༇Luci Oltre l'orizzonte,Deinos
FantasyC'è un libro da cui mia nonna non si separa mai, per nessun motivo. Lo tiene sempre con sé: nella borsa quando esce, sul comodino quando va a dormire. Se tento di toccare la sua copertina azzurra e logora, mia nonna mi fulmina con lo sguardo. Forse...