Kennedy
Non appena torno a casa, non ci penso due volte: mi tolgo la giacca, mi sfilo le scarpe con la poca forza rimasta e mi butto sul letto, crollando in un sonno profondo.
Non dormo mai di giorno; lo faccio solo se sono davvero esausta, e oggi lo sono più che mai. Non ho chiuso occhio per tutta la notte e sono ancora in piena giornata. Tra il volo interminabile e le ore stressanti a scuola, direi che un pisolino è più che meritato.
Se solo avessi saputo che avrei dovuto prendere un aereo, non mi sarei mai messa a bere fino alle tre del mattino. Ma Maddison ha avuto la brillante idea di tornare a casa, e avrei dovuto immaginarlo: quando sono rientrata, l'ho trovata seduta sul divano, a testa in giù, fissando il nulla. Lo faceva spesso quando voleva riflettere. E il fatto che fosse lì, invece di uscire con qualche "personaggio" della zona, non era un buon segno.
In pratica, mi sono ritrovata a Beverly Hills quasi senza rendermene conto.
Sapevamo che prima o poi sarebbe voluta tornare lì, dopo quello che era successo, e io sapevo che se non l'avessimo fatto in quel momento, non ci saremmo mai più tornate. Probabilmente anche lei sentiva che bere e fumare per non pensare, per poi dormire tutto il giorno, non era più sufficiente a tenerle occupata la mente. Forse sperava che fingere normalità fosse la soluzione migliore.
Ovviamente, il mio sonnellino pomeridiano dura poco, perché qualcuno entra nella mia stanza e mi si butta addosso.
È mia sorella Barbi. Quanto la odio quando è così appiccicosa e ingenua.
"Kenn! Sei tornata! Mi eri mancata!"
"Tu per niente" rispondo, alzandomi dal letto e scrollandomela di dosso. "Cosa ti è saltato in mente di svegliarmi?"
"Sono solo felice di vederti! E volevo mostrarti la mia nuova copertina..." dice, passandomi una rivista con lei in posa mentre sponsorizza una crema. Le rendo la rivista con un sorrisetto forzato. "Meraviglioso. Adesso sparisci, prima che cambi idea e ti riempia di insulti."
"Okay, okay" risponde lei alzando le mani e uscendo. Ormai sveglia, decido di andare in bagno, poi mi libero della divisa, che stava iniziando a farmi sudare. Mi precipito nel mio armadio e prendo la prima maglietta che trovo, anche se è enorme: sicuramente sarà di uno dei miei quattro fratelli.
Mi ributto sul letto, cerco la mascherina nel cassetto e, visto che c'è troppa luce, decido di indossarla: adoro il buio.
Ma i miei piani di tornare a dormire vanno in fumo, perché qualcuno entra di nuovo. Mi siedo sul letto, ormai stufa.
"Che vuoi ancora, Barbi? Vattene!" rispondo, togliendomi la mascherina.
"Valgono anche per me i tuoi 'vattene'?" chiede Park, comparendo davanti a me con le braccia aperte.
Non ci penso due volte e mi fiondo su di lui, abbracciandolo così forte da farlo cadere sul letto. Restiamo così per un po', finché, con una smorfia, mi stacco da lui e mi siedo.
"Mi eri mancato, ciccio bello" dico, tirandogli una guancia.
"Anche tu, Kenny" risponde lui, ricambiando il gesto. Sembriamo due bambini, letteralmente. Con Park è sempre stato così. Ci conosciamo da una vita, fin dai tempi delle elementari. Non so nemmeno come sia iniziata la nostra amicizia; è stato naturale, come se dovesse andare così. Con gli anni è diventato anche amico di mio fratello Breison, quindi finisce spesso per uscire con lui invece che con me, cosa che gli rinfaccio sempre.
"Allora, Kenn, come sono andate le vacanze? Mi ero fermato alla parte in cui Maddison aveva quasi incendiato mezzo locale!" mi provoca lui, sorridendo.
Sorrido a mia volta, cercando di mascherare il peso di ciò che realmente è accaduto quella sera. Se solo potessi raccontargli tutto, sarebbe un peso in meno da portare. "Alla fine sono riuscita a riportarla a casa senza troppi danni," rispondo, mantenendo il tono leggero, come se non ci fosse nulla di strano.
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senza un briciolo di cuore
Romance"Vipera" e l'aggettivo migliore per descrivere Kennedy Collins quella ragazza con un carattere forte che la rende temuta e rispettata nella sua cerchia sociale. Il suo mondo è un rifugio di eleganza e potere, e Kennedy non esita ad avere un brusco...