La maschera di Pierrot

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CARL

Dove diamine è finito?

Iniziai a vagare per la festa, spintonando le varie persone, cercando di trovare quella stupida testa bionda.

Chiesi a diverse persone, ma tutte negarono, dicendo di non aver notato il biondino passare.

Dopo una decina di minuti esasperato, non riuscendo a trovarlo in quell ammasso sudato di persone, mi arresi, uscii dalla scuola, andando nei giardini posteriori, in cui iniziai a fumare tranquillamente, poggiato a un muro.

Presi il cellulare trà le mani e iniziai a scorrere nelle varie notifiche arrivate, 14 chiamate da mamma, e 8 da papà, spensi il telefono e lo misi in tasca, poco mi importava delle futili regole dei miei genitori, e della loro eredità in ambito economico.

Dopo qualche minuto a contemplare il cielo nel mentre che fumavo, rientrai in discoteca, mi sedetti di nuovo sullo stesso divanetto, in modo stravaccato, con le gambe aperte, e le braccia attorno due spalle di due bionde, che avevano delle forme splendide, le cui metteva a risalto il tubino nero e blu che indossavano.

Mi guardai attorno per notare se c'era qualcuno di conosciuto, Ben era di fianco a me, con una mora sulle gambe, che cercava di attirare la sua attenzione, ma i suoi occhi erano sempre puntati verso il telefono...come faceva se si scaricava sto telefono?

Ma appena mi sedetti, e iniziai a guardare verso il bagno, una testolina bionda sparì dietro ad esso.

Bingo.

Mi alzai in fretta e furia, ignorando le bionde, che mi stavano chiedendo dove stessi andando.

A grandi falcate arrivai al bagno, spintonai la gente, e aprii i deversi bagni per trovarlo, appena ne aprii uno lo trovai accasciato per terra, che stava vomitando l'anima nel vater.

Gli presi i capelli biondi trà le mani, evitando che li sporchasse con il vomito.

Appena finito, gli inizia ad accarezzare la fronte facendolo tranquillizzare, in seguito notando che fosse instabile, lo presi trà le braccia, e lo trascinai davanti ai lavandini, in cui gli feci lavare la faccia e la bocca.

Gliele asciugai cautamente, aveva le guancie rosse e gonfie, dal caldo, le labbra rosse e accoglienti, che mi venne voglia di assaporlarle, ma evitai.

《Sei stupendo biondino》dissi senza rendendomene conto.

In seguito lo guardai per ottenere qualche sua reazione, ma lo ritrovai addormentato trà le mie braccia.

Sorrisi tra me e me, uscii dalla festa, e andai fino alla mia porsche cayannere, lo misi sul sedile vicino a quello del guidatore, gli legai la cintura attorno la vita saldamente, e gli baciai la fronte.

Chiusi la portiera, che si chiuse a chiave automaticamente, in seguito feci il giro della macchina e mi sedetti sul sedile del guidatore, mettendo le mie mani sul manubrio saldamente, prima di mettere in moto toccai la fronte di Noah, vedendo se avesse febbre o no, per fortuna stava bene, ma era comunque un pò caldo.

Misi in moto e partii tra le strade, spesso lanciando fugaci occhiate a Noah, sapevo dove vivesse, per questo non ebbi bisogno di svegliarlo per chiederglielo, le strade erano buie, una lieve nebbia le appannava, si vedevano luci in lontananza, e le stelle sopra le nostre teste brillavano.

Arrivai all'entrata di casa di Noah, parcheggiai davanti a casa sua, uscii dalla macchina e feci il giro, aprii la portiera in cui stava il biondino, gli slegai la cintura, e lo presi in braccio saldamente, senza farlo cadere.

Iniziai ad incamminarmi verso la porta di ingresso, presi dalle tasche di Noah le chiavi di casa sua, e aprii la porta.

Notai che all'interno della casa non c'era nessuno, era vuota, per questo non feci attenzione se qualcuno mi avesse visto o sentito, esplorai un pò la casa finchè non riconobbi la stanza di Noah, c'era un immenso letto al centro, una scrivania vicino alla finestra, un computer sopra ad essa, e dei libri sparsi con qualche appunto; sul comodino c'era un abat-Jour, aveva un armadio pieno di Jeans, tute, maglie e felpe di colori perlopiù spenti.

The only certain thing is death Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora